Undici Anni di Persecuzione e Attivismo Pacifico

Comunicato Stampa del Falun Dafa Information Center
 
Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Undici anni fa in questa settimana, il Partito Comunista Cinese lanciò la campagna per sradicare il Falun Gong – una pratica spirituale pacifica e popolare abbracciata da decine di milioni di cittadini cinesi. Ma i praticanti del Falun Gong non sono le uniche vittime, e le vite distrutte e perse non sono l’unico costo.

Seguendo la decisione del Partito Comunista di reprimere il Falun Gong il 20 luglio 1999, i libri del Falun Gong furono bruciati in esibizioni pubbliche e i media di stato tirarono fuori una propaganda torrenziale per diffamare la pratica. I praticanti del Falun Gong furono privati dei loro diritti alla libera espressione, alla pratica religiosa e alla protezione legale. Le scuole espulsero gli studenti perché praticavano il Falun Gong e i posti di lavoro denunciarono gli impiegati che furono imprigionati e torturati.

Oggi i praticanti del Falun Gong rappresentano il gruppo di prigionieri di coscienza più numeroso al mondo, con centinaia di migliaia di detenzioni extra-giudiziarie in qualsiasi momento. Decine di migliaia sono stati torturati sotto custodia, quando gli agenti penitenziari hanno cercato di obbligarli a ripudiare la loro fede. Sono colpiti con bastoni elettrici, ustionati, appesi al soffitto e pestati. È loro negata una alimentazione adeguata o sono alimentati forzatamente con olio piccante caldo o escrementi umani. Le donne sono stuprate, persino bambini e anziani non sono risparmiati. Prove sempre più evidenti suggeriscono che molti – migliaia o persino decine di migliaia – sono stati uccisi per estrarne gli organi vitali e venderli. Nel 2009 sono state verificate le morti di 109 praticanti, uccisi dagli abusi durante la custodia.

Anche fuori dai confini cinesi, i praticanti del Falun Gong non sono immuni dalle minacce di essere spiati, intimiditi, diffamati e persino di subire violenze da parte di agenti del Partito Comunista.

L’Uccisione della Coscienza

La repressione del Partito Comunista non riguarda solo la sicurezza fisica dei praticanti del Falun Gong. Piuttosto rappresenta una minaccia a qualcosa di molto più fondamentale e decisivo: il diritto degli individui di cercare di migliorare se stessi, i valori collettivi e l’integrità di un’intera nazione.

Quando la repressione iniziò nel 1999, i praticanti del Falun Gong non avevano espresso alcuna ambizione politica. Non erano sovversivi. Non si battevano per una trasformazione politica, invece ricercavano solo la trasformazione dei loro stessi cuori. Ma anche se non erano dissidenti politici, erano dissidenti spirituali. In una nazione dove la violenza è stata glorificata, avevano scelto di credere nella compassione e nelle pazienza. In un sistema pervaso da inganni e corruzione, praticavano la verità. In una Cina il cui nuovo mantra era “essere ricchi è glorioso”, cercavano il significato non nel perseguimento del denaro, ma nella meditazione, nella riflessione su se stessi e nella pratica dell’altruismo.

Con il crescere del Falun Gong in Cina – dove si stimava che più di 70 milioni di persone praticassero il Falun Gong verso il 1999 – la sua popolarità attrasse l’ira dei massimi leader del Partito Comunista, che vedevano la sua filosofia morale come una competizione ideologica. Questa dinamica fu descritta in un editoriale del portavoce ufficiale del Partito Comunista, l’Agenzia di Stampa Xinhua, che il 27 luglio 1999 dichiarò: “il principio ‘verità, benevolenza, tolleranza’ predicato non ha nulla in comune con l’etica socialista e il progresso culturale che ci sforziamo di ottenere”.

