La cultura del thè in Cina

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L'origine del thè

Sono sette le cose di cui i cinesi si occupano nella loro vita quotidiana: “La legna da ardere, il riso, l'olio, il sale, la salsa di soia, l'aceto e il thè”. Sebbene il thè sia l'ultimo sulla lista delle loro necessità quotidiane, c'è una storia piuttosto significativa con una connotazione culturale e una lunga tradizione dietro al “prendere una tazza di thè dopo il pasto”. La Cina è il luogo di origine del thè e della cultura del thè, così il thè ha accompagnato la nazione cinese durante 5000 anni di storia. Come dice un detto: “Una tazza di thè di primavera trattiene un momento il vostro invitato, una vita semplice e pura vi ispira a diventare immortali.” Offrire una tazza di thè agli invitati è una bella tradizione cinese. Per questo oggi parliamo del thè.

Parlando dell'origine del thè, esiste una leggenda cinese su Shennongshi. Mentre Shennongshi cercava delle erbe medicinali, assaggiò centinaia di tipi di piante e semi. Un giorno, assaggiò 72 veleni, ma utilizzò il thè come antidoto detossificante.” Secondo la leggenda, il nostro antenato Shennongshi aveva un ventre trasparente come cristallo. Poco importa cosa mangiasse, poteva vederlo chiaramente attraverso il suo ventre. A quel tempo le persone vivevano in condizioni primitive e mangiavano tutto crudo, pesce, legumi, frutta, anche i problemi intestinali erano molto frequenti. La leggenda vuole che con lo scopo di aiutare le persone, Shennongshi assaggiò ogni sorta di erbe e vegetali per scoprire quello che succedeva nella sua pancia dopo aver mangiato diversi tipi di cibo. Viaggiava tutto l'anno attraverso montagne e riviere. Un giorno, Shennongshi scoprì una specie di pianta con delle foglie verdi e dei fiori bianchi, e ne mangiò le foglie. Dopo averla assaggiata fece una strana scoperta nel suo stomaco. Non solo le foglie si spostavano, salendo e scendendo nel suo stomaco e pulendo tutto quello che aveva mangiato, ma lasciavano anche un buon sapore in bocca e una sensazione di freschezza. Shennongshi fu estremamente felice di aver scoperto l'effetto detossificante di queste foglie. Pensava che la scoperta del thè gli fosse stata accordata dalle divinità, che avevano apprezzato la sua gentilezza nel cercare di scoprire, alla sua vecchia età, delle erbe medicinali che potevano trattare le malattie delle persone. Shennongshi fu riconoscente verso le divinità e divenne ancor più diligente nella raccolta delle erbe medicinali. Da allora, quando si avvelenava gustando le erbe, utilizzava le foglie verdi per disintossicarsi. Poiché le foglie verdi giocavano il ruolo di medico (controllando e pulendo lo stomaco), Shennongshi le chiamò “cha” (esaminare). In seguito la gente ha cambiato il carattere con “cha” (thè). Ecco come fu scoperto il thè.

Dato che il thè può calmare la sete, rinfrescare e neutralizzare il veleno, alcuni anni più tardi gli alberi di thè vennero prodotti e raccolte le foglie. Erano considerati come un'erba capace di mantenere una buona salute più delle altre erbe medicinali.

Gradualmente, il thè è diventato ben conosciuto, e oltre a usarlo sotto forma di medicina, le persone lo usarono per rendere omaggio, come un piatto o una specie di bevanda. Attraverso le modifiche nel corso delle differenti dinastie, ecco che abbiamo il thè di oggi. Riassumendo, il thè era un medicamento benefico scoperto dal nostro antenato Shennongshi, ricompensato dalle divinità che apprezzarono la sua bontà nei confronti degli altri. Le divinità predisposero in modo che Shennongshi scoprisse il thè a beneficio dell'umanità intera.

Lo sviluppo del thè

Dopo la scoperta del thè, le persone sono passate attraverso diversi stati di sviluppo nel suo uso. Oggi ne facciamo una bevanda utilizzando dell'acqua bollente per fare del thè a partire dalle foglie. Nei tempi antichi, i nostri antenati usavano il thè come medicamento. A quell'epoca, le persone tagliavano dei rami dell'albero di thè selvatico, raccoglievano le estremità delle foglie, le sbollentavano nell'acqua, poi bevevano l'acqua. É ciò che la gente chiamava “bollito di thè”. Il thè ottenuto in questo modo era molto amaro, ed è stato dunque chiamato, “thè amaro”.

