In Cina c'è un business, conosciuto da tempo, ma sempre ignorato, che aumenta sempre più. Nell'indifferenza del mondo che ogni tanto alza il coperchio, ne parla lo spazio di un giorno e poi ricopre tutto. È il business degli organi, dei trapianti su prenotazione adesso anche on line su internet.
Migliaia di prenotazioni e per avere un organo si usano anche i cadaveri dei condannati a morte. Il Falun Gong, proibito in Cina, ha denunciato più volte il traffico di organi, spesso prelevati dai praticanti incarcerati. Dopo aver subito l'operazione per l'espianto sembra che i praticanti vengano uccisi e i loro corpi cremati oppure sepolti in località segrete.
La scelta di coloro che hanno bisogno di un trapianto e che sono disposti a tutto è sempre la stessa: aspettare mesi per ottenere il trapianto o cercare sui siti, cinesi,la miglior offerta di questo mercato illegale. Centinaia di giapponesi rivela il quotidiano inglese Indipendent comprano organi in questo modo. Un mercato sempre più florido con un governo compiacente che non presenta la lista delle persone che ogni anno sono giustiziate. Amnesty International stima che ogni anno circa 8000 persone vengano uccise colpevoli di reati comuni oppure perché dissidenti.
Tutto questo fa pensare che la crescente democrazia cinese non è poi così crescente. E non è poi così democratica. In occasione delle Olimpiadi del 2008 a Pechino uno degli uffici più attivi è quello dove centinaia di stranieri cercano di tradurre nelle lingue dei paesi partecipanti le leggi del regime cinese adattandole al linguaggio occidentale: come tradurranno tutto questo?
La 7 TV |
Fonte originale: http://www.la7.it/news/editoriale.shtml?1171
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