Esporre il male a Belgrado durante un vertice con la Cina

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Mi chiamo Dejan. Pratico la Dafa da più di dieci anni. Sebbene abbia usato ogni opportunità per diffondere la Fa in Serbia, siamo ancora solo cinque praticanti. Non siamo abbastanza per organizzare un'attività su larga scala, ma questo ci apre la strada alla cooperazione con i praticanti all’estero. Molte volte i praticanti dalle nazioni vicine sono venuti ad aiutarci. Mai prima di dicembre dell’anno scorso, quando a Belgrado si è tenuto il vertice tra la Cina e sedici Paesi dell’Europa centrale ed orientale, abbiamo avuto una tale opportunità per chiarire la verità su larga scala. Questo ha aperto la porta per una collaborazione su vasta scala.

Preparazione

Essendo lo studio della Fa la base della nostra coltivazione, abbiamo iniziato degli incontri regolari su Sonant per formare un corpo unico. Alcuni Paesi avevano già tenuto eventi come questo, così abbiamo condiviso le esperienze degli altri, nonostante le situazioni non fossero universali. Il vertice della Cina con i sedici Paesi si era tenuto in Polonia e i praticanti erano stati autorizzati dalla polizia a fare quello che volevano. In Romania tuttavia, la polizia aveva vietato tutte le attività così i praticanti avevano dovuto cercare delle vie alternative.

In base alle nostre esperienze precedenti con la polizia, non ci aspettavamo che potesse accadere qualcosa di negativo in Serbia. Abbiamo richiesto un permesso, parlato con il capo della polizia e stavamo aspettando una risposta positiva.

Nel frattempo, è stata scritta una lettera ai sedici Primi Ministri, nella quale abbiamo menzionato la risoluzione europea contro il prelievo di organi e li abbiamo sollecitati a sollevare la questione al Primo Ministro cinese, anch’esso presente all'evento.

La lettera è stata co-firmata da sedici associazioni della Dafa e spedita il giovedì prima della settimana del vertice. Inizialmente ho provato a inviarla tramite fax, ma dal gabinetto del Primo Ministro mi hanno comunicato un malfunzionamento della macchina. Ho provato quindi ad inviarla tramite email, ma il loro sistema informatico si era rotto. Alla fine, il gabinetto ha confermato di aver ricevuto la lettera e che sarebbe stata consegnata al Primo Ministro.

Venerdì, abbiamo tenuto una conferenza stampa per annunciare la nostra azione e presentare la lettera al pubblico. Come se stesse aspettando la fine della conferenza stampa, la polizia ha cominciato immediatamente a sfilarmi intorno. Prima il capo di una stazione di polizia, che ha consegnato il divieto personalmente – dicendo che la decisione era venuta dall’alto. Poi un’altra stazione di polizia - alla quale avevamo fatto richiesta per un altro evento - ci ha espulsi e infine la polizia straniera è venuta a trovarmi alla reception dell’ostello in cui lavoro, per verificare chi sarebbe venuto la prossima settimana. Gli ho riferito tutto quello che sapevo, non c’era nulla da nascondere.

Ma non erano così convinti. Quella notte sono andato a casa di un praticante per studiare la Fa e ho notato di essere seguito. Un praticante serbo di un’altra città ha avuto la stessa esperienza – è stato perfino convocato nel quartier generale della polizia segreta e interrogato.

La pressione stava salendo, ma l'apice è arrivato sabato mattina. In un giornale alquanto rispettato è stata lanciata una campagna contro di noi. Usando una combinazione di menzogne standard del PCC sulla natura settaria del Falun Gong e distorcendo le mie parole durante un'intervista alla polizia, qualcuno ha prodotto un articolo molto cattivo, invitando al linciaggio.

Ho informato la FXH europea della nostra espulsione e sulla campagna diffamatoria. Il consiglio ricevuto è stata una citazione delle parole del Maestro che dicono che qualsiasi cosa fanno contro di noi, alla fine si rivolterà contro di loro.

Quella sera abbiamo tenuto il nostro ultimo incontro su Sonant prima di riunirci a Belgrado, così ho informato i praticanti sui nuovi sviluppi. Ho detto loro che tutto l’apparato statale e il governo controllavano i media contro di noi e dunque venire a Belgrado poteva essere rischioso. Ho chiesto: “Pensiamo ancora di dover continuare?”.

La loro risposta mi ha toccato profondamente. Dieci praticanti da sette o otto Paesi erano presenti e all’unanimità hanno detto: “Siamo discepoli della Dafa – NON dovremmo arrenderci. Se non possiamo tenere manifestazioni, possiamo fare altre azioni. Anche se pratichiamo e studiamo insieme, è abbastanza buono”.

La decisione era di procedere, ma con un approccio differente, che includeva minimizzare i rischi per la sicurezza e trovare sistemazioni alternative, sconosciute alla polizia.

Persecuzione

Il cielo era coperto e c’era apprensione nell’aria. In qualche modo ho sentito un’atmosfera simile a quella del luglio 1999 sebbene allora non fossi ancora un praticante. Domenica non sarebbe stata una giornata così ricca di eventi per noi in Serbia, ma alcuni praticanti erano già in cammino.

