I praticanti del Falun Gong di tutto il mondo si riuniscono attorno ai Praticanti in sciopero della fame, nel Campo di Lavoro di Masanjia

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Questo fine settimana, i praticanti del Falun Gong di tutto il mondo hanno iniziato dimostrazioni all'insegna del "SOS!", chiedendo un supporto urgente in soccorso dei 130 praticanti tenuti prigionieri nel famoso Campo di Lavoro Masanjia, in Cina. I praticanti detenuti stanno entrando nella loro terza settimana di sciopero della fame. I praticanti hanno iniziato lo sciopero per rispondere alle autorità Cinesi che hanno esteso i termini della loro permanenza nel campo oltre le date originali.

A Washington D.C, Londra, Toronto, New York e in altre parti, singoli praticanti del Falun Gong hanno iniziato il loro sciopero della fame, e centinaia si sono riuniti per vegliare a lume di candela. I praticanti, radunati all'esterno delle locali ambasciate e consolati cinesi, stanno chiedendo che le autorità comuniste cinesi rilascino immediatamente e incondizionatamente i 130 del Campo Masanjia.

"Queste sono persone buone e innocenti che, in primo luogo, non avrebbero mai dovuto essere imprigionate", ha detto Mela Wu, una praticante del Falun Gong attualmente al secondo giorno di uno sciopero della fame di 48 ore, all'esterno del consolato cinese di New York. "È proprio impensabile che le autorità cinesi estendano ora i termini di carcerazione di queste persone, quando esse hanno già sofferto così tanto".

I praticanti del Falun Gong all'esterno dell'Ambasciata cinese a Washington, D.C. hanno emesso un comunicato per spiegare ulteriormente il loro appello: "Lo scopo di questa azione è di supportare i 130 praticanti del Campo di Lavoro Masanjia, che hanno fatto lo sciopero della fame per quasi 20 giorni, per protestare fermamente contro la detenzione di praticanti oltre i termini delle loro sentenze, e per smascherare la completa noncuranza per la vita umana del regime cinese e la sua non volontà di punire gli ufficiali di polizia che violano la legge. Noi richiediamo l'immediato rilascio dei praticanti del Falun Gong imprigionati in Cina.

Dimostrazioni simili, che coinvolgono centinaia di persone, sono in corso a Chicago, San Francisco, Sydney (Australia), Parigi e Gothenburg (Svezia).

Sofferenza orribile

Il Campo Masanjia è famoso per le misure estreme e violente impiegate per il lavaggio del cervello dei praticanti del Falun Gong. È stato riportato che lo scorso mese di Ottobre, i funzionari del campo hanno spogliato nude 18 donne praticanti del Falun Gong e le hanno gettate nelle celle dei reparti maschili.

Un articolo del Washington Post del 5 Agosto fornisce un colpo d'occhio sugli orrori della prigionia nel campo di lavoro, per coloro che praticano il Falun Gong. Il Post ha raccontato la storia di un sopravvissuto del campo, "James" Ouyang, un ingegnere elettrico di 35 anni, che è stato brutalizzato nel campo di lavoro di Pechino, per essere rimasto fedele al suo credo. Mentre era in custodia, Ouyang è stato costretto a restare in piedi con la faccia al muro per nove giorni.

"Se si muoveva, essi lo colpivano. Se cadeva a terra per la fatica, essi lo colpivano. Ogni mattina, aveva cinque minuti per mangiare e defecare. 'Se non lo facevo, me la sarei fatta nei pantaloni' egli disse. 'E anche per questo mi avrebbero punito'. Al sesto giorno, disse Ouyang, non riusciva più a vedere diritto, a causa del fissare l'intonaco a tre pollici dalla sua faccia".

Secondo Feng Yuan, portavoce del Falun Gong, il desiderio di trattenere i praticanti più a lungo dei termini prescritti, riflette la grande paura del governo cinese: che i praticanti "non riformati" possano rivelare al mondo esterno l'orribile e disumana condizione del Campo Masanjia. Tale rivelazione infrangerebbe ulteriormente l'immagine dei campi cinesi, che le autorità hanno cercato di creare attraverso visite dimostrative guidate.

"Ovviamente, questo significa che il campo ha fallito l'obiettivo di lavare il cervello e spezzare questi praticanti, nonostante abbiano sopportato per mesi implacabili torture, abusi e coercizioni", ha detto Yuan. Secondo Yuan, ciascuno dei 130 praticanti in sciopero della fame è stato trattenuto a Masanjia per almeno un anno.

Da quando il governo cinese ha messo al bando la pratica del Falun Gong, due anni fa, più di 20.000 praticanti in tutto il paese sono stati mandati illegalmente nei campi di lavoro, senza processo. È noto che, a tutt'oggi, sono 263 i praticanti morti in prigione, sotto tortura e per abusi.

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