All'epoca della dinastia Qin e Han, le persone svilupparono nuovi metodi per preparare e usare il thè. Non facevano bollire le foglie di thè fresco. Cucinavano piuttosto dei “dolci di thè”, sul fuoco, poi lo facevano e pezzi. Dell'acqua bollente era aggiunta per fare del thè. Ci mischiavano dell'erba cipollina, dello zenzero e dell'arancia, e lo chiamarono “thè cotto”.

Sotto la dinastia Tang, le persone fabbricavano dei dolci di thè. Quando prendevano un thè, per prima cosa sbriciolavano un dolce di thè, lo rompevano finemente e lo mettevano su un setaccio, mettevano il thè filtrato in una tazza e ci versavano dell'acqua bollente. La cultura del thè ha guadagnato in popolarità proprio in quest'epoca. Gradualmente, “bere del thè” è diventato “degustare un thè”. I banchetti di thè che si svolgevano nei palazzi reali, nei templi e tra gli intellettuali erano altrettanto popolari. L'atmosfera nei banchetti di thè abitualmente era solenne e elegante e seguiva le rigide regole dell'etichetta. Il thè servito doveva essere di alta qualità, e l'acqua doveva provenire da alcune fonti ben conosciute. Il necessario per servire il thè doveva essere altrettanto prezioso e di rara qualità. I banchetti del thè cominciavano generalmente dai responsabili che mischiavano personalmente il thè, o supervisionavano la miscela del thè, per dimostrare il loro rispetto nei confronti degli invitati. Poi si presentava il thè, si riceveva il thè, si assaggiava, se ne apprezzava il colore e lo si degustava. Dopo tre ore le persone cominciavano a fare dei commenti sul thè, ad apprezzare le belle qualità morali dell'ospite, ammirare il paesaggio, chiacchierare, o scrivere della prosa o dei poemi.

Sotto la dinastia Ming, le persone versavano abitualmente dell'acqua direttamente in una pentola per il thè o in una tazza contenente una manciata di foglie di thè, rendendo la bevanda del thè più semplice e più pratica. Con il passare del tempo, la gente è diventata sempre più cosciente del ritmo rapido della vita e hanno iniziato a fare le cose spinti dall'efficacia. Alcuni hanno iniziato a bere il thè istantaneo, o bevevano il thè per ragioni di salute, sia il thè ordinario che quello deteinato. Tuttavia le maggioranza delle persone preferivano “bere il thè” anziché “degustare il thè”.

La cultura del thè

Sotto la dinastia Tang c'era un uomo di nome Lu Yu, che, dopo numerosi anni di osservazioni e di ricerche, scrisse un libro intitolato Cha Jing. Questo libro riassumeva una serie di metodi destinati a far crescere il thè, a cucinarlo e a degustarlo. Integrava anche la connotazione culturale dell'arte del thè, dando così forma al primo Tao del thè. Le persone delle generazioni successive hanno chiamato Lu Yu, il “saggio del thè”.

La cultura del thè riflette le caratteristiche della cultura tradizionale orientale – è una combinazione di “thè” e di “Tao”.

L'antico saggio cinese, Lao Zi disse: “Il Tao può essere chiamato Tao, ma non è un Tao ordinario”. Ha anche detto: “Il Tao è vasto e si trova ovunque, proprio accanto a voi.” Allora, che cos'è il “Tao”? Nel classico confuciano della Cina si dice: “Il mandato del cielo si chiama natura; seguire la natura è chiamato il Tao”.

Infatti, l'essenza del “Tao” è di ricordarci che l'esistenza di tutte le cose nell'universo, compreso la rotazione del cosmo, la riproduzione umana, i cambiamenti di dinastia, e la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte degli esseri umani, segue il “Tao” e certi schemi. Creazione – stasi – degenerazione – distruzione è la legge dell'universo. Di conseguenza quello che possiamo fare è di “tornare al vero sé originale” e ritornare alla natura prenatale poiché essa è pura e benevolente, e legata all'universo. In tal modo, le persone possono raggiungere lo stato in cui uomo e cielo sono combinati in uno solo e così il Tao segue la natura. Questo è ciò che gli antichi chiamavano il “Tao” della coltivazione.

