Ho migliorato la mia coltivazione attraverso i progetti della Dafa

(Conferenza di Condivisione delle Esperienze della Falun Dafa - Madrid 2014)
 
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Il mio nome è Sandra e sono una praticante spagnola. Da quando sono venuta in Spagna da Edinburgo, dove ho ottenuto la Fa nel 2006, ho collaborato in diversi progetti della Dafa: Epoch Times, chiarire la verità ai politici, la Mostra d’Arte Zhen Shan Ren e Shen Yun, oltre a partecipare regolarmente alle attività locali.

Nel corso degli anni, la mia coltivazione e comprensione della Fa sono andate di pari passo con la mia collaborazione ai diversi progetti ai quali ho preso parte. Non potrò mai ringraziare abbastanza il Maestro per le innumerevoli opportunità che mi ha dato di coltivare e individuare ed eliminare gli attaccamenti umani che mi separano dallo standard di un coltivatore autentico.

Riconoscere l'attaccamento alla competitività e al convalidare se stessi

Il primo progetto a cui ho partecipato in maniera attiva è stato The Epoch Times. Da un anno, studiavo lo Zhuan Falun da sola e senza alcun contatto con il gruppo locale.

Poco dopo essermi trasferita in Spagna, mi è stata data la possibilità di lavorare per Epoch Times nel settore marketing e vendite perché avevo una certa esperienza e conoscenza delle vendite. In quei giorni ho sperimentato chiaramente il percorso di adottare una determinata azione per raggiungere un buon risultato anche quando la mia idea non veniva adottata, ero furiosa e piena di frustrazione. Ora mi vergogno molto di questo. In quel momento non ero in grado di identificare il mio problema, ma era il mio attaccamento al convalidare me stessa e alla competitività che avevano preso il controllo sulla mia mente e oscurato il mio cuore. Non capivo che la cosa più importante è il processo, non il risultato, e non avevo capito del tutto perché mi fosse richiesto di fare le cose in un certo modo.

Questo mi ha portata a prendere le distanze dai progetti nazionali per qualche tempo e mi sono concentrata nel chiarire la verità nella mia zona, mentre cercavo delle opportunità di partecipare ad eventi che mi avrebbero permesso di chiarire la verità su larga scala. Durante questo periodo, studiavo molto la Fa e mi concentravo sulla mia coltivazione personale. Lo studio della Fa mi ha aiutato a comprendere che i concetti di, successo e fallimento, che ereditiamo dalla società umana, non possono essere applicati alla Dafa. La nostra collaborazione nei progetti è strettamente correlata alla nostra coltivazione personale e, spesso, quello che sembra un risultato negativo non è realmente così.

Liberarsi dall’attaccamento alla gelosia

Nel 2011 mi hanno chiesto di entrare a far parte del gruppo di coordinamento di Shen Yun in Spagna. In quel momento eravamo nella fase di ricerca del teatro. La sensazione è stata agrodolce, da un lato mi sentivo molto onorata di essere stata scelta a prendere parte al coordinamento del progetto, ma dall’altro lato mi sentivo imbarazzata perché il praticante che aveva pensato a me per questo progetto, era lo stesso con il quale avevo avuto divergenze di opinioni, e che aveva fatto sì che io lasciassi Epoch Times. Ero commossa del fatto che non si era posto alcun problema sulle nostre diversità ed era stato capace di cercare solo il bene del progetto sopra ogni altra cosa e che mi aveva dato l’opportunità di collaborare.

Ho iniziato a partecipare alle riunioni europee di Shen Yun e alle condivisioni internazionale di marketing su Sonant. In questi incontri, sono riuscita a vedere un cattivo attaccamento che avevo. A volte, mentre stavamo ascoltando come stavano andando le vendite dei biglietti negli altri paesi, ho notato che c’era un pensiero che mi passava per la mente: “dopotutto non sono così diligenti e non stanno facendo così bene”. Sentivo una sorta di gioia perché non stavano facendo bene! Noi non avevamo ancora trovato un teatro in Spagna e questi pensieri emergevano dalla gelosia che sentivo perché ancora non eravamo stati in grado di portare in scena Shen Yun. Guardandomi dentro, mi sono accorta di due cose importanti:

- È facile cadere nell’attaccamento alla gelosia e alla competitività dalla prospettiva di un fraintendimento del concetto di corpo unico. È facile sentirsi orgogliosi della squadra che una persona forma nella propria città, regione, o paese e competere con le altre regioni, quasi senza esserne consapevoli

- Quando abbiamo pensieri cattivi, dobbiamo fermarci, osservarli attentamente e trovarne le radici. Gli attaccamenti che non individuiamo intervengono attivamente nel prendere le decisioni e determinano ogni parola, gesto e azione. Quante cose potevo aver fatto o detto sotto il controllo dell’attaccamento alla gelosia? Come conseguenza a questo attaccamento, possiamo fallire nella nostra missione

Ora comprendo che se avessimo messo al primo posto l’importanza del progetto di Shen Yun insieme al salvare gli esseri senzienti, avremmo sentito l’urgenza di portare Shen Yun in Spagna.

