(Minghui.org) Un insegnante della scuola media della provincia del Fujian ha presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l'ex dittatore cinese, accusandolo della morte di sua moglie e della sua persecuzione. Il 6 settembre 2015 ha inviato la sua denuncia alla Corte Suprema del Popolo ed alla Procura Suprema del Popolo.
La signora Bu Liping muore a causa delle torture
Dopo essere stata arrestata nel gennaio 2006 la moglie del signor Peng, la signora Bu Liping, è stata condannata a due anni di lavori forzati poiché non rinunciava al Falun Gong, una pacifica pratica di coltivazione. Mentre si trovava nel campo di lavoro è stata torturata, alimentata forzatamente e brutalmente, abusata sessualmente e sottoposta ad iniezioni di droghe sconosciute.
Dopo essere stata rilasciata è tornata a casa molto debole. Soffriva di perdita di memoria ed era mentalmente disorientata.
A maggio 2012 il locale ufficio 610 ha cercato comunque di arrestarla di nuovo. Si è allontanata da casa e si è nascosta per due giorni. Ha sofferto in maniera atroce, sia fisicamente che mentalmente. La salute è peggiorata e, il 17 dicembre del 2012, è deceduta all'età di 54 anni.
Il calvario del signor Peng: due detenzioni e torture
Il signor Peng è stato arrestato il 5 giugno del 2001 e per tre giorni e tre notti è stato interrogato nel dipartimento di polizia di Jian'ou, durante il quale è stato brutalmente picchiato. La polizia lo ha preso a calci e pugni. Un funzionario gli ha afferrato i capelli e gli ha sbattuto la testa contro il muro. Il corpo era coperto di lividi. Lo hanno poi portato in un centro di detenzione e rilasciato 22 giorni dopo.
L'8 giugno 2006 è stato nuovamente arrestato e portato alla scuola di formazione per maestri della contea di Pucheng. La polizia lo ha prima percosso, poi lo hanno ammanettato ad una ringhiera, con i piedi che appoggiavano a malapena al suolo. È stato torturato in questo modo per otto giorni e otto notti. Quando lo hanno liberato era ormai sul punto di perdere conoscienza, con le mani e piedi gonfi. È stato poi rilasciato su cauzione fino al processo.
Ad agosto 2006 il signor Peng è stato condannato a due anni di lavori forzati e portato nel Centro di Riabilitazione di Rujiang. È stato costretto a partecipare alle quotidiane sessioni di lavaggio del cervello. Quando ha rifiutato di collaborare è stato confinato in una cella d'isolamento e costretto a sedersi su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo.
Il 1° novembre 2007 è stato trasferito nel campo di lavoro forzato di Shuitou, dove lui ed altri praticanti sono stati torturati. I metodi di tortura comprendevano percosse, scosse elettriche e isolamento. Quando i praticanti hanno organizzato scioperi della fame per protestare contro i maltrattamenti sono stati nutriti a forza e privati del sonno.
Il 9 settembre 2008 il signor Peng è stato rilasciato, un mese dopo la fine della sua condanna. Al ritorno al suo posto di lavoro è stato retrocesso e il suo stipendio ridotto del 60 per cento.
Scenario
Nel 1999 Jiang Zemin, come capo del Partito Comunista Cinese, contro la volontà degli altri membri del comitato permanente del Politburo, lanciava la violenta repressione del Falun Gong.
Nel corso degli ultimi 16 anni migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte. Il bilancio attuale è probabilmente più alto poiché tale informazione viene strettamente censurata in Cina. Molti sono stati torturati per la loro fede e molti altri uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile di aver dato inizio e condotto questa brutale persecuzione.
Il 10 giugno 1999, sotto la sua personale direzione, il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, l'Ufficio 610. Quest'organo ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario nello svolgimento degli ordini di Jiang per quanto riguarda il Falun Gong: “Rovinare la loro reputazione, tagliare le loro risorse finanziarie e distruggerli fisicamente”.
La legge cinese permette che i cittadini ricorrano alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto sporgendo denunce penali contro l'ex dittatore.
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