ESPERIENZE DI COLTIVAZIONE - PRATICA DI FALUN DAFA
GOTEBORG, SVEZIA, 17 GIUGNO 2001
Caro Maestro e cari praticanti,
Desidero anch’io condividere con voi le mie esperienze. Mi chiamo Veronica, ho 23 anni e vengo dalla Boemia. Ho incontrato la Falun Dafa negli Stati Uniti circa un anno fa.
È stato uno dei miei sogni che mi ha fatto lasciare la Repubblica Ceca per andare negli Stati Uniti; in questo sogno ho capito immediatamente che stavo sognando, sognavo qualcosa come delle valli di neve o delle nuvole bianche che si diffondevano su di me.
Qualche mese più tardi sono partita come ragazza alla pari. Sono arrivata nella città di Mahwah nel New Jersey per occuparmi di 3 bambini. Quando non ero molto occupata, la solitudine pesava sul mio cuore, niente, nel mondo, mi attirava veramente e tutto mi sembrava veramente superficiale; cercavo, disperatamente, di sapere la verità su chi ero, ma tutti i miei sforzi erano vani.
Un giorno, mentre ero in una biblioteca locale, ho trovato un “flyer” su un luogo di pratica della Falun Dafa, proprio a pochi minuti da dove abitavo. Decisi di recarmici, anche se non credevo potesse esistere un insegnamento autentico che potesse darmi ciò che cercavo. Qualche cosa che potesse veramente riempire il mio cuore, qualche cosa che il mio cuore potesse accettare senza riserve e che permettesse di elevarmi perché tutto ciò in cui avevo creduto fino allora non mi aveva permesso di arrivare a quel punto. Dopo qualche mese di pratica la mia idea è cambiata. Ho cominciato, gradualmente, a comprendere che la Falun Dafa è così pura, magnifica e che è al di là d’ogni immaginazione umana. Non so se avrei potuto aprire il mio cuore a questo dono e alla coltivazione e pratica della Falun Dafa senza la presenza dei praticanti che irradiavano pace e manifestavano, con convinzione, le qualità di Verità - Compassione - Tolleranza senza il desiderio di farsi notare.
Qualche mese più tardi sentivo che il mio cuore mi diceva di ritornare in Boemia e che la mia nonna, andicappata mi chiamava. Non volevo lasciare gli Stati Uniti, il mio lavoro e soprattutto il gruppo di pratica, ma decisi, ugualmente, di ritornare in Boemia.
Restai a casa con mia nonna e ciò le fece molto piacere. Dopo un po’ di tempo mia zia mi disse che avrei potuto dare lezioni di inglese a domicilio, allora misi un annuncio in un giornale e diverse persone risposero: avevo dunque un lavoro che potevo svolgere a casa e nello stesso tempo potevo accudire mia nonna.
Praticavo e leggevo i libri del Maestro da sola e non facevo nessuno sforzo per insegnare la Fa agli altri. Più tardi ebbi la sensazione che la Fa non mi era stata data per coltivare solo il corpo e lo spirito, ma che dovevo permettere ad altri, in Boemia, di apprendere la verità della Dafa e di ritornare così alla loro origine. Sentii che dovevo tradurre lo Zhuan Falun e che la mia amica avrebbe potuto aiutarmi, collegai i nostri computer a Internet per inviarle le mie traduzioni.
Appena mi collegai ricevetti un email dei praticanti americani a proposito di una conferenza a Ginevra e decisi immediatamente che vi sarei andata, anche se non era facile per il mio spirito seguire il mio cuore. In quel momento compresi l’importanza di diffondere la Fa e di chiarire la verità alla gente.
La mia comprensione si approfondì a Ginevra e ne fui stupita. La presenza di tanti praticanti con una profonda comprensione della Legge mi diede molto ed è stata, senza dubbio, l’esperienza più importante della mia vita. Nonostante ciò ebbi la sensazione sgradevole che il mio spirito fosse molto impuro e che la mia comprensione della Fa fosse molto superficiale. Era difficile abbandonare questa sensazione e fui felice di ritornare a casa. Mi sentivo male per non aver fatto niente per la Dafa in Boemia e volevo cominciare. Ero seduta alla stazione degli autobus di Ginevra e aspettavo l’espresso, la notte precedente avevo sognato che perdevo il treno, dunque sentivo che poteva accadere qualcosa, ma non volevo accettarlo. Il tempo passava e non vedevo il mio espresso, domandai ad una signora dell’ufficio informazioni che mi disse di non preoccuparmi. Dopo che l’ora di partenza era passata domandai ancora alla signora che, tranquillamente, mi rispose che l’espresso era partito e che il prossimo partiva due giorni dopo. L’espresso era là mentre aspettavo e non l’avevo visto, dovevo rientrare con un espresso ceco ma ne avevano messo uno diverso. Seppi che il Maestro mi faceva restare perché c’era qualcos’altro da imparare. La conferenza doveva finire due giorni dopo, malgrado ciò ero turbata e non volevo accettare il fatto. In quel momento dovetti superare i miei sentimenti e ritornare con i praticanti. Avevo appena i soldi per due notti in albergo, sapevo che potevo trovare posto in un certo albergo, ma avevo solo una vaga idea di dove si trovasse: camminai e improvvisamente trovai l’hotel dove stavano le persone che dovevo incontrare. Era rimasto un solo letto, pagai con gioia, e fui riconoscente per il fatto che le cose si fossero arrangiate in quel modo poiché le attività della Dafa non erano terminate.
