Studiare bene la Fa e coltivare sinceramente, per convalidare ancora la Fa con forti pensieri retti

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(Clearwisdom.net) Sono una praticante veterana e ho iniziato a praticare il Falun Gong nel 1994. Sul mio sentiero di coltivazione ho appreso il fallimento, la lezione di cadere e di rialzarmi, infine, di dedicare me stessa alla convalida della Fa. Ho scritto queste esperienze per riferirle al Maestro e condividerle con gli amici praticanti.

Dieci anni di coltivazione pieni di difficoltà.

Ho iniziato nel 2000 a chiarire la verità e a denunciare il male attraverso i canali legali, quando ho cercato l’aiuto degli avvocati per salvare mio marito (un praticante) dalla detenzione illegale. Mi sono rivolta alla direzione della nostra unità di lavoro, al comitato di quartiere, al commissariato di zona e al locale Ufficio 610, spiegando molte volte i fatti riguardanti il Falun Gong. Mi sono rivolta anche agli uffici di provincia del comune dove ho recapitato materiale per il chiarimento della verità e ho spedito loro anche delle lettere per spiegare i fatti.

Poiché mio marito era prigioniero in un campo di lavoro forzato, mi recavo al campo ogni mese nel giorno di visita, per spiegare i fatti apertamente al personale del campo. Ricordavo a tutti loro, l’insegnamento del Maestro, secondo cui, le forze del male temono le denunce degli atti malvagi di persecuzione commessi. Ho chiarito la verità a persone provenienti da ogni percorso di vita, apertamente e alla luce del sole. Non solo il personale del Partito Comunista Cinese (PCC) non mi ha maltrattata, ma si sono verificati pochi casi di persecuzione nella zona in cui vivevo. Il soccorso ai praticanti attraverso le vie legali è andato avanti senza problemi sino al 2009.

Durante il periodo delle Olimpiadi di Pechino del 2008, i funzionari del PCC hanno arrestato più di 70 praticanti locali, in una settimana. Molti praticanti della zona si sono consultati e tutti abbiamo compreso che la persecuzione doveva essere fermata. Ho incominciato a lavorare alla liberazione di una coppia di praticanti e ho coordinato gli sforzi del gruppo locale, per spiegare ampiamente i fatti del Falun Gong al personale degli organi giudiziari e di pubblica sicurezza e alla popolazione.

Prima di tutto abbiamo chiarito la verità ai famigliari della coppia, compresi i genitori, fratelli e sorelle, e li abbiamo spronati a sostenere gli sforzi per fermare la persecuzione. Essi hanno accordato la procura all’avvocato perché li rappresentasse nel tentativo di liberare i propri cari e hanno spronato l’avvocato a rivolgersi alla Procura per presentare una denuncia, contro il personale governativo, per la detenzione illegale di persone e per chiedere l’avvio delle indagini.

Ci siamo coordinati con altri praticanti per accompagnare i famigliari ogni giorno all’ufficio preposto, per richiedere il rilascio della coppia e per andare al centro di detenzione a visitare i praticanti; durante queste attività ci incoraggiavamo vicendevolmente. I praticanti detenuti erano in buono stato; avevano fatto lo sciopero della fame e si erano rifiutati di collaborare con la polizia. Nel frattempo chiarivano la verità agli altri prigionieri del centro di detenzione. Personalmente, ho coordinato i praticanti della zona in modo tale che inviassero lettere, per il chiarimento della verità, ho regolato i turni delle telefonate e ho pianificato il modo più rapido di rendere pubbliche le informazioni riguardanti sia il personale che prendeva parte alla persecuzione e sia gli sviluppi dei tentativi per ottenere i rilascio dei due praticati.

Questa coppia di praticanti è stata segregata per 15 giorni dopo di che è stata inviata ad un centro per il lavaggio del cervello per altri tre giorni. Sono stati in seguito rilasciati senza condizioni. Questa serie di azioni, da noi intraprese, ha spaventato le forze del male nella nostra area e ha prodotto un aumento del numero di praticanti disponibili ad unirsi agli sforzi per la liberazione degli altri praticanti. La maggior parte dei praticanti detenuti sono stati rilasciati, uno dopo l’altro.

Le forze del male si sono avvantaggiate del mio attaccamento all’autostima.

