Secondo il resoconto dei media, Chen avrebbe dovuto far ritorno in Cina quest’anno. A causa del suo atteggiamento di supporto nei confronti del Falun Gong temeva però di essere perseguitato una volta tornato in patria.
Chen ha detto che da quando ha lasciato il consolato cinese è stato seguito da membri della sicurezza. Se tornasse in Cina sarebbe punito duramente. Ha anche detto che il suo ruolo all’interno del consolato era quello di monitorare i democratici cinesi e i praticanti del Falun Gong, con lo scopo di rapirli e riportarli in Cina. Tuttavia, opponendosi alla politica per Partito Comunista Cinese (PCC), non ha svolto attivamente quei compiti e non ha così riferito nulla su tali persone. Anche se in Cina l’economia sta crescendo, la gente non ha libertà né diritti umani.
Chen ha detto che, come console, il suo compito principale era quello di “ampliare le politiche del PCC, perseguitare i praticanti del Falun Gong nella provincia del Nuovo Galles del Sud, monitorare le loro attività, istigando anche altre persone a raccogliere tali informazioni”. Ha svelato che ci sono circa 1000 spie in Australia e che hanno messo in atto diversi rapimenti.
Chen ha detto che la politica del governo cinese contro il Falun Gong è quella di “attaccarlo attivamente, guadagnare il sostegno [del governo australiano] e conquistare la pubblica opinione [in Australia].”
Ha detto di aver aiutato dei praticanti del Falun Gong e di temere la persecuzione del governo cinese. Ha detto, “Ora sto chiedendo asilo politico in Australia. La mia situazione è molto pericolosa. Gli agenti speciali cinesi mi stanno cercando e potrebbero trovarmi.” Ha detto che anche sua moglie e sua figlia di 6 anni si stanno nascondendo con lui, e che teme per la loro sicurezza. Se fosse riportato in Cina è certo che subirebbe una grave ritorsione.
Dall’inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999, sono state documentate le morti di 2457 praticanti del Falun Gong. Per reprimere il Falun Gong il governo cinese ha mandato un gran numero di agenti speciali negli altri paesi. Questi agenti non solo interferiscono con gli affari del governo locale, ma commettono anche molti crimini su suolo straniero.
Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo sull’interferenza di diplomatici cinesi contro gli appelli del Falun Gong negli USA, rivelando le prove di numerosi tentativi di maltrattamenti e persecuzioni di praticanti del Falun Gong da parte di diplomatici cinesi. Il PCC ordina ai consolati e alle ambasciate di organizzare attività anti-Falun Gong, come scrivere lettere diffamatorie o far visita a funzionari di governo, a mezzi di comunicazione e a politici, per avvertirli di stare alla larga del Falun Gong.
Ambasciatori, consoli e altri diplomatici fuori dalla Cina hanno diffuso attivamente una propaganda diffamatoria contro il Falun Gong, infiltrandosi nelle organizzazioni cinesi all’estero, raccogliendo informazioni personali sui praticanti del Falun Gong, creando liste nere di praticanti.
Nell’audizione di Chen al Dipartimento per l’Immigrazione australiano, ha detto negli scorsi quattro anni ha usato “mezzi malvagi” per aiutare il PCC a perseguitare i praticanti del Falun Gong. Questa colpa gli ha procurato frequenti incubi notturni. “. Ha detto, “Se fossi tornato in Cina sicuramente avrei avuto ancora l’incarico di occuparmi dei praticanti del Falun Gong, a causa della mia esperienza precedente. Preferirei morire che continuare a farlo.”
Chen Yonglin ha anche annunciato pubblicamente le sue dimissioni dal PCC:
I praticanti del Falun Gong danno il benvenuto all’opposizione di Chen alla politica persecutoria del PCC, e chiedono a tutti i diplomatici cinesi all’estero di non essere complici della persecuzione del Falun Gong. Tutti coloro che parteciperanno ad essa dovranno pagarne la grave responsabilità.
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