Una volta rientrata a casa cominciai a tradurre lo Zhuan Falun e a praticare in pubblico. Quando praticavo a casa sentivo fastidio di non essere all’esterno come se qualcosa non andasse e che vi fosse una mancanza nel mio cuore. Da quando cominciai a praticare fuori, le mie meditazioni e gli esercizi ne guadagnarono in qualità e il mio cuore era contento.
Volevo andare a praticare in una città più grande. Sarebbe stato facile perché nessuno mi avrebbe riconosciuto, ma non potevo farlo spesso. L’idea di praticare nella piazza del mio villaggio mi pareva assurda. Che cosa avrebbe pensato di me la gente? Poi realizzai che la mia paura era ridicola. I praticanti in Cina rischiano la propria vita, come potevo io lasciarmi fermare per la paura dell’opinione della gente? Trovai un luogo, non troppo visibile, per praticare in un piccolo parco accanto alla nostra piazza. Nessuno mi notò e nessuno prese i flyer. Più tardi mi fu consigliato di leggere più volte l’articolo del Maestro: “I pensieri giusti dei discepoli della Dafa sono potenti” Con questo articolo realizzai che se non c’erano pensieri nel mio spirito, se non quello che praticare in una piazza era assurdo, gli altri avrebbero pensato lo stesso. Andai a praticare e mi sedetti in mezzo della piazza, mi sentivo relativamente calma. Alcune persone presero l’opuscolo, poi apparve un gruppo d’adolescenti che mi guardarono un po’ troppo, mi toccarono, fecero molte cose per impedirmi di praticare, ma non ci riuscirono, gridarono, gettarono delle pietre accanto a me e fecero squillare i loro telefoni nei miei orecchi. Poiché non reagii se ne andarono. So che essi riflettevano delle parti impure di me stessa e che devo lavorare su di me, so che quando il mio spirito sarà più puro e la mia Xinxing più elevata, queste cose non accadranno più e sarà più facile diffondere la Fa.
Un giorno andai a trovare il sindaco della nostra città per domandargli l’indirizzo dei nostri rappresentanti al governo, in questa occasionagli parlai della situazione in Cina, gli portai anche un articolo e gli chiesi di pubblicarlo nel giornale locale. Gli parlai della Dafa ma ciò che trasmettevo non erano le qualità della Dafa, ma il mio nervosismo. Dopo di che ebbi la sensazione sgradevole di non aver difeso la Dafa. Quella settimana mia nonna morì. Per i suoi funerali non trovammo un oratore, ma mio cugino decise di preparare lui un discorso. Ebbi l’idea di dire anch’io qualche frase e di menzionare la Dafa e lo feci. Nel mio discorso parlai anche del Maestro Li e lo ringraziai di avermi condotto alla coltivazione e pratica nella Falun Dafa. Dissi che era grazie a questa pratica che avevo potuto prendermi cura della nonna con tanta bontà, pazienza e devozione e prendere questo lavoro come un’occasione per migliorare il mio carattere. Questa volta accettai il mio nervosismo e lo controllai meglio.La gente fu commossa per questo discorso in abituale e i miei parenti erano fieri di me.
Dafa riempie profondamente il mio cuore, mi trascina nella vita. Le cose che prima mi avrebbero fatto avere una depressione, non hanno più questo potere perché la Dafa mi sostiene e non mi lascia cadere. Non ho più bisogno di occupare il mio spirito con problemi di salute e di inquietarmi per sapere se ciò che mangio è sano oppure no.. Posso rispettare la sorte degli altri e non intervenire. Dafa mi apre le porte delle più grandi profondità del mio cuore, mi permette di abbandonare i miei attaccamenti e rende, nello stesso tempo tutto più semplice. So che fino a quando sarò in armonia con la Dafa non ci sarà nessun ostacolo che non possa superare, non ci sarà nessun attaccamento che non possa abbandonare. Ciò che percepisco è così immenso e così inconcepibile alla mente umana, tuttavia non sono che in superficie. Credo che se trascendo i miei pensieri umani a un più alto livello, il Maestro mi permetterà di diffondere veramente la Legge in Boemia e aiuterà la gente della Boemia a scoprire ed accettare la Legge. Questa è la visione che guida e riempie il mio cuore.
Molti praticanti mi hanno aiutato nel mio percorso di coltivazione e voglio ringraziare molto tutto il mondo. Vorrei ringraziare il nostro Maestri Li, ma è difficile trovare le parole per esprimere la mia gratitudine e la mia gioia per ciò che mi ha dato.
Grazie!
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