Così, il “Tao” riflette i principi e la legge dell'universo e della vita, e i cinesi non parlano in modo superficiale del “Tao”, poiché pensano che si tratti di una cosa molto profonda. Non è un qualcosa che può essere definito chiaramente. Le persone della Cina moderna sono spesso tagliati fuori dal “Tao” a causa dal termine “superstizione”, non come in Giappone, dove esiste il Tao del thè, il Tao dei fiori, il Tao dell'incenso, il Tao della spada. Nello sport, abbiamo il judo (la via della flessibilità) e il Taekwondo. Infatti, nella Cina antica, c'era il Tao in tutti i mestieri e le professioni, e le persone erano interessate a ricercarlo. Così, gli antichi cinesi avevano il Tao anche nella degustazione del thè.

La cultura del thè, è una sorta di cultura “intermediaria”, in cui il thè funziona da veicolo per trasmettere e realizzare lo spirito della cultura tradizionale cinese. Liu Zhenliang della dinastia Tang ha chiaramente stabilito nelle dieci virtù di bere il thè: “Il thè può realizzare il Tao, e il thè può raffinare la volontà di un essere.” Allora che cos'è il Tao del thè?

In superficie, esistono un codice del thè, delle pratiche del thè, dei metodi del thè, delle tecniche del thè, delle arti del thè, e l'essenza del thè, alle quali spesso ci si riferisce come ai sei punti relativi al thè. Le persone sembrano apprendere le tecniche, anche se in realtà, il punto principale non risiede nelle “tecniche”, ma nello “spirito”. Nonostante questo, per apprendere lo spirito, si deve cominciare dalle tecniche. É necessario comprendere questi principi prima di parlare di Tao del thè.

Il gusto “amaro” del thè

Il thè è amaro ma ricco di sapore. Le persone possono considerare l'amarezza della vita a partire dalla degustazione del thè. Quanta amarezza c'è nella vita? Nel buddismo, si dice che c'è l'amarezza alla nascita, alla vecchiaia, nella malattia e alla morte. C'è dell'amarezza nell'odio, nell'amore, nella separazione, nella ricerca delle cose, ecc. Evidentemente, tutte gli affari che costituiscono l'esistenza umana e gli elementi spirituali implicati nel processo di una tale esistenza possono portare alla gente “amarezza e dolore”. É per questo che il Budda ha insegnato: “Il mare delle sofferenze è senza limiti; ma rovesciando la situazione si può ritrovare la riva”. Si tratta dello stesso principio di ritornare al proprio vero sè originale della scuola del Tao. Così, ottenendo un punto di vista sulla vita e sul mondo profano, si può trovare un sollievo nell'amarezza. Il thè è amaro. Li Shizhen ha scritto nel Compendium della Materia Medica: “Il thè è amaro e freddo, principalmente yin e soprattutto efficace nella riduzione del calore interno, si prova una sensazione di chiara freschezza”. Le persone possono svegliarsi ai principi della vita gustandone la dolcezza dopo aver assaggiato l'amarezza del thè; comprendono il fatto di vivere una vita semplice e di considerare le prove come una gioia.

La bellezza del vuoto o della calma nel Tao del thè

Il Tao del thè chiede di essere “armoniosi, calmi, contenti e veri” e di considerare la “calma” coma la strada da seguire per raggiungere uno stato di disinteresse, senza alcuna nozione. Questa “tranquillità” significa una “calma” silenziosa al punto di essere solenne? Certamente no. La tranquillità nel Tao cinese del thè si riferisce alla calma del regno spirituale, che si riflette nella quiete esterna o serenità. Fin tanto che si mantiene la tranquillità dentro di sé, niente impedisce a chiunque di apprezzare le discussioni, le risate, la musica o l'opera. Quando le persone degustano il thè devono abbandonare le loro ansie interiori e i loro attaccamenti e mantenere uno spirito e un cuore calmo prima di entrare nello stato in cui possono apprezzarne con tranquillità il colore, l'odore, il gusto e la forma del thè, riflettendo sulla via, forgiando il loro temperamento e raggiungendo uno stato di vuoto, apprezzando la bellezza, la felicità e la tranquillità.

