Fiaba: Storia di un Leone

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[PureInsight.org] Tanto tempo fa, c’era gruppo di leoni che venne rinchiuso in uno zoo. Venivano dalla grande prateria africana ed erano abituati alle opportunità e alla vita libera dei luoghi selvaggi. La vita in gabbia li rendeva spesso depressi e li faceva impazzire; solo nei sogni, allo stremo delle forze, potevano vedere la loro casa da lungo tempo perduta.

Il tempo lentamente passava, e alcuni leoni morirono di depressione, mentre altri
sopravvissero e gradualmente si abituarono alla vita in gabbia. La loro vera casa iniziò a diventare una vaga immagine nei loro ricordi e alcuni leoni addirittura ne persero totalmente la memoria.

Quando i leoni smisero di resistere e di protestare, lo zoo li vendette ad un
circo dove le persone li trattavano con fruste e manganelli elettrici per domarli. I leoni cercarono di mantenere il loro ultimo pezzo di dignità lottando violentemente, perché ricordavano ancora che una volta erano i re di tutti i re della grande prateria africana. Le persone del circo li misero in gabbia e non gli dettero più né cibo né acqua. Quando s’indebolirono, i domatori aprirono la cella e misero un pezzo di carne in un'altra gabbia. Un leone affamato entrò nell’altra gabbia con il suo debole corpo e immediatamente lo mangiò. Il domatore poi gli dette un altro pezzo di carne e così per altre tre volte. Il leone, finita tutta la carne, guardò il domatore con gli occhi pieni di gratitudine. Da allora, quel leone divenne così obbediente seguendo gli ordini dei domatori durante lo spettacolo che non soffrì mai più la fame. Tuttavia, l’altro leone che non accettava la tentazione del cibo fu portato in un'altra stanza. Il domatore voleva rispedirlo allo zoo, ma il leone era diventato così debole che il domatore lo uccise e lo seppellì, perché non voleva che la gente venisse a conoscenza del suo brutale comportamento.

Il leone del circo divenne a poco a poco vecchio e nacque un giovane leone.
L'anziano leone non raccontò al leoncino della prateria, invece, gli disse che se non fosse stato per il domatore, non avrebbero il tipo di vita che avevano in quei giorni e che il mondo esterno era un posto spaventoso e solo nella gabbia erano al sicuro. Il domatore continuò ad addestrare il leoncino che viveva nella gabbia fin dalla giovinezza e che ascoltava obbediente; si ricordava di ogni frase che il vecchio leone gli aveva raccontato. Un giorno, le azioni brutali del domatore furono scoperte e rese pubbliche. Il governo lo mise in carcere per sei mesi e gli fu sospesa la licenza di domatore. Il leoncino ebbe la possibilità di fare ritorno alla natura. Il vecchio leone era già morto ed il leoncino giunto nella prateria africana, si sentì impotente e spaventato. Sentiva il pericolo ovunque. Sebbene gli altri leoni rimasero sorpresi dai suoi modi, lo trattavano con le dovute attenzioni. All'inizio, il leoncino cercava di evitare tutti, andava persino in cerca di qualcosa di simile a una gabbia per entrare. Non sapeva neppure cosa fare, quindi tutto il tempo aspettava solamente di rispondere agli ordini.

Infine, un giorno, un leone saggio seppe dell’esperienza del leoncino e sperava di aiutarlo a sentirsi a proprio agio vivendo nella prateria a cui apparteneva. Il leone saggio sapeva che c’era un invisibile catena sulla gamba del leoncino che lo aveva abituato a vivere incarcerato e controllato. Il leone saggio voleva che il piccolo potesse correre liberamente e giocare nella prateria come i suoi coetanei, ma il leoncino fissava sempre il leone saggio coi suoi occhi pieni di paura. Il leoncino non credeva a nessuno al di fuori del circo.

Il tempo passava. Guardando gli altri giovani leoni giocare nella
prateria, il leoncino sentiva una strana sensazione che non aveva mai avuto
prima.

Non sapeva cosa fosse, ma sapeva che gli piaceva. Così, fece il suo primo passo, pur rimanendo un poco indietro, seguì gli altri giovani leoni. A poco a poco, fece la conoscenza di un altro giovane leone, che a sua volta ebbe modo di conoscere la ragione dietro lo "strano comportamento" del leoncino dovuto all’esperienza vissuta. Così, disse al leoncino che il circo era un luogo dove le persone usavano gli animali per divertirsi ed era un carcere uguale all'inferno in cui i leoni sono solo uno strumento per l'intrattenimento, senza libertà e dignità. Udito ciò, il leoncino si arrabbiò perché quello era il luogo dove lui era nato, cresciuto e dove gli fornivano cibo e riparo. Era molto meglio della prateria in cui non si sa mai dove trovare le cose necessarie per sopravvivere e rifugi che lo proteggano dal vento e dalla pioggia.

Il giovane leone cresciuto nella prateria gli chiese: “Conosci la gioia che si prova nel cacciare le prede? Sai come usare gli artigli e il profondo ruggito del leone? Lo sai che la tua casa è l’intera prateria? Hai mai visto saltare le antilopi, i cavalli selvaggi al galoppo e la giraffa con il collo lungo? Sai che sei un leone?”

Versione inglese: http://www.pureinsight.org/node/4908

Versione cinese: http://www.zhengjian.org/zj/articles/2007/9/5/48167.html

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