Antica Cultura Cinese: Viaggio Attraverso Paradiso e Inferno

La cultura tradizionale cinese crede nell’esistenza di un’anima
 
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Come accade nelle religioni e nelle visioni del mondo occidentali, anche la cultura cinese crede che ogni essere vivente abbia un’anima. Secondo alcuni questa credenza ha avuto anche una tacita conferma scientifica: nel 1920 il fisico Zaalberg van Zelst e il dottor Malta, entrambe olandesi, mostrarono come nel momento della morte clinica, il corpo perde 70 grammi di peso – dettaglio che secondo loro rappresentava la prova del fatto che l’anima lascia il corpo. Ma la domanda rimane – cosa accade all’anima dopo che lascia il corpo?

Risposte a questo quesito possono essere trovate in molte visioni del mondo che affermano l’esistenza di una vita nell’aldilà. I critici considerano questa credenza come l’espressione del desiderio delle persone per una vita dopo la morte e il desiderio che la morte non significhi la fine dell’esistenza. La saggezza popolare cinese dice, “Anche se una persona non crede in niente, è bene sapere cosa aspettarsi nel caso che la propria opinione sia sbagliata.” Nel frattempo, molte persone che hanno avuto esperienze vicine alla morte hanno riferito di viaggi in paradiso o all’inferno.

Viaggio nel Mondo Sukhavati – Il Paradiso dell’Estrema Beatitudine

Il Maestro Kuanjing di Fujian ebbe una visione mentre meditava in una caverna della provincia dello Yunnan, vicino a Mile nel 1967. Vide la Bodhisattva Avalokitesvara, una divinità del mondo Sukhavati. Questa lo accompagnò in un breve viaggio che sembrò a Kuanjing durare appena poche ore. Ma quando tornò erano passati ben sei anni. Raccontò alcune sue esperienze e le pubblicò nel 1987 in un libro intitolato “Un Viaggio del Mondo Sukhavati”.

In base ai suoi ricordi, la divinità gli promise di immergersi in un mondo completamente nuovo, un mondo senza nascita, vecchiaia e malattia, un mondo senza ingordigia, desideri e morte. Questa esistenza è riservata solo a coloro che hanno raggiunto l’illuminazione.

La sua prima esperienza di un incontro con gli esseri illuminati fu l’incontro con tre monaci alti più di tre metri. Uno di loro ammonì Kuanjing perchè al suo ritorno aiutasse gli uomini a seguire di nuovo l’antico sentiero della “coltivazione”. Gli uomini devono credere in esistenze più alte e gradualmente alla fine assimilarsi a quegli esseri di alto livello.

Poi Kuanjing desiderò fare visita a Budda Amitaba, creatore della “Terra Pura” in compagnia della Bodhisattva. Nel loro viaggio incontrarono un’immensa catena di montagne. Ma, come scoprì presto, l’immensa catena montuosa non era nient’altro che la punta del piede dell’onnipotente Amitahba. Improvvisamente Kuanjing divenne abbastanza alto da raggiungere l’ombelico di Amitahba. Ora poteva ammirare l’onnipotente Budda. Rimase tranquillo su un supporto di fiori di loto, fatto di così tanti fiori che era impossibile contarli. In cima ad ogni fiore c’era una pagoda, che emetteva milioni di luci colorate. Il Budda risplendeva di colori dorati e mozzafiato. Gli occhi erano come oceani, e secondo Kuanjing, erano delle dimensioni degli oceani conosciuti. Sopraffatto da una tale bellezza e perfezione, Kuanjing espresse il desiderio di restare là, ma il Budda gli ricordò il compito che ancora lo attendeva – offrire alla gente un modo per uscire dal loro dilemma ed essere salvati.

Anche se questo mondo è inaccessibile all’uomo comune, si dice che le divinità nei cieli osservino il genere umano, la Terra e anche l’intero cosmo. Secondo il libro di Kuanjing, c’è una torre chiamata “Colonna della Vista Pura” che ha la capacità di vedere attraverso ogni luogo nel cosmo.

Kuanjing raccontò che in quel mondo c’era solo perfezione, non c’era nulla della lotta e del dolore della nostra vita terrestre. Fu un viaggio in paradiso.

Un Viaggio Infernale negli Inferi

Un altro racconto, contenuto in un libro taiwanese pubblicato nel 1978 e intitolato “Viaggio all’Inferno”, racconta la storia opposta. Lo scrittore descrive scene impressionanti:

“Inizia con un sentiero che finisce ai piedi di una montagna. Alle anime compassionevoli che hanno fatto molte cose buone nelle loro vite viene mostrato un sentiero diretto verso il paradiso, mentre le persone cattive, accecate da una forte luce sinistra, improvvisamente si trovano risucchiati in un buco, sotto la montagna, che conduce all’inferno. Una volta là, devono affrontare la punizione in base al Giudizio Universale. Punizioni vengono inflitte in parecchie camere della tortura; punizioni differenti sono inflitte alle persone a seconda del crimine che hanno commesso durante la loro esistenza terrestre. Sono puniti il suicidio, l’aborto, la prostituzione, l’adulterio e persino la produzione pirata.

Adulteri e prostitute devono subire punizioni orrende nelle camere a loro assegnate – le loro anime sono obbligate a nuotare in mezzo a onde tumultuose di escrementi, e rischiano persino di annegare. In seguito a questa esperienza molte anime semplicemente si decompongono. La punizione per la pirateria è ugualmente dura – le anime di quelle persone sono immerse in un calderone di olio bollente. I giudici degli inferi non conoscono la pietà, secondo questo libro. Ciascun criminale deve affrontare un destino terribile.

Paradiso e inferno non potevano essere più contrari. Credere o non credere in una vita dopo la morte è affare di ciascuno e sta a ciascuno decidere. Ma coloro che non commettono crimini hanno una rete di sicurezza.

Fonte: www.theepochtimes.com

Versione inglese: ://en.epochtimes.com/n2/china/ancient-china-heaven-hell-soul-8947.html

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