Essere un praticante in ogni circostanza

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Salve amici praticanti,

vorrei condividere alcune esperienze sul mio sentiero di coltivazione, nella speranza che possano essere utili, soprattutto ai nuovi praticanti, per risolvere un problema tipico: il problema della mancanza di fede nella Dafa, causato, a mio parere, da alcune nozioni legate all’ateismo.

Agli inizi della mia coltivazione venni colpito da un insieme di tribolazioni. Avevo giramenti di testa, allergia, debolezza e cominciarono a comparire sul mio corpo delle macchie rosse. Allo stesso tempo, i miei amici litigavano tra loro e mi capitavano piccole disgrazie di vario genere.

Dopo non molto, le tribolazioni mentali sparirono, perché superai le prove legate ad esse. Pensare al fatto che qualcuno si divertisse a farmi capitare una prova appena dopo averne risolta un’altra, e poi tante cose tutte insieme, dopo un po’ mi faceva davvero ridere. Se non si da troppo peso agli attaccamenti, fa ridere davvero. Soprattutto quando si nota che il comportamento delle persone comuni, quando ti attaccano per far venir fuori i tuoi attaccamenti, se osservato bene e lucidamente, non ha assolutamente senso. È come dice il Maestro:

"La vita umana è come una commedia e un sogno  
Infatuati sono coloro persi nel labirinto"
(Hong Yin III, Dimettersi per sopravvivere)

Tuttavia, una cosa mi fece meno ridere, proprio perché colpiva di più i miei attaccamenti.

Sono giovane e vivo con i miei genitori, quindi, sapendo che il Maestro stava purificando il mio corpo, non dissi nulla a nessuno riguardo le macchie che stavano spuntando, ma esse iniziarono a diffondersi anche sul collo e quindi in famiglia le notarono. Vollero portarmi da un medico e io ci andai: non volevo provocare in loro delle ansie, rifiutandomi, e non mi andava di dire di no. Il medico di famiglia sospettava che fosse una malattia cronica, che sarebbe peggiorata e non avrebbe potuto guarire.

Era il momento di coltivare la mia mente. Sapevo che il Maestro stava purificando il mio corpo, ma avevo un po’ paura. Il medico chiese analisi delle urine e del sangue, e di contattare un dermatologo specialista.

Finché si trattava di analisi, ero disposto anche a farle. Mi rendevo però conto che la mia fede non era completa, perché provavo sempre una specie di sensazione di paura quando si parlava della questione. Ma non era semplicemente la paura della malattia, quanto piuttosto la paura di sbagliare nella coltivazione. Ragionando internamente, arrivai al punto di pensare che, se anche fosse andata come riteneva il medico, delle macchie sul corpo per tutta la vita potevano essere un prezzo tranquillamente pagabile in cambio dell’illuminazione futura nella Dafa.

La specialista di dermatologia mi diede un’occhiata e disse che era una sciocchezza che sarebbe passata in un mesetto.

Circa un mese dopo, non fu l’unica cosa a passarmi. Da allora non mi sono mai più ammalato di niente, allergia compresa. A volte si può pensare che questo mondo sia proprio reale e tangibile, che tutto sia così oggettivo, che i dottori e gli scienziati dicano cose sicure e sostenute dalla ragione e invece tutti i castelli crollano in un attimo dinanzi ad un pensiero retto.

C’era però ancora una questione: dalle analisi che avevo fatto si era visto un difetto, quindi il medico di famiglia ci mandò da un medico dei reni. Alla fine questo medico volle farmi una biopsia, per controllare quale fosse il problema. Tuttavia il giorno in cui avrei dovuto sottopormi a questo intervento veniva continuamente posticipato: il Maestro mi stava dando l’occasione di coltivare me stesso.