Due praticanti dalla Croazia e uno dalla Slovenia hanno tentato di attraversare il confine domenica sera. Tuttavia, erano sulla lista nera e l’ingresso è stato negato loro. La spiegazione era che le dimostrazioni erano vietate e il Falun Gong era considerato una minaccia alla sicurezza nazionale.

Lunedì mattina presto ho scoperto che nove praticanti bulgari erano riusciti ad arrivare a Belgrado, ma sono stati prelevati dalla polizia dall’ostello e portati in una sede sconosciuta.

Nella stessa mattina la polizia straniera ha fatto visita a casa mia, cercando praticanti nascosti, ma hanno trovato solo tre praticanti locali, i quali si erano riuniti per inviare pensieri retti. Hanno ammesso la detenzione dei praticanti bulgari nel loro dipartimento, ma hanno rifiutato di fornire altri dettagli.

Quando il tempo è arrivato, tre di noi sono andati a far visita alla stampa. Una praticante ha improvvisamente avvertito dolore alla gamba, così ci muovevamo lentamente, ma alla fine siamo riusciti comunque a raggiungere l’editore e il giornalista di quell’articolo diffamatorio. Entrambi sembravano vergognarsi e si sono scusati, ma non hanno promesso di pubblicare alcuna smentita e noi non abbiamo insistito.

Successivamente abbiamo fatto visita a un’associazione di giornalisti e una ONG conosciuta per la protezione dei diritti umani. Quella è stata una buona scelta, dato che hanno intrapreso immediatamente un'azione urgente, tra cui contattare varie istituzioni e livelli di governo, l'Ombudsman (difensore civico) e media amici.

Tutti i praticanti erano già stati informati degli arresti. Alcuni hanno cancellato il loro viaggio, mentre altri no e così molti arresti stavano per avere luogo. Lo stesso giorno una praticante slovacca è stata prelevata dall’ostello allo stesso modo dei praticanti bulgari. Tre praticanti finlandesi sono atterrati all’aeroporto di Belgrado, ma due di loro sono stati trovati sulla lista della polizia ed è stato negato loro l’ingresso nel Paese – cosi sono dovuti ritornare indietro. La terza praticante è arrivata fino all’hotel ma poi è stata arrestata.

A fine giornata sono stati detenuti undici cittadini europei, tra cui uno con lo status di rifugiato ONU, che ha subito la persecuzione e le torture in Cina. Ad ognuno di loro sono stati negati i diritti umani basilari: il diritto di fare una telefonata, avere un avvocato, o perfino un traduttore. Le ambasciate erano già state coinvolte e questo stava diventando un grande problema.

Il Maestro ha detto in Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa degli Stati Uniti centro-occidentali 2003:

“…tutta questa persecuzione è costituita da menzogne, calunnie e mezzi meschini che non possono sopportare la luce del giorno”.

Il nostro compito era chiaro: parlare al mondo e portare loro la luce del giorno.

Esposizione

Martedì casa mia è stata convertita in un centro mediatico. Abbiamo scritto dichiarazioni per la stampa e lettere alle istituzioni europee, mentre allo stesso tempo, i praticanti da diversi Paesi hanno cominciato a contattare i media locali e i VIP.

Era giunta una notizia dai praticanti detenuti: erano tutti raccolti nel centro di detenzione per gli stranieri ma non erano stati trattati male. Hanno chiarito la verità alle guardie e al capo del centro, guadagnando la loro simpatia. Tuttavia, è stato dato loro una specie di ultimatum dalle autorità più alte. Se avessero accettato di firmare una dichiarazione ammettendo di essere venuti a Belgrado per unirsi a delle manifestazioni illegali sarebbero stati rilasciati; se avessero rifiutato, avrebbero potuto essere trattenuti fino a trenta giorni e deportati come criminali, senza alcun diritto di tornare indietro.

Ogni praticante ha percepito che questa situazione è molto simile alle dichiarazioni che i praticanti in Cina sono forzati a firmare. Ognuno di loro si è rifiutato di cooperare e ciò ci ha fornito più tempo per esporre la situazione.

Il primo frutto del nostro lavoro è arrivato martedì. Un reporter di NTD ha fermato il ministro serbo per l’integrazione europea in una conferenza stampa a Bruxelles e ha fatto delle domande sugli arresti. Confuso, il ministro ha ammesso il problema dei cittadini europei detenuti e ha promesso la sua rapida risoluzione.

In precedenza, non avevamo nulla di ufficiale sugli arresti e i media locali si rifiutavano di scrivere. Al contrario, alcuni media avevano copiato l’articolo negativo di sabato e anche alcuni media bulgari avevano fatto lo stesso.

Dopo la dichiarazione del ministro, tuttavia, media indipendenti hanno cominciato a raggiungerci per capire cosa fose successo esattamente.