Nel decennio precedente non avevo personalmente sperimentato difficoltà significative, tranne alcuni problemi occasionali, che erano sorprendenti, ma non pericolosi, e il mio attaccamento all’autostima si è espanso tranquillamente. Dopo i Giochi Olimpici mi sono rilassata sempre di più per quanto riguardava lo studio della Fa e la pratica degli esercizi. Ho trascurato di seguire i consigli dei praticanti. Quando leggevo la Fa non riuscivo ad assorbirla e non riuscivo a calmare la mia mente per leggere la Fa. Pensavo di avere una buona qualità innata e dei pensieri retti forti. Ho pensato che alla fine di quel periodo d’intensa attività potevo dedicare più tempo alla lettura della Fa e mettermi a posto. Le vecchie forze, tuttavia, hanno approfittato dei miei punti deboli e, non solo, mi hanno tenuta molto occupata, ma non mi hanno permesso, pur volendolo, di rallentare il ritmo di lavoro. Sapevo di dovermi correggere, ma non riuscivo a limitarmi per potermi modificare. Una volta che ero molto stanca e malmessa sono stata prelevata dalla polizia dal mio posto di lavoro.

Quando la polizia è apparsa sulla porta dell’ufficio, ho fatto rapidamente due telefonate per informare i miei famigliari e la direzione della mia unità di lavoro di quanto stava accadendo. La mia mente era fissa sull’idea di non implicare altri praticanti o persone comuni; desideravo prevenire ulteriori perdite. Non sono stata in grado di inviare pensieri retti potenti, per respingere totalmente quella persecuzione contro di me.

Ho chiarito la verità ai poliziotti e nessuna unità di polizia ha voluto occuparsi del mio caso. Sono stata trattenuta al commissariato di polizia e poi trasferita in un centro di detenzione e successivamente in un centro per il lavaggio del cervello. Poiché non riuscivo a guardarmi dentro, per individuare la ragione per cui dovevo correggermi, 20 giorni più tardi sono stata inviata ad una campo di lavoro forzato.

Ho preso una direzione sbagliata dopo essermi arresa alla pressione.

Dopo il mio arrivo al campo di lavoro forzato, l’Ufficio 610 provinciale ha convocato una dozzina di collaboratori e funzionari di polizia. Sono stata isolata e sottoposta a pressioni con sedute di lavaggio del cervello. Ho vissuto per oltre 40 giorni sotto pressione, nel terrore, soffrendo vari tormenti tra cui la violenza verbale, l’essere costretta a stare in piedi giorno e notte o seduta a lungo a gambe incrociate, privata dell’uso del bagno e così via; e sotto quella tensione non sono stata capace di inviare pensieri retti potenti per arrestare quella malvagia persecuzione. Mi sono scoraggiata e pensieri umani venivano e se ne andavano sempre più frequentemente. Ho pensato di non essere in grado di superare quella prova, ma non riuscivo ad inviare pensieri retti potenti per respingere decisamente quella disposizione delle vecchie forze.

Sapevo di essere una praticante della Dafa e sapevo che erano le forze del male a verificare i praticanti della Dafa, non il potere delle autorità. Tuttavia, quella che avevo era solo una comprensione superficiale – non ero capace di credere nel Maestro e nella Dafa dal profondo del mio cuore. Poiché prima della detenzione ero molto egocentrica, la mia condizione non era buona e i miei pensieri retti non erano forti e perciò avevo difficoltà a superare questa tribolazione.

Qualunque cosa ero intenta a fare, non ero capace di mantenere i miei pensieri retti. Contro la mia volontà, mi sono arresa e ho firmato le cosiddette “quattro dichiarazioni” per avere un temporaneo sollievo in quella difficile situazione. Dopo ciò, ho impiegato un mese a rimettermi e poi ho scritto due solenni dichiarazioni. Sono stata rinchiusa, per questo, altre due volte in una piccola cella d’isolamento, per un totale di 100 giorni. Questa era una severa lezione, per non essere stata capace di studiare bene la Fa e per non avere coltivato bene me stessa.

Ho superato le tenebre con una fede salda nella Dafa.

Nel covo del male, ho iniziato a rifiutare le richieste e ho reclamato il diritto ad effettuare telefonate e a ricevere le visite dei miei famigliari. Mi sono coordinata con praticanti esterni e ho presentato denunce contro il campo di lavoro e contro le guardie che mi avevano vietato di contattare un avvocato. Benché isolata dagli altri, poiché le guardie temevano le mie denunce, non mi tenevano sotto stretta sorveglianza e il mio ambiente era diventato relativamente tranquillo. Le altre detenute non praticanti hanno imparato qualcosa sulla “verità” e hanno aiutato a far passare le informazioni tra i praticanti.

La parte peggiore di quel periodo è stata quando ho avuto i sintomi di un karma di malattia. Le mie compagne di detenzione avevano paura per me e piangevano. Le guardie hanno dovuto chiamare il dottore. Io mantenevo fermo il pensiero che, anche se la mia coltivazione era povera, io credevo fermamente nel Maestro e nella Dafa e avrei sempre seguito il Maestro. Ho fatto del mio meglio per restare lucida. Continuavo a recitare la Fa a memoria e a inviare pensieri retti, fin quando rimanevo sveglia. Ho usato i sintomi del karma di malattia per evitare il lavoro forzato e per evitare di guardare i video della propaganda del PCC. Ho scritto una lettera di appello, quasi ogni mese, per spiegare alla polizia la verità. Finalmente sono stata rilasciata e sono potuta tornare a casa.