Guardarsi dentro attraverso la mostra L'Arte di Zhen Shan Ren

All’incirca nello stesso periodo in cui ho iniziato a partecipare alle riunioni di Shen Yun e grazie all’aiuto dei praticanti europei coinvolti nella Mostra d’Arte Zhen Shan Ren, ho visto che, quasi senza rendermene conto, con un set di dipinti nelle mani, stavo aspettando un posto adatto per portare l’esibizione a Las Palmas. Tutto è successo molto in fretta, così in fretta che quasi non ho avuto il tempo di essere consapevole della grande responsabilità che questo implicava, e avevo paura, paura di fallire, paura di non essere al livello delle aspettative dei miei compagni praticanti, paura di perdere la faccia davanti agli altri.

Il mio attaccamento alla competitività era ancora lì, non lo avevo individuato e avvolgeva ogni mia volontà, nascosto dietro ad ogni azione, iniziativa o pensiero. Il Maestro, con la sua infinita compassione, aveva ancora una volta disposto tutte le situazioni necessarie durante la prima visita per cercare una sede per l’esposizione in un centro commerciale molto affollato. Ci hanno offerto un posto ideale, spazioso, bello, molto affollato e gratuito. Il personale del centro era molto entusiasta e ci hanno aiutato in ogni modo, è stata un’esperienza straordinaria. Più di 5000 persone hanno visitato la mostra nelle sue tre settimana di esposizione, tutti i praticanti hanno collaborato incondizionatamente, hanno fatto un’impeccabile promozione e per di più anche i mass media hanno risposto positivamente. Ero molto soddisfatta di me stessa e orgogliosa del corpo unico dei praticanti locali.

Con questa soddisfazione nel cuore, sono andata a cercare un altro posto per organizzare la mostra e nuovamente tutto sembrava essere organizzato. Ci hanno offerto la seconda sede più prestigiosa della città, un posto frequentato dall’alta società. L’esposizione è durata due settimane, era semplicemente perfetto!

L’apertura è stata molto bella e toccante, molte persone venivano e tutto sembrava andare molto bene. I colleghi praticanti si sono ancora una volta organizzati fantasticamente e hanno cooperato molto bene. Tuttavia, dopo la giornata di inaugurazione, pochissime persone sono venute a vedere i dipinti. Dalle 70 alle 200 visite della mostra precedente, siamo scesi a 7, 8 o 10 persone al giorno. Non capivamo cosa stesse accadendo, ho condiviso con diversi praticanti e alla fine ho pensato che la mancanza di umiltà e il compiacimento per il successo precedente aveva lasciato uno spiraglio per le vecchie forze che stavano impedendo alla gente di venire per avere la possibilità di essere salvate. Ero in crisi.

Mi sono guardata dentro ed ho visto che la maggior parte della mia sopraffazione proveniva dal mio attaccamento ad avere il consenso degli altri e di nuovo all’attaccamento alla competitività. In realtà, non era solo la perdita significava la mancanza di cooperazione all’esposizione. Questo mi faceva vergognare molto. Mi sono accorta che era un’opportunità che il Maestro mi dava per trovare questo attaccamento. L’ho ringraziato nel mio cuore e ho cercato di correggere questo errore con forti pensieri retti.

L’ultimo giorno dell’esibizione, un signore anziano che veniva tutti i giorni ed era molto gentile mi ha detto: “è un peccato che questa mostra non possa essere accolta nella bella sede del municipio della città”. Gli ho chiesto: “perché dice questo?”. Mi ha detto che molti membri dell’amministrazione locale e regionale avevano visitato la mostra e conoscevano la verità sulla persecuzione,ma noi non li avevamo notato. Sembra che stessero parlando tra loro della mostra, ma c’erano accordi firmati con il governo cinese di comprare un treno che avesse attraversato l’isola e delle costruzioni al porto, tra gli altri interessi, così sapevano che questa esposizione avrebbe infastidito l’ambasciata.