La persecuzione non ha lo scopo di uccidere i praticanti del Falun Gong; le morti in custodia sono generalmente un sottoprodotto. Il vero obiettivo è la conversione religiosa forzata. Individui che spirano a condurre vite morali, che aspirano all’altruismo e alla gentilezza, sono imprigionate, umiliate e torturate con il proposito di trasformarle in persone senza una fede spirituale. Dopo essere “riformati” con la coercizione e l’abuso, sono obbligati a partecipare alla “trasformazione” di altri praticanti del Falun Gong. In un certo senso, l’obiettivo della persecuzione è trasformare persone rispettose della legge che aspirano alla gentilezza, in persone che denunciano e torturano i loro amici.

Una Nazione Vittimizzata

I praticanti del Falun Gong non sono le sole vittime della persecuzione in Cina. La repressione del Falun Gong è stata diretta dal Partito Comunista e dalle sue forze di sicurezza, ma è stata eseguita con l’aiuto e il consenso di centinaia di milioni di cittadini cinesi.

Agenti di polizia che intraprendono questa professione per proteggere le persone, sono obbligati a imprigionare anziane donne perché meditano nei parchi. Le guardie dei campi di lavoro sono minacciate della perdita del lavoro se non prendono parte alle torture e agli abusi contro i detenuti Falun Gong, giornalisti e editori sono obbligati a pubblicare discorsi carichi d’odio contro la pratica. È richiesto agli insegnanti che assicurino che nessuno dei loro studenti creda nel Falun Gong, e datori di lavoro sono indotti a denunciare impiegati produttivi che sono mandati in campi di lavoro. Cittadini ordinari ricevono premi in denaro se forniscono informazioni sui loro vicini che praticano il Falun Gong e i giudici non hanno il permesso di amministrare la giustizia quando di fronte a loro sono portati dei praticanti del Falun Gong.

E se non bastasse, i leader del paese hanno detto ai cittadini cinesi di odiare il Falun Gong, di provare disprezzo per i suoi insegnamenti di Verità, Compassione e Tolleranza, e di restare in silenzio di fronte all’ingiustizia.

Queste sono le altre vittime della persecuzione del Falun Gong. Vero, non sono dietro le sbarre, non sono loro negati il lavoro o la scuole a causa della loro fede. Ma è stato negato loro qualcosa di più importante delle libertà fisiche – una coscienza pulita. Sono stati depredati della loro integrità, resi ciechi alla verità. Ed è per queste persone che i praticanti del Falun Gong in Cina continuano a rischiare le loro vite.

Da quando la repressione del Falun Gong è iniziata undici anni fa, la risposta dei praticanti del Falun Gong è stato un sentiero di sforzi non violenti di raccontare ai loro compatrioti la verità. Hanno contrastato le raffiche della propaganda ufficiale con sedi clandestine di stampa, dove creano materiali informativi sulla reale natura della loro fede spirituale. Hanno lanciato una stazione televisiva satellitare per trasmettere notizie non censurate in Cina, e hanno sviluppato un software che permette di superare la censura di internet, garantendo a milioni di cinesi il libero accesso all’informazione. Hanno creato gruppi artistici per portare un messaggio di pace, compassione, verità e speranza ai cinesi.

Oggi ci sono buone ragioni per essere ottimisti. Con il passare del tempo, un numero crescente di cinesi rifiutano di essere complici della persecuzione del Falun Gong. Centinaia di migliaia scrivono lettere ai siti web del Falun Gong, esprimendo il loro sostegno e la loro solidarietà ai praticanti perseguitati. Dozzine di avvocati dei diritti umani cercano ora di difendere i praticanti del Falun Gong, anche se sanno che rischiano di essere interdetti alla professione e forse la tortura.

Sempre più cinesi non sono più intimoriti dalle minacce di violenze, perché sanno che una vita senza libertà di coscienza non è una vita degna di essere vissuta. Comprendono che il diritti di cercare la verità e di perseguire la propria realizzazione è ciò che ci rende umani. È ciò che rende una persona forte, è ciò che conferisce significato e valore alla vita. È ciò che permette a una nazione o ad una cultura di fiorire, e sono queste cose che, un giorno, potranno veramente mettere in grado la Cina di realizzare il suo pieno potenziale, una Cina che il mondo avrebbe piacere di vedere.

Fonte: http://www.faluninfo.net/article/1067/?cid=84

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.