Ricominciare da capo: studiando la Fa e coltivando la mente.

Tornata a casa, ho dovuto affrontare molti problemi. Ho detto a me stessa che dovevo trovare il tempo per studiare la Fa e mettermi a posto. I praticanti locali avevano fatto molto per salvarmi e non dovevo chiedere loro altro. Qualunque atteggiamento assunto dai praticanti nei miei confronti, era per il mio bene. Anche se mi sentivo molto male, dovevo insistere a guardarmi dentro per cercarne la ragione.

Decisi di coltivare me stessa proprio come se fossi all’inizio. Ho preso tutte le letture del Maestro e ho iniziato a leggere la Fa ogni giorno, mattina e sera. Nel pomeriggio raccontavo la persecuzione che avevo subito nel campo di lavoro e scrivevo lettere sui fatti del Falun Gong. Continuavo a inviare pensieri retti per un’ora, per quattro volte al giorno, alle ore stabilite per l’invio dei pensieri retti e continuavo a frequentare la pratica di gruppo all’ora fissata.

Mentre scrivevo una lettera di appello, per i vari uffici governativi, alcuni praticanti mi hanno chiesto, una dozzina di volte, di rivedere il testo. A volte mi spazientivo, ma ricordavo a me stessa di guardarmi subito dentro, per correggere la mia mentalità e per eliminare il mio attaccamento al non voler accettare le critiche altrui. Alla fine mi sono sbarazzato del mio risentimento e tutto ciò che volevo era parlare alle gente dei fatti sul Falun Gong. Tutto ciò che avevo era la compassione di salvare vite. Circa due mesi dopo essere tornata a casa, ho iniziato a spedire le lettere di appello, per le quali avevo raccolto 400 indirizzi di persone interessate. Gli amici praticanti hanno giudicato positivamente la lettera e mi hanno aiutata nell’inoltrarla. Alcuni di loro hanno consegnato personalmente le lettere agli uffici governativi, altri hanno realizzato dei volantini ispirati alla lettera e l’hanno pubblicata sul sito Minghui, successivamente.

Nello stesso tempo telefonavo agli uffici governativi per riferire delle torture ai praticanti del Falun Gong nel campo di lavoro. Ho fatto visita alla Procura, all’ufficio giudiziario, all’ufficio per la rieducazione attraverso il lavoro, al comitato provinciale per la politica e la legalità e così via, per presentare rapporti di denuncia. Durante questa operazione, le mie condizioni fisiche sono migliorate rapidamente e i miei pensieri retti sono diventati più forti e non ho più incontrato interferenze. Gradualmente, alcuni praticanti mi hanno chiesto di prendere parte ad alcuni progetti locali. Un amico mi ha aiutato a trovare lavoro, come vice-presidente di una società a partecipazione straniera, e ho iniziato ad avere un reddito stabile. In tutti gli aspetti, le mie condizioni sono tornate al livello precedente la persecuzione.

Il coordinamento tra le regioni e la convalida della Dafa con forti pensieri retti.

Il Maestro ha visto la mia ferma determinazione a coltivare e ha disposto le cose per aiutarmi a migliorare. Era previsto che partecipassi ad un progetto per la liberazione di praticanti di altre regioni e questo progetto prevedeva il coordinamento di praticanti di altre tre regioni. Con la fiducia dei praticanti, ho accettato il lavoro di coordinamento e ho migliorato la capacità dei praticanti locali di chiarire la verità alla comunità legale e alle persone di altri campi.

Poiché i miei pensieri retti sono diventati sempre più forti, ho lavorato di più. Tuttavia, nella mia mente è apparso un pensiero “io sono competente?”. Quando mi sono trovata di fronte ad opinioni diverse dalla mia, la mia mente non era equilibrata; ho tentato di giustificarmi e la mia mentalità competitiva ha avuto di nuovo il sopravvento. La mia reazione è stata quella di leggere bene la Fa e sbarazzarmi di quegli attaccamenti attraverso la coltivazione.

Queste lezioni mi hanno portato a realizzare che noi non dobbiamo trascurare la nostra coltivazione individuale ricorrendo alla scusa di essere impegnati nel lavoro per la Dafa. Dobbiamo continuamente leggere la Fa con una mente calma e inviare pensieri retti e coltivare noi stessi bene. Dobbiamo, anche, esaminare ogni nostro pensiero attentamente per salvare più vite.

Versione Cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2012/1/2/重视学法实修-从新正念十足的走在证实法的路上-249503.html
Versione Inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2012/1/27/130986.html

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