Contro la Cina/ Non solo Tibet: a Milano il musical "Shen Yun" riporta in scena la cultura "cancellata" dal regime di Beijing

Fonte: http://canali.libero.it - Lunedí 14.04.2008 17:47
 
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Se le proteste anti-cinesi per la repressione in Tibet tengono banco nelle cronache internazionali di queste settimane, a Milano arriva uno spettacolo che, sia pure senza la volontà di fare politica, fa luce su una forma meno conosciuta di “genocidio culturale” compiuto dal regime di Beijing.
Reduce dal successo del tour mondiale 2007, che da New York a Parigi, da Tokio a Sydney ha visto oltre 200mila spettatori, lo “Shen Yun” Chinese Spectacular sbarca per la prima volta in Italia il 15 e 16 aprile all’Allianz Teatro (ex Teatro della Luna) di Assago. Concepito in America dal gruppo Divine Performing Arts, considerata la migliore Scuola di Danza Classica Cinese al mondo, lo show si propone di recuperare la cultura tradizionale cinese, distrutta nell’ultimo cinquantennio durante la cosiddetta “Rivoluzione culturale”.
Cosa aspettarsi? “Un mix di danze antiche e canti classici per celebrare gli antichi valori della Cina, rappresentati con racconti, leggende e storie sulla gentilezza, la verità, la benevolenza, la lealtà, senza la contaminazione del regime comunista. Ogni racconto è presentato in italiano e cinese da una sorta di maestro di cerimonia per facilitare la comprensione dello spettatore, che rimane coinvolto dall’estrema versatilità dello spettacolo e dalle scenografie con coloratissimi costumi”, spiega la signora Ning, fondatrice dell’Associazione Italiana Falun Dafa, attiva nella promozione di questa antica pratica di corpo e spirito ispirata ai principi di verità, compassione e tolleranza e perseguitata dal regime cinese dal 1999.
“Il regime comunista in Cina ha causato, dal ’59 ad oggi, 70-80 milioni di morti, sostenendo la violenza e la cultura alla lotta. Lotta contro il cielo, contro la terra, contro gli uomini. I principi del Falun Dafa sono in evidente contraddizione con i valori del regime comunista e per questo i praticanti in Cina sono stati messi fuori legge. Chi disobbedisce viene punito con torture e nei peggiori casi con la morte”, spiega Ning. Che sulle prossime Olimpiadi di Beijing e le proposte di boicottaggio internazionali, commenta: “Il mio scopo non è far politica, anzi. Però mi sembra assurdo far coesistere i valori di violenza che predominano oggi in Cina con il messaggio di pace intrinseco alle Olimpiadi. Bisogna guardare la realtà: il regime cinese è di una violenza sovrumana contro tutti: non solo con i tibetani, ma anche con i praticanti del Falun Dafa, tanto per citare due casi di attualità”.

Fonte: http://canali.libero.it/affaritaliani/culturaspettacoli/shenyun140408.htm

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