Ogni volta che arrivava una telefonata, mi sentivo scaldare lo stomaco. Ho superato gradualmente questa paura, arrivando ad essere indifferente riguardo la cosa. Inoltre, ho pensato che forse il Maestro volesse semplicemente mandarmi in ospedale per chiarire la verità a delle persone lì. Così, quando ormai ero del tutto maturo riguardo la questione, mi hanno chiamato per andare in ospedale. Prima di tutto ho portato con me computer, chiavetta internet, fogli per la petizione e volantini. Durante la permanenza in ospedale, ho cambiato compagno di camera (o camera) tre volte. Tutte e tre le volte ho chiarito la verità al mio vicino di letto. Al mio primo compagno ho fatto vedere un video che chiariva la verità, dopo avergli introdotto la situazione del regime cinese e della persecuzione; poi è stato dimesso. Al secondo ho chiarito la verità verbalmente. Il problema che aveva è scomparso ed è quindi stato dimesso. Anche al terzo ho chiarito la verità così, ed è stato dimesso il mio stesso giorno. Inoltre ho chiarito la verità ad altre persone che ho conosciuto in ospedale, ogni volta che ci sono riuscito. Ho studiato la Fa ancora di più del solito e sono riuscito ad adempiere normalmente ai miei doveri di praticante. Avrei senza dubbio potuto fare di meglio; il Maestro ha prolungato la mia permanenza in ospedale in modo che avessi più tempo per salvare la gente. Mi dispiace davvero di non aver fatto tutto quello che avrei potuto.

Credo che dovremmo essere dei praticanti in qualsiasi ambiente. Secondo la mia comprensione, infatti, non esistono eventi negativi di per sé.

"Con ciascun ostacolo e con ciascuna difficoltà avete la possibilità di salire o di scendere nella vostra coltivazione". (Zhuan Falun)

Le vecchie forze forse pensavano di farmi cadere al livello delle persone comuni attraverso il karma di malattia, ma con i pensieri retti si risolve tutto. “Non importa dove io sia, farò comunque quello che devo fare”. Non focalizziamoci sulla forma.

Anche con lo studio universitario, per esempio, è importante coltivare ed avere pensieri retti. Stavo aspettando il mio turno per sostenere un esame orale, avevo aspettato molto e il turno era quasi arrivato. Mancava pochissimo, ma era arrivato l’orario dei pensieri retti. Da una parte un’emozione mi chiedeva di ripassare ciò che di lì a poco avrei dovuto dire, ma mi resi subito conto che la cosa giusta da fare era inviare pensieri retti. Come potevo mettere le cose della gente comune prima della Dafa? Inoltre non sarei di certo andato peggio per quello. Ebbi il tempo sia di inviare i pensieri retti che di ripassare un po’. Dissi al Maestro, in mente, che avrei desiderato avere, tramite il voto dell’esame, un voto alla mia coltivazione. Tuttavia poco dopo considerai questo pensiero non corretto: non potevo obbligare il Maestro a fare ciò che avrei voluto. Diedi l’esame e, nonostante non risposi ad alcune domande o fossi stato insicuro su certi punti, presi 30. Il professore aveva anche pensato di mettermi la lode, ma non ero riuscito a rispondere all’ultima domanda.

Recentemente ho tenuto un altro esame, questa volta scritto. Tra le varie cose sapevo ci sarebbe stato un testo da scrivere in lingua russa, ma la traccia non era nota. Ispirato da una traccia di anni passati su come si trascorre il proprio tempo libero, ho preparato un testo in cui introducevo la Falun Dafa e l’ho imparato a memoria. Certo, non è esatto dire che pratico la Dafa nel “tempo libero”, ma alcuni chiamano tempo libero il tempo in cui non si è a lavoro o non si studia. Nel momento in cui, il giorno dell’esame, distribuivano i fogli, ho espresso l’intenzione mentale di volere quella traccia: ed ecco che era proprio quella. Testo a parte, ho avuto problemi in altri esercizi, ma ho evitato di chiedere aiuti ad altri, nonostante ne avessi avuto il pensiero. Stranamente, per quanto la mia comprensione della Fa si elevi continuamente, a volte mi rendo conto di non aver coltivato delle cose basilari. Se non altro, ora l’ho fatto.

Spero che tutti noi, dinanzi alle difficoltà, ci ricorderemo subito di avere pensieri retti. Per quanto le porte ci si sbarrino di fronte e sembriamo caduti in trappola, un pensiero retto è capace di dissolvere qualsiasi difficoltà. Dobbiamo essere consapevoli del potere della Dafa e avere fede nella Dafa.

Questa è solo la mia attuale comprensione. Vi prego di segnalarmi qualsiasi cosa di inappropriato.

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