Chongqing: Donna cita in giudizio l'ex leader cinese per i diciotto anni di sofferenze e di torture subite nella persecuzione del Falun Gong

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(Minghui.org) Il mio nome è Zhang Hua. Sono una donna di 55 anni e vivo nella contea di Tongnan, della municipalità di Chongqing. Nell'ottobre 1996 ho iniziato a praticare il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa.

Nell'agosto 2015, subito dopo il mio rilascio dal carcere, ho presentato una denuncia penale contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin affinché venga ritenuto responsabile per i miei diciotto anni di sofferenza.

Le torture che i praticanti del Falun Gong hanno subito negli ultimi diciotto anni sono troppo brutali per essere descritte. La mia sofferenza è solo la punta dell'iceberg.

Spero che la mia querela permetta alle persone di comprendere la malvagità del Partito Comunista Cinese (PCC) e incoraggi loro a salvaguardare la giustizia.

Perseguitata per aver parlato in favore della Dafa

Un giorno, nel marzo del 2000, gli agenti della stazione di polizia locale hanno fatto irruzione nella mia abitazione e mi hanno chiesto se avrei continuato a praticare la Falun Dafa. Quella notte mi hanno arrestata e messa in una stanza piccola e buia, assieme a un detenuto.

Gli agenti hanno anche saccheggiato la mia casa, confiscato i libri della Dafa e una foto del Maestro Li Hongzhi (il fondatore del Falun Gong). Hanno inoltre estorto alla mia famiglia oltre 2.700 yuan.

In conseguenza dell'arresto ho avvertito il bisogno di recarmi a Pechino per parlare in favore della Dafa. Il 5 luglio abbiamo esposto un grande striscione in Piazza Tiananmen e, di conseguenza, siamo stati immediatamente attaccati dalla polizia.

Sotto la protezione del Maestro sono riuscita ad andarmene dalla piazza senza correre rischi; tuttavia sono stata successivamente arrestata assieme a un'altra praticante in uno dei luoghi di pratica di gruppo della città. Quel giorno sono stati arrestati e detenuti in varie località diverse centinaia di praticanti.

Sono stata portata in una stazione di polizia a Pechino. Quando ho rifiutato di rivelare loro la mia identità gli agenti mi hanno picchiata brutalmente e rimproverata. Inoltre mi hanno molestata sessualmente con parole e atti osceni.

Quando hanno riconosciuto il mio accento sono stata riportata a Chongqing e trattenuta in diversi centri di detenzione e in un centro terapeutico per tossicodipendenti. Per protestare contro la detenzione illegale (*) ho fatto lo sciopero della fame per tredici giorni e in risposta sono stata alimentata con la forza almeno sei volte.

Torturata nel campo di lavoro femminile di Maojiashan

Successivamente sono stata condannata a un anno di carcere e portata nel campo di lavoro femminile di Maojiashan a Chongqing.

L'ambiente del campo di lavoro era molto malvagio. Sono stata strettamente controllata per tutto il giorno e ho sofferto ogni tipo di tortura, tra cui essere ammanettata con le mani dietro la schiena, stare accovacciata o ferma in piedi per lunghi periodi di tempo ed essere percossa, presa a calci e imbavagliata.

Per protestare contro la brutalità ho fatto lo sciopero della fame e sono stata barbaramente alimentata con la forza numerose volte. Poiché mi sono rifiutata di rinunciare alla mia fede la mia pena detentiva è stata prolungata di due mesi. Prima del rilascio sono stata anche portata al centro di detenzione di Tongnan e trattenuta per ulteriori sette giorni.

Circa due settimane dopo il mio rilascio sono stata nuovamente arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong e della persecuzione, e detenuta per tre mesi in un centro di lavaggio del cervello.

Nel periodo successivo la polizia si è presentata frequentemente a casa mia costringendomi ad andare a nascondermi per alcuni anni. Dal momento che gli agenti mi davano la caccia, in quei giorni la mia vita è stata molto difficile.

Sciopero della fame nel centro di detenzione della contea di Tongnan

Nel luglio del 2005, mentre ero in visita dai miei genitori, sono stata denunciata e arrestata dagli agenti del dipartimento di polizia della contea di Tongnan e quella stessa sera sono stata portata al centro di detenzione locale.

Per dieci giorni di fila sono stata interrogata giorno e notte, e per protestare contro questa insopportabile tortura fisica e mentale ho fatto lo sciopero della fame.

Alcuni giorni dopo, quando ero in condizioni critiche, le guardie mi hanno portata in un ospedale della prigione. Mi hanno legata a un letto con braccia e gambe divaricate e mi hanno somministrato una flebo.

Ricostruzione della tortura: Legata in posizione fissa

Dopo la quarta iniezione sono stata subito riportata al centro di detenzione. Nei successivi venti giorni circa sono stato portata avanti e indietro tra il centro di detenzione e l'ospedale, e alla fine sono stata trasferita in un ospedale della contea a causa della grave disidratazione.

Le guardie hanno censurato la notizia del mio ricovero in ospedale. Mentre ero in stato di stordimento mi hanno alimentata con la forza con una grande quantità di acqua e di conseguenza ho vomitato ininterrottamente.

Quando ho opposto resistenza all'alimentazione forzata mi hanno picchiata. Hanno persino portato mio padre in ospedale per persuadermi a interrompere lo sciopero della fame.

