Shanxi: Corte d’appello capovolge verdetto di colpevolezza, tribunale condanna nuovamente praticante del Falun Gong

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(Minghui.org) Un tribunale della provincia dello Shanxi, ha nuovamente condannato un praticante del Falun Gong alla prigione; il fatto è avvenuto nei mesi precedenti, nel corso di una recente revisione del processo, in seguito al capovolgimento del verdetto di colpevolezza emesso dalla Corte d’appello, nei confronti del praticante.

Il signor Liu Guisheng, era stato condannato a tre anni di reclusione nel dicembre del 2014, dal Tribunale della contea di Huairen, per la pratica e la diffusione di informazioni riguardo al Falun Gong, una pratica spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese.

La Corte d’appello della città di Shuozhou, ha ribaltato il verdetto di colpevolezza il 26 maggio di quest’anno, dopo che la famiglia del Signor Liu ha protestato ripetutamente contro questo verdetto, ed ha accusato il tribunale di grado inferiore di aver violato le procedure legali.

Il giudice tuttavia, ha emesso un altro verdetto di colpevolezza il 10 dicembre, dopo un nuovo ciclo di violazioni di procedure legali.

Aggressione alla famiglia e ad un’amica una settimana prima del processo

La moglie di Liu ed altri membri della sua famiglia, il 2 dicembre si sono recati in tribunale per informarsi riguardo ai dettagli del nuovo processo, in quanto una settimana prima, la pubblica udienza non era ancora stata pubblicata sul sito ufficiale, come richiesto dalla legge.

Il giudice Ren Tianwen, ha negato che sarebbe stato incaricato della revisione del processo, anche se in precedenza, il presidente del tribunale aveva confermato alla famiglia che il caso era stato assegnato a lui.

Siccome il giudice si è rifiutato di rispondere alle domande poste, un’amica del signor Liu, che ha accompagnato la famiglia in tribunale, ha iniziato a raccontare a tutti i presenti di come lei era stata torturata fino al punto di diventare mentalmente disorientata, solo per aver rifiutato di rinunciare al suo credo nel Falun Gong.

Quando la praticante ha cercato di fermare un ufficiale giudiziario che la stava filmando, Li Mengjiang, capo della sicurezza del tribunale, ha incaricato sette ufficiali di trascinarla in cortile.

Il cognato di Liu, ha cercato di registrare l’aggressione, ma gli ufficiali gli hanno strappato il cellulare dalle mani e lo hanno trascinato con la forza nella stanza degli interrogatori.

Con il figlio ancora in stato di detenzione ed il genero tenuto in custodia, l’anziana madre del signor Liu, che è prossima agli 80 anni, si è sentita male ed è svenuta nella hall.

Il tribunale ha chiamato il 110 (equivalente al nostro 118) e più di 20 funzionari, guidati dal capo dell’ufficio della sicurezza interna Zhang Xiangdong, sono arrivati immediatamente a presidiare la scena.

Suocera minacciata di oltraggio ad un ordine del tribunale

La madre non vedeva Liu da un anno e mezzo, pertanto era ansiosa di partecipare al nuovo processo per intravedere suo figlio. Il 10 dicembre, data del nuovo processo, aveva con sé il suo documento di riconoscimento, ma la polizia di guardia fuori dal tribunale l’ha bloccata senza una valida ragione.

L’anziana donna si è aggrappata all’abito dell’avvocato e non lo lasciava andare, così la polizia ha ceduto e l’ha lasciata entrare.

Per la suocera del signor Liu però, le cose non sono andate altrettanto bene. Li Mengjiang ed i suoi sottoposti l’hanno portata in una piccola stanza e, quando ha cercato di lottare e di urlare per chiedere aiuto, le hanno riempito la bocca con un tovagliolo e l’hanno costretta a firmare un pezzo di carta bianca; poi Li ha ordinato ad un cancelliere dicendo: “Scrivi che lei sta oltraggiando un ordine del tribunale”.

Li l’ha poi minacciata continuando: “Ti lascerò andare ora, ma devi tenere la bocca chiusa, altrimenti ti trattengo ancora”. In seguito è stata rilasciata, ma le è stato proibito di partecipare all’udienza.

Condannato ancora una volta, nonostante la violenza della polizia e le prove costruite

Non appena il nuovo processo è incominciato, l’avvocato del signor Liu, il Signor Chang Boyang, ha richiesto la ricusazione di tutti i giudici in elenco, poiché l’udienza non era stata resa pubblica; il giudice Ren Tianwen, ha rifiutato la richiesta e ha dato seguito al processo.

Liu ha testimoniato che una volta è stato tenuto in una morsa soffocante durante un interrogatorio della polizia, che lo ha traumatizzato e gli ha causato attacchi d’ansia.

L’avvocato Chang, ha evidenziato alcuni punti sospetti durante la prosecuzione del processo del suo cliente. Le registrazioni degli interrogatori indicavano che il suo cliente era stato arrestato mentre distribuiva materiale informativo sulla persecuzione del Falun Gong, ma la polizia non gli aveva trovato nulla addosso; le registrazioni non riportavano neanche dove era stato arrestato.

Nonostante la protesta di violazione della procedura giudiziaria del tribunale, evidenziata dall’avvocato Chang, il giudice Ren ha nuovamente condannato il signor Liu al carcere.

(*)GLOSSARIO

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