Il 18 marzo 2006, I praticanti del Falun Gong si sono riuniti di fronte il Palazzo Nazionale della Cultura di Sofia per protestare pacificamente attraverso uno sciopero della fame di 24 ore contro il campo di concentramento di Sujiatun dove vengono rimossi gli organi dei praticanti vivi. La protesta è durata 6 ore ed è stata autorizzata dalla municipalità della città.
I passanti si sono soffermati per osservare le foto degli uccisi e per saperne di più delle torture nei campi cinesi. Tutti hanno espresso il loro disdegno e hanno fatto la fila per firmare la petizione a supporto della fine della persecuzione del Falun Gong in Cina.
I praticanti hanno dato informazioni sul campo di concentramento di Sujiatun, hanno spiegato come vengono rimossi gli organi dei praticanti e poi cremate I corpi per non lasciare trace, e hanno distribuito volantini informative.
Alcuni hanno osservato le immagini e parlato coi praticanti per lungo tempo dicendo che ciò può avvenire solo in un paese governato da un regime totalitario, come il regime comunista in Cina.
I bulgari che hanno vissuto fino a sedici anni fa sotto un regime comunista conoscono cosa vogliano dire lavaggio del cervello, censura, soppressione delle libertà di parola, pensiero e credo. Per questo molte persone hanno firmato appena hanno appreso della persecuzione e delle torture in Cina da parte del PCC.
I più giovani hanno firmato e dichiarato di essere contro la violazione dei diritti umani, le torture e le uccisioni. Un’anziana donna ha detto “Certo che firmo la petizione. E’ la cosa più semplice e logica da fare! Firmate tutti!” ha detto rivolgendosi a quelli dietro di lei. Nonostante il freddo i praticanti hanno chiarito la verità alle persone e aiutato a capire la malvagità della persecuzione contro la Dafa in Cina.
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