Nel mese di novembre il tribunale della contea di Tongnan ha tentato di processarmi, tuttavia l'udienza è stata annullata perché ero fortemente disidratata a causa dello sciopero della fame.

Nel dicembre 2005 ho iniziato un altro sciopero della fame per protestare contro la mia detenzione senza fine, e questa volta per sessantanove giorni.

Sotto la pressione del dipartimento di polizia di Tongnan la persecuzione si è inasprita ulteriormente. Sono stata rinchiusa in una stanza da sola e sottoposta a iniezioni di farmaci sconosciuti. Di conseguenza ho sofferto di conati di vomito, intorpidimento alle gambe e gonfiore agli occhi. Il mio peso è calato da sessantuno chili a meno di ventisette.

Poiché ero in condizioni critiche il centro di detenzione mi ha rilasciata per motivi di salute, onde evitare eventuali responsabilità legali.

Torturata barbaramente nella prigione femminile di Yongchuan

Pur essendo molto debole sono andata nuovamente via da casa per evitare che mio padre e mio figlio venissero molestati.

Nel settembre del 2006 sono stata arrestata e condannata a dieci anni di prigione. Nel mese di ottobre sono stata portata nella prigione femminile di Yongchuan per essere “trasformata” (*) (termine usato dalle autorità cinesi per indicare la costrizione di un praticante a rinunciare al Falun Gong, spesso attraverso la tortura).

Per trasformarmi le guardie mi hanno assegnato due “collaboratrici” (*), le quali per tre mesi mi hanno costretta a memorizzare le regole della prigione e a scrivere delle relazioni del mio pensiero. Mi hanno proibito di usare il bagno e costretta a urinarmi nei pantaloni.

Successivamente sono stata trasferita al terzo reparto. Le guardie mi hanno maltrattata verbalmente e hanno calunniato la Dafa con ogni tipo di bestemmia. Per oltre un mese mi hanno isolata in una stanza dove per dodici ore al giorno sono stata costretta a guardare video di propaganda sulla messa in scena dell'auto-immolazione di Piazza Tiananmen. Per distruggere la mia volontà hanno alzato il volume dell'audio al massimo.

Per protestare contro la tortura ho fatto lo sciopero della fame e in risposta sono stata ustionata con le scariche elettriche. Sono stata anche portata nell'ospedale della prigione per essere sottoposta all'alimentazione forzata dopo che alcune detenute avevano tentato di farlo senza successo.

Durante il giorno sono stata costretta a lavorare duramente per lunghi periodi di tempo e durante la notte sottoposta al lavaggio del cervello. Sono stata anche picchiata frequentemente e torturata con le scariche elettriche.

Nel settembre 2009 sono stata trasferita nel carcere femminile di Chongqing. La guardia mi ha costretta a scrivere delle dichiarazioni dispregiative contro la Dafa e quando ho rifiutato mi ha dato una scarica elettrica.

Nel 2010 sono stata inviata assieme ad altre praticanti in una classe di lavaggio del cervello ufficialmente conosciuta come il “Gruppo di monitoraggio”. Siamo state costrette a guardare e a leggere la propaganda, a scrivere relazioni sui nostri pensieri e, prima di ogni pasto, a cantare canzoni che lodavano il Partito Comunista.

Siamo state obbligate a pulire i bagni dal primo al quinto piano dello stabile con uno spazzolino da denti e ad asciugarli con un piccolo asciugamano. Dovevamo finire le pulizie entro determinati limiti di tempo altrimenti venivamo punite con una riduzione delle ore di sonno.

Spesso non sono riuscita a finire il lavoro in tempo e a causa della privazione del sonno e a lungo termine ho perso una grande quantità di capelli e sono diventata calva.

Le guardie hanno istigato le detenute a utilizzare ogni metodo possibile per “trasformare” le praticanti, offrendo loro riduzioni delle proprie condanne per ogni praticante che riuscivano a trasformare. Di conseguenza si sono servite di brutali torture. Per esempio una praticante è stata alimentata con la forzata con farmaci sconosciuti ed è diventata disorientata.

Nel 2013 la prigione ha costretto le praticanti a effettuare un prelievo del sangue. Quando ho resistito le detenute mi hanno portata con la forza all'ospedale della prigione.

Epilogo

Durante i miei dieci anni di carcere mia madre è morta. Mi rammarico di non aver potuto adempiere ai miei doveri filiali.

Sotto la compassione e la protezione del Maestro sono stata in grado di sopravvivere all'incessante persecuzione. Credo ancora fermamente nei principi di Verità, Compassione e Tolleranza e continuerò a coltivare nella Falun Dafa.

Scenario

Nel 1999 Jiang Zemin, come capo del Partito Comunista Cinese, contro la volontà degli altri membri del comitato permanente del Politburo, lanciava la violenta repressione del Falun Gong.

Nel corso degli ultimi 18 anni migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte. Il bilancio attuale è probabilmente più alto poiché tale informazione viene strettamente censurata in Cina. Molti sono stati torturati per la loro fede e molti altri uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile di aver dato inizio e condotto questa brutale persecuzione.

Il 10 giugno 1999, sotto la sua personale direzione, il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, l'Ufficio 610. Quest'organo ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario nello svolgimento degli ordini di Jiang per quanto riguarda il Falun Gong: “Rovinare la loro reputazione, distruggerli economicamente ed eliminarli fisicamente”.

La legge cinese permette che i cittadini ricorrano alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto sporgendo denunce penali contro l'ex dittatore.

(*) GLOSSARIO

Versione inglese

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