Non riuscivo a crederci! Ero stata tutto il tempo a pensare che l’esposizione era stata un fallimento! Ancora una volta mi sono resa conto che stavo considerando i concetti di successo e fallimento con mentalità umana.

L’esposizione non è stata affatto un fallimento. Da un lato mi ha aiutata ad individuare l’attaccamento al bisogno di essere considerata, questo attaccamento era così forte da oscurare il mio cuore e tutto quello che facevo. Dall’altro lato, anche se non erano venute molte persone a vedere i dipinti, erano venute all’esposizione persone che prima non conoscevano la verità sulla persecuzione e che non avrebbero avuto altri mezzi per conoscere i fatti. Ho capito che dobbiamo fare quello che siamo chiamati a fare, non dobbiamo rinunciare, dobbiamo continuare ad andare avanti, anche quando pensiamo che quello che facciamo sia inutile, e anche quando non capiamo bene perché dobbiamo fare le cose in un certo modo, dobbiamo portarle avanti.

Ferma determinazione

Solo poche settimane dopo che ci hanno offerto la sede per la prima esposizione, c’era uno studio nazionale della Fa a Barcellona, le seconda città più importante della Spagna, e molti praticanti vi hanno partecipato. Ho condiviso con una praticante locale sul bisogno di trovare un posto per l’esposizione in quella città e le ho chiesto se potevo stare con lei alcuni giorni in più in modo da poter andare insieme a visitare delle location e cercare un posto per esporre i dipinti.

Qualche tempo prima il coordinatore di Shen Yun aveva chiesto a tutti noi che al momento eravamo coinvolti nel progetto, di aiutare a cercare un teatro in modo attivo, e a causa dell’impossibilità di trovare un teatro nella capitale, che era la priorità, la ricerca era stata aperta anche alle altre città. Essendo consapevole di ciò, ho condiviso con questa praticante e abbiamo concluso che avremmo dedicato un giorno di quella settimana a visitare i teatri principali e prendere contatti.

Dopo una settimana di sole, il giorno in cui avevamo deciso di visitare i teatri era nuvoloso e molto freddo. Poco dopo essere arrivate nel centro della città, ha cominciato a piovere forte, e ho preso un colpo al piede. Non potevo quasi camminare, così ci siamo dovute riparare in un bar. Sentivamo che c’erano delle forze che stavano cercando di dissuaderci dal fare ciò che dovevamo fare, ci siamo guardate, abbiamo sorriso e abbiamo continuato. La cosa curiosa è stata che da quel momento in poi, ogni volta che andavamo fuori smetteva di piovere e quando entravamo nei vari posti iniziava a tuonare, così non ci siamo bagnate. Quel giorno ho preso contatto con diversi teatri, molti dei quali erano stati già contattati in passato, e quando sono rientrata a Las Palmas, mi sono tenuta in contatto con uno di questi che sembrava essere adatto.

Il teatro aveva i requisiti tecnici, ma non avevano mai ospitato una compagnia internazionale, quindi erano un po’ reticenti ad accettare una compagnia al di fuori del loro programma. Le trattative si sono prolungate. Prima non c’erano date disponibili, poi ce ne erano alcune, ma solo per un giorno, dopo ci hanno dato più giorni… ci siamo scambiati dozzine di emails, telefonate, e ancora emails. Sembrava che qualcosa stesse bloccando la decisione definitiva delle date.

Tutto questo stava accadendo contemporaneamente alla seconda mostra di Zen Shan Ren a Las Palmas. Mi sono guardata dentro per individuare l’attaccamento che stava permettendo questa interferenza.

Mentre stavamo sistemando i dipinti dell’esposizione ho realizzato che, nel profondo dentro di me, non mettevo completamente e incondizionatamente il mio cuore affinché Shen Yun venisse in Spagna, non davo tutto quello che dovevo dare, non ero completamente fiduciosa. Così ho preso una decisione, dovevo trasferirmi, dovevo andare a vivere nella città dove c’era il teatro. Ho condiviso con un praticante che mi ha detto: “ma ancora il contratto non è firmato!” e io gli ho risposto: “Esattamente! Forse è proprio quello che serve affinché sia firmato: fede incondizionata, fiducia assoluta e totale in quello che sta per accadere, e alla fine accadrà”. Poco dopo, la situazione con le date si è sbloccata e il contratto è stato firmato. Ad ottobre di questo anno, mi sono trasferita a Barcellona.

