(Minghui.org) Dopo il vertice tra la Cina e 16 stati del Centro ed Est Europa, i praticanti del Falun Gong hanno informato la polizia della loro intenzione di organizzare manifestazioni nei giorni 15 e 17 Dicembre 2014. Le proteste avrebbero dovuto sensibilizzare sulle violazioni dei diritti umani in Cina, e in particolare sulla pratica in Cina del prelievo forzato di organi da praticanti del Falun Gong vivi. La risoluzione del Parlamento Europeo (2013/2981(RSP)) ha già condannato questa pratica disumana.
Il 12 Dicembre, la polizia serba ha proibito le manifestazioni, senza un’esatta spiegazione richiesta per legge.
Attivisti di altre nazioni, volevano comunque visitare Belgrado per richiamare l’attenzione della popolazione con azioni destinate ai “media” e per visitare il “NGO’s”.
Il 14 Dicembre, circa alle ore 18, a due attivisti croati e a uno sloveno è stato proibito l’ingresso in Serbia. A loro è stato detto che le manifestazioni erano vietate, che se fossero entrati sarebbero stati arrestati perché rappresentavano una minaccia alla sicurezza. Sono ritornati a casa.
Il 14 Dicembre, circa alle ore 21 circa, 9 cittadini bulgari sono stati prelevati dalla polizia da un ostello a Belgrado. Sono stati sequestrati loro i cellulari e non è stato loro permesso di telefonare al Consolato o alla loro famiglia. Nelle successive 17 ore non è stato loro permesso di incontrare alcun cittadino bulgaro. Solo il 15 Dicembre il Consolato bulgaro ha ricevuto l’informazione che erano trattenuti in una residenza per stranieri.
Il 14 Dicembre 2014, alle ore 23 circa, un’attivista slovacca è stata prelevata dalla polizia dallo stesso ostello. Alla richiesta del perché di questo arresto, la polizia ha risposto: “Questo vertice è molto importante per noi. Abbiamo bisogno di finanziamenti e investimenti dalla Cina”.
10.000 poliziotti hanno protetto la sicurezza del vertice |
Il 15 Dicembre 3 attivisti finlandesi sono arrivati in volo in Serbia, ma a due di loro è stato negato l’ingresso. La terza ha cercato di arrivare nel suo albergo, dove però è stata arrestata.
Durante la detenzione, la polizia ha chiesto a tutti gli attivisti arrestati di firmare un documento dove ammettevano di essere andati in Serbia per partecipare a manifestazioni vietate. È stato loro promesso l’immediato rilascio se avessero firmato. In caso contrario avrebbero rischiato 30 giorni di carcere, e trattati come criminali, e messi nella “blacklist” per sempre. Nessuno dei praticanti ha accettato di firmare.
La recinzione che nasconde i dieci piani dell’hotel Hyatt dove era alloggiato il primo ministro cinese. |
Lavorando per salvare gli 11 attivisti detenuti, i praticanti si sono organizzati per attirare l’attenzione dei media locali e delle personalità influenti. Il 17 Dicembre il Sig. Eduard Kukan, MEP, a capo della commissione parlamentare per la stabilizzazione e dell’associazione per i rapporti Serbia-Unione Europea, ha rilasciato un comunicato stampa, chiedendo l’immediato rilascio degli attivisti del Falun Gong.
“Sono preoccupato per la detenzione degli attivisti del Falun Gong per i diritti umani a Belgrado, che sono venuti in Serbia per richiamare l’attenzione sulla situazione dei diritti umani in Cina. Questo è successo principalmente durante il terzo vertice - iniziato martedì di questa settimana a Belgrado - dei capi di stato della Cina e degli stati centrali e dell’est Europa”.
Anche Amnesty Internationals ha reagito:
“Amnesty International è preoccupata per il fatto che le autorità serbe si stanno comportando illegalmente, e le sollecita, affinché pongano termine alla detenzione illegale motivata soltanto dall’intenzione di esercitare i propri diritti in una assemblea pacifica”.
Anche l’ambasciata tedesca a Belgrado e il sig. Michael Davenport, ambasciatore dell’ EU a Belgrado, hanno inviato una nota al governo serbo, chiedendo l’immediato rilascio dei connazionali detenuti illegalmente.
Il 17 Dicembre, tutti i praticanti sono stati accompagnati alla frontiera ed espatriati.
Nella sua dichiarazione alla TV N1, il ministro dell’interno ha spiegato: “Nonostante tutte le manifestazioni fossero proibite durante la visita del primo ministro cinese, essi hanno espresso il desiderio di manifestare ….. sono stati trovati in possesso di alcuni materiali e li abbiamo arrestati”.
La lista dei materiali includeva:
1.Rapporto delle Nazioni Unite sulle violazioni contro i praticanti del Falun Gong e la condizione dei diritti umani in Cina, 2010-2012.
2.DVD contenente la risoluzione dell’Unione Europea in lingua bulgara di Kilgour e Matas sull’espianto di organi in Cina.
3.USB con la risoluzione dell’EU in lingua bulgara,rapporto di Kilgour e Matas sull’espianto di organi tradotto in bulgaro,la conferenza stampa; rapporto sull’espianto di organi in lingua serba; lettera all’ambasciatore russo Alexander Chepurin in lingua inglese che lo informava sul contenuto della lettera firmata dai praticanti in 16 nazioni.
I praticanti hanno detto che ritenevano il comportamento della polizia serba un risultato delle pressioni fatte dalla Cina. Non tenere conto della legge quando si arrestano preventivamente le persone è, anche in Cina, un comportamento tipico quando i praticanti del Falun Gong vengono arrestati.
Per questa ragione sorge un dubbio: qual è il vero costo degli investimenti cinesi? Per ottenere prestiti vantaggiosi per realizzare progetti di infrastrutture, le nazioni del centro ed est Europa accettano affari dove si utilizzano materiali e mano d’opera cinese invece di mano d’opera locale e prodotti locali. Oltre a ciò, i recenti avvenimenti di Belgrado mostrano che assieme ai prestiti cinesi si importa anche il totalitarismo del Partito Comunista Cinese. Una nazione democratica, membro della EU, dovrebbe accettare questo tipo di affari? Siamo abbastanza sicuri che la nostra risposta sia “no”.
Dopo il loro rilascio, i praticanti bulgari hanno tenuto una conferenza stampa a Sofia (Bulgaria). Tutte le maggiori reti televisive nazionali, e i media della carta stampata volevano intervistarli ed essi hanno colto l’occasione per sollevare l’argomento degli espianti di organi in Cina.
I praticanti bulgari durante la conferenza stampa in seguito al loro rilascio dalla detenzione. |
Anche in Serbia, i media hanno voluto approfondire i fatti delle violazioni dei diritti umani in Cina. Nel mese di Gennaio “B92info”, una rete TV con copertura nazionale, ha messo in onda “Free China: il coraggio di credere” in prima serata.
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