Martedì sono stato intervistato dalla TV principale, ma per qualche motivo erano riluttanti a trasmettere l’intervista. In realtà, solo dopo un ulteriore sforzo di una praticante svedese, che ha contattato in forma privata vari media e raggiunto l’editore della rete televisiva per chiarirgli la verità, hanno cominciato a riportare gli arresti degli attivisti del Falun Gong.

Dopo il primo report in televisione, un vicino che non sapeva nulla del Falun Gong mi ha detto: “Bel lavoro”.

Mercoledì si sono verificati importanti sviluppi. Primo, ho incontrato i praticanti israeliani e greci che si trovavano a Belgrado negli ultimi due giorni, ma che non ci avevano contattati per motivi di sicurezza. Insieme abbiamo deciso di non nasconderci più e successivamente siamo anche andati al parco per praticare insieme. Quello che ha reso possibile tutto questo è stato un reale cambiamento nell’ambiente.

Mercoledì sono arrivati in Serbia messaggi di sostegno dalla Commissione Europea e dall’Ambasciatore Europeo. Inoltre, Amnesty International e anche un parlamentare europeo slovacco in carica per le relazioni tra la Serbia e l’Unione Europea, hanno pubblicato una dichiarazione – nella quale tutti richiedevano l’immediato rilascio degli attivisti del Falun Gong. Quella è stata una grande notizia e sia i media serbi che bulgari hanno iniziato a chiedere cosa fosse il Falun Gong e perché gli attivisti fossero detenuti in Serbia.

Uno di questi media era un notiziario via cavo. Sapendo che i praticanti rumeni erano riusciti a proiettare Free China in TV durante il vertice con la Cina a Bucarest, abbiamo offerto un accordo speciale alla televisione che ha accettato.

Rilascio

Non sappiamo cosa sia accaduto dietro le quinte, ma ci sono indizi che molti VIP in tutta l’Europa abbiano avuto la loro opportunità di difendere i praticanti del Falun Gong e probabilmente, in quel modo, hanno scelto il loro futuro. Tutti i praticanti sono stati rilasciati giovedì, alla conclusione del vertice, dopo 72 ore di detenzione. Sembrava che la polizia fosse ancora spaventata da loro, così hanno scortato i praticanti al confine per poi lasciarli andare.

Nelle due settimane successive, i praticanti bulgari sono diventati abbastanza famosi nel loro Paese. Hanno avuto una serie di interviste televisive e coperture mediatiche.

In Slovacchia, la storia del Falun Gong è stata riportata in diverse riviste, sulla Tv principale e nei programmi natalizi, insieme alla dimostrazione degli esercizi.

In Serbia, Free China è stato trasmesso due volte in prima serata, mentre una successiva cooperazione con la stessa rete televisiva ha portato altre due proiezioni di “Trascending the fear” e il film su Gao Zhisheng.

I successivi report mediatici ne includevano uno molto buono sul prelievo di organi, pubblicato dai giornali che inizialmente avevano iniziato la campagna contro di noi.

Almeno in tre Paesi, quest’evento ha rappresentato la più grande esposizione della persecuzione del Falun Gong.

Dal punto di vista della coltivazione, abbiamo dovuto rimuovere molti ostacoli – come l’attaccamento alla paura e alla reputazione. Nessuno dei praticanti detenuti ha mai biasimato la polizia serba per questo episodio, essendo pienamente consapevoli di cosa ci fosse dietro. Anche per me è stato così all’inizio, ma nelle ultime fasi di questo evento, mentre il mio studio della Fa è peggiorato nella qualità, ho riconosciuto di aver iniziato a cadere nella politica biasimando la polizia e li Governo.

Più tardi ho ricordato la frase del capo della polizia che diceva “l’ordine è venuto dall’alto” e ho compreso che non si riferiva a nessun livello della polizia. Dopo quella comprensione, ho scritto una lettera al Primo Ministro, chiedendogli gentilmente di avere un incontro con i rappresentanti dell’Associazione. Non abbiamo mai ricevuto una risposta, ma questo non è il punto principale. Il punto è che ho sviluppato compassione verso l’uomo che molto probabilmente ha ordinato la campagna brutale contro i praticanti della Falun Dafa e l’ho perdonato.

Termino questa condivisione con un messaggio di un praticante serbo di un’altra città, inviato alla mailing list: “Pratico la Dafa dal 2010. Vivo a Nis. Guido la vecchia Zastava 128. Mi seguono da due giorni, una Toyota nera e una Volkswagen grigia. Tutta la notte mi hanno aspettato nel parcheggio. Mi hanno seguito anche a lavoro. Mi hanno anche interrogato… Erano interessati a sapere cosa fosse il Falun Gong – un'organizzazione politica? Ho detto che pratico da quattro anni, ma non sono sicuro che mi abbiano capito. Non so come abbiano trovato il mio numero di telefono e tutto il resto. Dovrei cercare aiuto legale? Continuerò a praticare”.

Grazie Maestro per questa preziosa opportunità.
Grazie a tutti i praticanti per il loro sostegno.

(Presentato alla Conferenza europea di condivisione delle esperienze della Falun Dafa a Vienna del 2015)

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