Quando ero giovane, ero molto intelligente e un po’ egocentrico. A scuola studiavo molto e avevo sempre ottimi voti, ed ero elogiato sia dagli studenti che dai professori. Perciò ho sviluppato la nozione di avere sempre ragione. Non mi sono accorto di aver portato questa nozione nella mia coltivazione. Solo quando qualcosa è accaduto di recente ho cominciato a esaminare me stesso.
L’altro ieri, un praticante locale è stato arrestato illegalmente e mandato al centro per il lavaggio del cervello. Sono andato a informare gli altri praticanti di inviare pensieri retti. Quando sono arrivato a casa di una praticante, non appena ho finito quello che avevo da dirle, ha cominciato a parlare e parlare, senza interruzione. Quello che diceva era corretto, ma dava l’impressione di volermi dare una lezione. In quel momento ho avuto una intensa sensazione di antipatia nei suoi confronti. Ho pensato tra me e me che ero andato lì solo per informarla e chiederle di inviare pensieri retti. Da dove veniva fuori quella lezione? Mi è venuto in mente un altro evento. Nell’estate dell’anno scorso, mi sono imbattuto per caso in questa praticante. A quel tempo non la conoscevo molto bene. Tuttavia, quando ci siamo incrociati ha cominciato a parlare senza mai fermarsi. Mi avvertiva di non ascoltare quegli ex praticanti che si sono illuminati su una via malvagia. Non riuscivo a venirne a capo e mi chiedevo perché mi stesse dando una lezione in quel momento. Anche se non lo ho dato a vedere, non la ho presa bene. Dopo essere tornato a casa, lo ha raccontato a mia figlia (anche lei praticante). Mi ha detto che non importa ciò che dicono gli altri, se mi sentivo a disagio significava che aveva toccato un mio attaccamente e che avrei dovuto guardarmi dentro.
Ho capito che mia figlia aveva ragione. In meno di sei mesi, questa praticante mi ha “dato una lezione” due volte. Era accidentale? Al livello di superficie pareva che non avessi fatto nulla di male. Tuttavia, come praticante, non dobbiamo guardare solo la superficie delle cose. Il Maestro ha detto nella “Conferenza in Europa” del 1998:
“Ogni volta che incontrate dei problemi, ognuno di voi dovrebbe guardarsi dentro per cercare le cause che stanno dietro, senza riguardo al fatto se merito o no un rimprovero. Ricordate queste parole: senza riguardo al fatto se il problema è una vostra mancanza o no, dovreste guardarvi dentro, e troverete il problema. Se quella questione non avesse nulla a che fare con voi o non coinvolgesse nessun vostro attaccamento che dovete lasciare andare, allora difficilmente quella cosa sarebbe accaduta a voi. Se non avevate un attaccamento il problema non sarebbe successo. Devo essere responsabile per la vostra coltivazione. Ogni problema che accade a voi, attorno a voi o tra di voi è molto probabile che sia in relazione con voi, e che c’è qualcosa di cui vi dovete liberare. Non importa se è un vostro errore o no, quando i miei Fashen provano a farvi rimuovere il vostro attaccamento, non badano al fatto che si tratti di un errore vostro o di un’altra persona” (traduzione provvisoria)
Quando ho messo insieme queste due cose e ho sono andato oltre la superficie, ho trovato un attaccamento che era nascosto non troppo in profondità nel mio cuore. Sono stato arrestato due volte, nel 2001 e nel 2002, e sono stato forzato due volte a rinunciare al Falun Gong. Tuttavia, quando sono stato rilasciato sono di nuovo entrato nella rettifica della Fa. Alcuni praticanti mi lanciavano occhiate dispettose e poco amichevoli quando mi incontravano. Forse non avevano quella intenzione, ma mi sentivo in quel modo. Tuttavia, ogni volta mi sentivo molto miserabile e turbato. Pensavo, “Dopo che la persecuzione malvagia è iniziata, voi non avete osato andare a Pechino per parlare apertamente in favore del fondatore della pratica, il Maestro Li, e della Falun Dafa, ma siete rimasti chiusi in casa. Naturalmente il male non vi ha perseguitati. Ora pensate di essere meravigliosi. Se foste andati a Pechino e il male non vi avesse perseguitati, allora vi ammirerei e penserei che state facendo molto bene nella vostra coltivazione.” Questo pensiero è rimasto sepolto nella mia mente per molto tempo. Sapevo che non era corretto, ma non volevo toccarlo, avendo incoraggiato umanamente i demoni malvagi.
