Pressioni internazionali

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(Clearwisdom.net) E’ nostra convinzione che quando la verità sulla persecuzione del Falun Gong in Cina sarà rivelata completamente, la persecuzione terminerà, perché il mondo semplicemente non la potrà più tollerare. Il fatto che i leader comunisti abbiano tentato in ogni modo di nascondere e coprire le loro azioni fin dal 1999 indica che anche loro pensano questo.

A questo proposito, presentiamo una serie di articoli scritti per denunciare in modo più completo e cronologico la persecuzione del Falun Gong in tutte le sue molteplici sfaccettature. Invitiamo i nostri lettori a rivedere con noi durante questi mesi gli articoli che documentano i crimini contro l’umanità commessi dal Partito Comunista Cinese negli undici anni in cui ha perseguitato il Falun Gong.

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Nella sua campagna contro il Falun Gong, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha tentato di manipolare l’opinione pubblica cinese attraverso il controllo dell’informazione e delle relazioni pubbliche. Per proteggere la sua immagine internazionale e mettere a tacere le critiche per i suoi abusi dei diritti il PCC ha mirato ai governi stranieri, al mondo degli affari ed ai media spesso usando la tattica dell’esercitare pressioni “sotto il tavolo”.

Come risultato, attraverso tutti i rappresentati eletti del mondo democratico, imprenditori, professori e giornalisti si possono trovare coloro che sono stati complici nel mantenere il silenzio su ciò che alcuni esperti hanno definito il “genocidio del Falun Gong.” Nello stesso tempo, alcuni individui si sono infuriati per queste tattiche di pressione e, come risultato, hanno alzato la loro voce ancora di più a sostegno del Falun Gong.

Il PCC ha portato avanti queste tattiche di pressione principalmente attraverso i canali diplomatici, la diaspora cinese, i rapporti con le città gemellate, e con gli studenti stranieri che risiedono in Cina e con gli uomini d’affari occidentali che hanno interesse ad avere libero accesso in Cina.

Gli uomini politici occidentali che esprimono una qualunque forma di sostegno per il Falun Gong sono i principali bersagli delle manovre del PCC. L’ex capo del partito Jiang Zemin, universalmente considerato il responsabile della campagna lanciata contro il Falun Gong, ha personalmente consegnato libri a fumetti che denigrano il Falun Gong a capi di stato come Bill Clinton.

Membri del Congresso e Parlamentari hanno similmente ricevuto un fiume di propaganda. Uomini del Congresso raccontano di ricevere telefonate, lettere, riviste e DVD da funzionari dell’ambasciata cinese che contemporaneamente li invitano a delle visite ufficiali lussuose a Pechino.

Persino gli amministratori pubblici di piccole città non sono stati risparmiati. Il Sindaco Randy Voepel della città di Santee ha ricevuto una lettera dal Console Generale di Cina a Los Angeles che denigrava il Falun Gong. Voepel ha così risposto:
“‘La vostra lettera mi ha fatto rabbrividire. Sono rimasto scioccato dal fatto che una Nazione Comunista arrivi a creare una così enorme serie di problemi per reprimere ciò che è normalmente accettato in questo paese. Ho il più grande rispetto per i cinesi che vivono nel vostro paese o altrove nel mondo, ma devo essere onesto circa la nostra preoccupazione per la repressione dei diritti umani da parte del vostro governo così come risulta dalla vostra richiesta.’ Il Sig. Voepel ha poi emanato una proclama pubblico di elogio al Falun Gong.”

- Wall Street Journal (articolo)
Altri sindaci, come Willy Brown di San Francesco, hanno scelto di abbassare la testa ed hanno ritirato il loro sostegno al Falun Gong.

Insieme alle usuali chiamate telefoniche, lettere e visite personali con l'intento di denigrare il Falun Gong, nel caso che le richieste del PCC non vengano accolte, vi sono altre tattiche di pressione documentate che includono minacce di intervento negli scambi commerciali, nei programmi di scambi culturali ed accademici, o la rottura di gemellaggi fra le città. Scrivendo sul Wall Street Journal, Claudia Rosett dà il senso di quante persone siano state piegate sulla questione del Falun Gong (articolo).

