Amnesty International Rapporto sulla Cina

I morti tra i praticanti del Falun Gong, detenuti in prigione, continuano ad aumentare con il peggioramento dei provvedimenti severi presi nei loro confronti
 
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AI Index: ASA 17/048/2000

19 Dicembre 2000

"Mentre la Cina dichiara il proprio impegno per la promozione e la tutela dei diritti umani, la repressione del Falun Gong ed altri gruppi “eretici” aumenta e le vittime aumentano giornalmente,” ha dichiarato Amnesty International oggi.

"Queste morti in prigione sono un’orribile illustrazione dell’insensibile noncuranza delle autorità per la vita degli individui detenuti unicamente per le proprie attività pacifiche. Il governo deve impegnarsi seriamente per impedire la tortura intervenendo immediatamente.” (La Cina ha ratificato la Convenzione UN contro la Tortura nel 1988).

A parte il numero elevato di morti in prigione, numerosi casi di tortura o maltrattamento da parte della polizia, detenzioni arbitrarie e processi ingiusti sono regolarmente riportati. Le cronache indicano che, in alcuni casi, tutti i praticanti del Falun Gong identificati sono sistematicamente detenuti in “riformatori” speciali. Chi non rinuncia al proprio credo resta in prigione.

"La Comunità Internazionale non può osservare in silenzio il perpetrarsi di queste gravi violazioni dei diritti umani. Deve condannare questi abusi e spingere la Cina ad intervenire per fermarle” ha detto l’organizzazione.

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