La natura ordinaria del Tao del thè

Il maestro giapponese della cerimonia del thè, Sen no Rikyu ha detto una volta: … “(voi) dovreste sapere che la natura del thè non è nient'altro che far bollire dell'acqua per fare del thè”. Andando più in profondità, riflettè sul fatto che la natura del Tao del thè è in effetti quella di svegliarsi ai misteri dell'universo e della vita attraverso delle cose triviali della vita quotidiana. La coltivazione della buddità e del Tao esige che le persone si sveglino ai grandi principi attraverso “la coltivazione e la pratica” quotidiana tra le cose triviali. Così, esiste un antico detto: “Non esitate a fare una buona azione, semplicemente perchè è piccola; non impegnatevi in niente di malvagio, anche se voi pensate che si tratti di una piccola cosa”. Non si devono ignorare le piccole buone azioni, poiché ogni buona azione accumulerà della virtù (de); nello stesso tempo, non si deve intraprendere delle azioni imprudenti sotto il pretesto che si tratta di una cosa triviale, poiché se qualcuno commette delle azioni cattive, ridurrà il numero di gioie che gli è stato accordato dal destino. Nei casi più gravi, si potrà perfino vedere ridotte la sua vita e la sua fortuna e questo potrà riguardare anche la sua famiglia. Non si potrà vedere l'effetto immediatamente, ma se il karma cattivo si accumula, ci sarà un periodo in cui le retribuzioni di causa effetto saranno effettive.

“Il lasciar andare” nel Tao del thè

Le persone sentono la sofferenza perchè non possono “abbandonare” le cose. Così, la Scuola di Budda insegna alla gente ad abbandonare gli attaccamenti. Non si può risvegliarsi al Tao che abbandonando tutti gli attaccamenti, senza di questo tutti i nostri sforzi potrebbero essere vani. Quali sono le cose che la gente deve abbandonare? Bisogna abbandonare le inquietudini della vita, abbandonare la fama, gli interessi personali e i sentimenti, abbandonare ogni sorta di attaccamento e di desiderio, e abbandonare “ tutto quello che non si può abbandonare”. Quando abbandonate tutto questo, sicuramente vi sentirete certamente molto distesi, e guardando intorno a voi vedrete che il cielo è così blu come il mare, le colline sono verdi e l'acqua chiara, il tempo è soleggiato, la brezza leggera e che la luna e le stelle brillano. Anche la degustazione del thè ha la particolarità di poter accantonare ciò che si sta facendo sul momento, per concedersi un momento di tempo libero, lontano dalla pressione mentale, e rilassarsi. Come afferma un poema: “Lasciar andare se lo volete, in tal modo, di cosa potreste inquietarvi? Siate una persona spensierata, approfittate dello splendore delle stelle e della luna. Speriamo di poter lasciar andare tutto e diventare degli amatori di thè spensierati”.

Così, in primo luogo, nel Tao del thè, è fondamentale coltivare lo spirito e il temperamento, per ottenere una visione sulla vita seguita alla degustazione dell'amarezza del thè. Si deve mantenere uno spirito libero dagli attaccamenti e discernere la verità nella vita ordinaria. Alla fine dobbiamo abbandonare tutte le amarezze e i piaceri e svegliarci ai principi della vita, alla profondità dell'universo e ritornare al nostro vero sé originale. Ogni professione e ogni cultura concessa dalle divinità può aiutare le persone nella coltivazione e migliorare il nostro livello, perchè agli occhi delle divinità gli uomini non sono venuti su questo mondo semplicemente per essere degli umani, e ciò implica un significato interiore profondo. Le divinità offrono degli indizi e proteggono l'umanità in tutti i tempi, sperano che gli esseri umani possano prendere la strada verso la divinità e ritornare al loro vero sé originale.

In questo periodo di catastrofi, mentre la grande legge dell'universo è venuta nel mondo umano per offrire la salvezza e l'opportunità di ritornare al divino, numerose persone lottano ancora nel mare di amarezza e non hanno realizzato i duri sforzi del divino. Amici miei, se volete saperne di più sul complesso universo e i veri segreti celesti, vi incoraggio a leggere il prezioso libro Zhuan Falun nel vostro tempo libero. Allora potrete comprendere tutto ciò che volete sapere.

Versione francese: http://fr.clearharmony.net/articles/201202/59914.html

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