Al fine di tenere l'attenzione del pubblico lontana dalla persecuzione, il PCC lavora anche direttamente per impedire le proteste del Falun Gong. Nel giugno 2002, per esempio, Jiang Zemin era pronto per una visita ufficiale in Islanda e ad altri tre stati europei. Jiang fu in grado di far pressione sul governo islandese (la più antica democrazia ininterrotta europea) perché usasse la lista nera fornita dal PCC per sbarrare l'accesso in Islanda ai praticanti del Falun Gong che volevano protestare durante la sua visita ( link). Il risultato fu che più di 3.000 cittadini islandesi che originariamente non sapevano nulla del Falun Gong, scesero in strada indossando dei bavagli per protestare contro la persecuzione, ma anche contro il servilismo del proprio governo.

In un altro esempio, sottoposto alle pressioni del PCC, Il Ministro degli Esteri Australiano Alexander Downer cercò (alla fine senza successo) di impedire al Falun Gong di innalzare degli striscioni di protesta fuori dall'Ambasciata Cinese. (http://www.faluncanada.net/infocentre/reports/CanberraTimes_102306_downer.htm, http://www.abc.net.au/pm/content/2005/s1389732.htm ; http://clearharmony.net/articles/200506/27084.html ).

Questi sforzi per allontanare la questione Falun Gong hanno raggiunto dei livelli che in altre circostanze sembrerebbero ridicoli. Diplomatici del PCC hanno lavorato febbrilmente per impedire al Falun Gong di partecipare alla parata del 4 luglio Giorno di San Patrizio, e per far chiudere delle mostre d'arte organizzate da aderenti del Falun Gong (link).

Un altro obiettivo principale sono state le imprese mediatiche che impiegano praticanti del Falun Gong e che danno grande spazio alla persecuzione in Cina, in primo luogo la New Tang Dynasty Television (NTDTV) e The Epoch Times. In Canada, per esempio, i diplomatici del Consolato Cinese fecero di tutto per impedire che NTDTV trasmettesse attraverso la Tv via cavo Rogers; Rogers ora sta trasmettendo otto canali della TV di stato cinese CCTV.

Lo spettacolo Shen Yun Performing Arts, che include anche dei balletti che descrivono la lotta per la libertà del Falun Gong in Cina, è a sua volta incorso nelle ire del PCC. Praticamente ciascuno dei teatri delle decine di paesi in cui la compagnia si è esibita a partire dal 2007 ha ricevuto pressioni da consolati ed ambasciate cinesi per rescindere ed annullare i contratti, e varie categorie di cittadini dei paesi ospitanti, attraverso lettere, email o visite di funzionari e anche attraverso le associazioni di studenti di cinesi all'estero, sono state consigliate di non partecipare agli spettacoli. Questo è successo in Svezia, in Corea del Sud e in altri paesi.

In effetti, le associazioni studentesche e universitarie cinesi (CSSA) sono sempre state tradizionalmente leali al partito e sono sempre state usate per condurre battaglie di pubbliche relazioni all'estero contro il Falun Gong.

Nell'aprile 2007, la CSSA della Columbia University, il cui regolamento stabilisce che l'organizzazione agisce sotto la guida del Governo Cinese, ha messo in scena delle interruzioni sullo stile di quelle che accadevano durante la Rivoluzione Culturale durante una manifestazione organizzata nel campus universitario per far luce sugli espianti praticati negli ospedali cinesi su praticanti del Falun Gong ed ha ripetutamente attaccato il Falun Gong sul suo sito web ( link). Altri cinesi all'estero che lavorano in imprese, governi e giornali sono stati usati in modi simili.

Nel 2002, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato all'unanimità la Risoluzione 304, che richiede al PCC “di smettere immediatamente di interferire sull'esercizio delle libertà religiose e politiche entro gli Stati Uniti, come ad esempio sul diritto di praticare il Falun Gong.” Per ulteriori notizie sulla Resolution 304, incluso il testo completo, leggi ( http://faluninfo.net/displayAnArticle.asp?ID=8962 in inglese

Perché il PCC è così impegnato a promuovere una campagna di pubbliche relazioni contro il Falun Gong in paesi dove certamente sa che non lo metteranno mai al bando?A differenza degli anni 60 sotto Mao, quando apparentemente al partito non poteva importare di meno di come i massacri che perpetrava potevano essere visti all'estero, il PCC dopo Tiananmen è ora molto più attento a salvaguardare la sua immagine. Lo slogan principale in politica estera del PCC è stato “l'ascesa pacifica”, una frase che vuole sottintendere la natura benigna del regime. La brutale repressione del Falun Gong non aiuta a costruire quell'immagine.

Ulteriori esempi sulle azioni di interferenze da parte del PCC nei confronti delle attività del Falun Gong in oltre 20 paesi, vedi questi articoli. link

Fonte: http://faluninfo.net/print/241/
Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/7/16/118627.html

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