(Minghui.org) Undici praticanti, torturati in Cina durante la brutale persecuzione del Falun Gong, hanno intentato una causa legale contro Jiang Zemin, l'ex dittatore cinese che ha iniziato la persecuzione. Il 16 agosto del 2015 nove di loro hanno protestato di fronte all'ambasciata cinese.
I praticanti del Falun Gong che hanno presentato le denunce penali contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin, protestano davanti all'ambasciata cinese di Canberra, Australia il 16 Agosto 2015 |
La signora Li Min e il signor Zhang Yong, due degli undici querelanti, si sono laureati entrambi presso l’Università di Tsinghua.
Li Min, dopo la laurea, ha lavorato alla Tsinghua Holding Shuimu Construction Engineering Co. di Pechino. È stata incarcerata per due anni nel campo di lavoro forzato femminile di Pechino. Trattenuta molte volte, la sua casa è stata saccheggiata ed ha perso l’opportunità di un lavoro all'estero. Durante la detenzione le sono stati iniettati dei farmaci sconosciuti.
Zhang Yong, laureato presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, dopo la laurea ha lavorato per l’Electronics Research Institute di Dalian. Nel 2003 ha dovuto scontare due anni di lavori forzati nel carcere di Dalian, dove per 24 ore è stato ammanettato tra un letto alto e un letto basso (vedi immagine sotto), riportando gravi danni alle mani e alle gambe. Dopo essere arrivato in Australia ha impiegato diversi anni per riprendersi completamente dalle torture subite.
Rievocazione di una tortura: Allungato e costretto a restare in una posizione innaturale |
Nel 2003 anche la moglie di Zhang, Yu Manhua è stata condannata a due anni di lavori forzati, durante i quali le sono stati iniettati dei farmaci sconosciuti ed è stata costretta a lavorare 12 ore al giorno.
Chen Hong, un’altra vittima della persecuzione, ha subito per cinque volte, il saccheggio della sua abitazione. È stata trattenuta per due volte nelle carceri di Tianjin, la prima per un periodo di 40 giorni e la seconda per 32 giorni. È stata poi imprigionata nel campo di lavoro forzato femminile Banqiao di Tianjin, dove ha dovuto lavorare 14 ore al giorno seduta su di un piccolo sgabello. Le lunghe ore in quella posizione, le hanno procurato la lacerazione dei glutei, dei lividi e la comparsa delle vene varicose.
Yang Huici, una praticante della provincia del Guangdong, durante l’arresto nella stazione di polizia Qianmen di Pechino, è stata percossa fino a causarle la rottura di una costola. Nel 2001 è stata ammanettata con un braccio dietro la schiena e l'altro dietro la vita e il dolore le ha fatto perdere conoscenza per tre volte.
Inoltre è stata detenuta per un anno e mezzo presso l’Istituto femminile per il lavoro forzato della provincia del Guangdong.
Chen Guan, una praticante della città di Zhaoqing, nella provincia del Guangdong, è stata incarcerata nell’Istituto per il lavaggio del cervello più volte nel 2001, 2002 e nel 2004. Il periodo più lungo di detenzione è durato tre mesi.
Tutte le undici vittime della tortura hanno inviato le loro denunce alla Procura Suprema e alla Corte Suprema Cinese di Pechino.
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