Un corpo unico – Cooperare pienamente e incondizionatamente

Non ero sola, i miei attaccamenti alla competitività e all’essere accettata erano venuti con me, ma li avevo già un po’ individuati, e sebbene si inserivano costantemente sulla mia strada, almeno ora potevo vederli e stavo imparando a trattarli come qualcosa di esterno, estraneo a me.

Abbiamo iniziato a lavorare al progetto, ogni cosa era nuova per tutti noi. Molti praticanti che hanno preso parte al progetto non avevano mai visto lo spettacolo, e quasi nessuno dei coordinatori aveva collaborato nell’organizzazione di Shen Yun. Quello che stavamo per affrontare era una sfida: dovevamo riempire il teatro con le persone della corrente principale della società, far conoscere il marchio Shen Yun che arrivava in città per la prima volta, e in più dovevamo fare tutto ciò con un budget molto più ridotto rispetto al solito. Il teatro era piccolo e quindi, anche se lo avessimo riempito, sarebbe stato difficile fare una campagna pubblicitaria in grado di soddisfare i requisiti per una prima volta.

Abbiamo iniziato a fare le prove per la presentazione dello spettacolo e devo confessare che non ero molto sicura che i praticanti locali (che non erano molti) sarebbero stati ben istruiti in tempo, ma mettevano così tanti sforzi e lavoravano così duramente, che i miei occhi si sono riempiti di lacrime in molte occasioni durante le prove.

Abbiamo iniziato la promozione quasi alla fine di novembre, ma nel miglior modo possibile poiché abbiamo preso parte ad un evento sociale di grande impatto nella città, un posto preferenziale e gratuito. Sento che è stata una disposizione del Maestro che ha visto il cuore e la dedizione dei praticanti e ci ha mostrato e spianato la strada da seguire. Il giorno dell’evento, c’erano almeno 50 praticanti della Spagna, si gelava dal freddo e noi stavamo all’aperto, ma nessuno sentiva freddo e migliaia di persone hanno avuto la possibilità di venire a conoscenza che Shen Yun stava per arrivare in Spagna.

Da quel giorno i praticanti hanno collaborato instancabilmente l’uno con l’altro incondizionatamente, dando i volantini davanti ai teatri, visitando i negozi, le aziende, le scuole e le associazioni.

Ero stata coordinatrice di marketing, promozione e sponsorizzazione, e sebbene io avessi lavorato duramente, ero consapevole che non ero al livello necessario per lo standard. In alcune aree non ho lavorato abbastanza e c’è stato un momento in cui mi sono sentita così sopraffatta da rimanere completamente bloccata, ero incapace di pianificare qualsiasi cosa o eseguire qualsiasi attività.

I praticanti di altre regioni sono venuti ad aiutare. Avevo accumulato molte responsabilità, ma non ero in grado di delegare, credevo che solo se io fossi stata responsabile delle questioni, avremmo ottenuto buoni risultati. Avevo dimenticato la cosa più fondamentale di tutte, la coltivazione.

Il mio attaccamento al mettermi in mostra ed al convalidare me stessa erano nascosti dietro questo mio pensiero. Trovavo perfettamente accettabile: “è per il bene del progetto, tutto deve essere perfetto”. Stavo dimenticando la cosa fondamentale, tutti noi stiamo coltivando attraverso il nostro lavoro al progetto, tutti noi dobbiamo maturare attraverso le responsabilità, tutti noi dobbiamo cadere e rialzarci per imparare: la cosa più importante è il processo, non il risultato.

Ora, guardando indietro, mi sono accorta che la lezione più importante che ho imparato durante l’organizzazione di Shen Yun è una. Ho imparato a fidarmi del Maestro e dei compagni praticanti, che ora rispetto molto profondamente, e ho imparato a guardarli con il rispetto che i discepoli della Dafa meritano.

Ora ho piena fiducia che quando tutti noi abbiamo un cuore fermo nel fare quello che dobbiamo fare, quando abbiamo un obiettivo comune, abbiamo il miglior comandante che potesse esistere e un’elevata xinxing, allora siamo imbattibili, come la Truppa dell’Armatura nera.

Non ho più nessuna paura. Quest’anno ho sentito la potenza e la forza di un corpo unico come mai prima, e mi sento privilegiata e grata di farne parte.

Grazie Maestro!
Grazie colleghi praticanti!

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