Durante il periodo degli Stati combattenti (475-221 a.C.), lo stato di Qin era il più forte. Il re di Qin voleva conquistare tutti gli Stati e unificare la Cina.
Quando l’esercito di Qin si avvicinò ai confini dello stato di Yan, il principe ereditario di Yan ebbe timore e decise di proteggere il proprio regno uccidendo il re di Qin.
Il principe di Yan fece preparare due doni per il re dello Stato nemico. Uno conteneva la testa decapitata di un ex generale di Qin fuggito a Yan e l’altro la mappa dello Stato di Yan.
Sapeva che il re di Qin avrebbe apprezzato entrambi i regali, dato che aveva offerto una lauta ricompensa per la testa del generale e aveva pianificato anche di conquistare Yan.
Il principe mise un affilatissimo pugnale avvelenato all’interno della mappa. Convocò poi un uomo coraggioso di nome Jing Ke, ordinandogli di consegnare i doni al re di Qin. Spiegò inoltre a Jing come uccidere il re.
In quanto rappresentante dello stato di Yan, Jing fu invitato al palazzo di Qin e incontrò il re, che si dimostrò molto lieto di ricevere i regali.
Circondato dalle guardie armate, il re chiese a Jing di avvicinarsi e gli mostrò la mappa, pensando che lo stato di Yan volesse cedere dei territori.
Jing la aprì lentamente. Una volta srotolata, comparve il pugnale scintillante. Jing lo afferrò e tentò di pugnalare il re. Sfortunatamente provocò un semplice taglio sulla manica dell’abito, mancando l’obiettivo. Il re allora si nascose dietro a una colonna e Jing venne ucciso dalle guardie del palazzo.
Cinque anni dopo, nel 221 a.C., lo stato di Qin conquistò lo stato di Yan e unificò la Cina.
La storia è contenuta in un famoso e antico capolavoro sulla storia cinese, risalente alla dinastia Han occidentale (206 a.C.-23 d.C.), dal titolo Intrighi degli Stati combattenti. Da essa trae origine l’espressione 圖窮匕現 (tú qióng bǐ xiàn), che significa “Srotolata la mappa, si scopre il pugnale”.
Oggi l’espressione viene utilizzata per spiegare come, alla fine, il vero intento di una persona venga a galla.
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