Dopo essere passato attraverso una tale deviazione, il mio cuore non era ancora pronto a calmarsi abbastanza perché potessi guardarmi dentro come dovrebbe fare un coltivatore alla ricerca delle cause. Stavo prendendo la persecuzione come se essa fosse contro delle persone comuni e pensavo che essere perseguitati per il fatto di andare a Pechino per convalidare la Fa fosse un risultato inevitabile. D’altra parte consideravo il fatto di essere andato a Pechino come un simbolo d’onore, che mi dava il diritto di disprezzare gli altri. Quello era il motivo per cui se il mio cuore nascosto veniva provocato, mi arrabbiavo. Allora lodavo me stesso e rifiutavo la sfida pensando che “Non sono forse meglio di chi mi provoca?”.
Sebbene io fossi inciampato e caduto, invece di apprendere una lezione da questa amara esperienza, mi consolavo usando la scusa che la coltivazione durante la rettifica della Fa è senza precedenti, così che fare errori è inevitabile. Facevo anche affidamento sulla mia educazione, pensando che ero meglio degli altri nella comprensione della Fa, e nel condividere con gli altri praticanti, erano sempre gli altri a dovermi ascoltare. Raramente ascoltavo le condivisioni degli altri praticanti. Ero sempre quello che dava lezioni agli altri, ma questo non permetteva loro di ‘dare lezioni’ a me. Ogni volta che c’erano differenze nella nostra comprensione degli insegnamenti del Falun Gong, insistevo sempre affichè gli altri assecondassero il mio punto di vista. Mi piaceva sentire i complimenti. Quando gli altri praticanti mi dicevano che avevo coltivato bene, mi sentivo compiaciuto di me stesso. Se sentivo che si diceva che altri avevano praticato bene, mi sentivo verde dall’invidia. Gradualmente sono caduto sempre più in profondità nel pantano dell’attaccamento e non potevo più liberarmi della nozione errata. È stata la misericordia del Maestro che ha indotto gli altri praticanti a svegliarmi. Ho cominciato a guardare al vicolo cieco che non avevo voluto affrontare per un lungo periodo di tempo.
Allora, da dove viene questa nozione di avere sempre ragione? Si era formata nel periodo della scuola, quando andavo bene nei miei studi? Non esattamente. Avevo sempre influenzato gli altri con la mia opinione, volendo sempre cambiare gli altri ma mai me stesso, e volendo che gli altri mi mettessero sempre al centro. Senza usare mezzi termini posso dire che questo giovava al mio interesse personale e al mio egoismo, che è la vera natura delle vecchie forze dell’universo. Tuttavia, come praticante devo cambiare dall’ “essere egoista” al “pensare alle altre persone”, sorreggendo i principi di “Verità-Compassione-Tolleranza”. Il mio pensiero di voler cambiare gli altri senza cambiare me stesso non era forse in linea con le vecchie forze?
In ultimo, vorrei condividere un paragrafo del nostro Maestro da studiare insieme con gli amici praticanti.
"Se voi, in quanto coltivatori, lasciate perdere le cose solo in superficie mentre dentro di voi restate attaccati a qualcosa o abbracciate i vostri interessi vitali a cui non permettete di affievolirsi, io dovrei dirvi che la vostra coltivazione è falsa. Se il vostro modo di pensare non cambia, voi non potete avanzare di un solo passo e state ingannando voi stessi. Solo quando voi migliorate dall'interno del vostro cuore, voi potere fare un vero progresso. Assicuratevi di ricordare questo: Ogniqualvolta attraversate qualcosa come un guaio, cose spiacevoli, o conflitti con altri, dovete esaminare voi stessi e cercare dentro di voi. Troverete la causa di quell'insormontabile problema. ("Lezione alla Prima Conferenza della fa in Nord America” nel 1998)
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