Superare la Paura: "Un Lupo Sta Venendo, Dovrei Chiudere Porte e Finestre”

(Clearwisdom) Ciascuno di noi vive nella società della gente comune e ha molte nozioni delle persone comuni che si sono accumulate nelle sue vite precedenti, ma i praticanti devono liberarsi delle nozioni umane.

La gente ha le nozioni comuni: devo vestirmi di più quando sento freddo, mangiare quando ho fame, riposare quando sono stanco, essere felice quando divento più ricco, evitare le difficoltà quando mi imbatto in esse, “chiudere porte e finestre quando un lupo sta arrivando,” ecc. Quando viviamo nella società della gente comune per molto tempo, sviluppiamo naturalmente queste nozioni, che nei momenti critici giocheranno ancora un ruolo. Questi sono i comportamenti umani.

Alcuni giorni fa, uno dei miei colleghi (che è spesso in contatto con poliziotti e ufficiali dell’ufficio della sicurezza nazionale) mi ha incontrata e mi ha detto, “Ora l’Ufficio per la Sicurezza Nazionale ti ha messo nella lista insieme ad altri come obiettivi importanti da sorvegliare. Il tuo telefono di casa, il computer, il cellulare e i tuoi abituali mezzi di trasporto sono tutti sotto controllo. Sanno tutto ciò che fai e sono pronti ad arrestarti in ogni momento.”

Mi ha detto molte cose. In quel momento non mi sono sentito nervoso e ho pensato, “Non importa ciò che dici o cosa loro dicono”. Ho anche cercato di mantenere una mente calma e mi sono detto di non essere toccato da quelle parole, ma per tutto il giorno la mia mente è stata pesante. Di tanto in tanto pensavo a quello che mi aveva detto e pensavo che se le cose stavano veramente come aveva detto, allora come avrei dovuto gestire la cosa? Ogni volta che emergevano nella mia mente strategie proprie della gente comune per affrontare la situazione, le trattavo immediatamente come pensieri da persone comuni e cercavo in ogni modo di eliminarli, ma nonostante questo di tanto in tanto venivano fuori. Anche se apparivo calmo, l’idea che “il lupo sta arrivando, dovrei chiudere porte e finestre” giocava un certo ruolo. Dopo essere tornato a casa, ho ancora preso delle misure di sicurezza come farebbe una persona comune. Anche se inviavo pensieri più spesso del solito, di fatto agivo così per paura e questo era ancora un comportamento del tipo “chiudere porte e finestre.”

Ieri ho guardato le lezioni video del Maestro. Nella sesta lezione dice,
“…una persona venne legata a un letto. Sollevarono le sue braccia e le dissero che stavano per tagliarle le vene. Le bendarono gli occhi e le graffiarono leggermente il polso (non lo fecero sanguinare per niente). Poi aprirono un rubinetto e lasciarono scendere dell’acqua goccia a goccia. Lui pensò che fosse il suo sangue che colava e, in pochi istanti, morì.” (Zhuan Falun)

Improvvisamente mi sono illuminato. Non era forse il Maestro che mi dava un suggerimento? L’esempio che il Maestro dava è lo stesso di ciò che mi è capitato. Sono forse come la persona legata al letto? Se pensi che il tuo sangue stia colando, potrai mai ottenere un risultato diverso? Non è proprio il risultato che hai perseguito?

Stamattina, quando mi sono alzato per fare gli esercizi, ho ricordato improvvisamente una storia di coltivazione che ho letto in passato. Un discepolo seguiva il suo maestro per coltivare. Il Maestro gli disse, “Ok, puoi costruire una semplice capanna per coltivare da solo.” Questo discepolo era molto obbediente e fece ogni sforzo per costruire una casa di paglia. Poco dopo che si era seduto, un forte vento portò via la sua casa. La seconda volta, si fece coraggio e costruì una casa di paglia più resistente, ma prima che cominciasse la meditazione, un forte vento la portò di nuovo via. In questo modo ha costruito una casa di paglia, che poi è stata portata via dal vento, e poi ne ha costruita un’altra, che di nuovo è stata portata via. Questo processo si è ripetuto molte volte. Non importa quanto ci pensasse su e quanti metodi umani usava per rendere la casa più resistente, alla fine non ha potuto costruire una casa di paglia che potesse rimanere in piedi. A questo punto, improvvisamente si è illuminato, si è seduto per terra e ha cominciato a coltivare. Il suo Maestro è arrivato e gli ha chiesto, “Dove è la tua casa di paglia?” Ha risposto che la aveva costruita nella sua mente. Il Maestro ha sorriso.

Quando si incontra qualche problema, se non ci guardiamo dentro per trovare i nostri attaccamenti fondamentali, e invece cerchiamo di fare molte cose in superfice, e non cambiamo i nostri pensieri da persona comune, che sono in contrasto con la Dafa e che acuiscono le nostre difficoltà, allora non sarà proprio questa la ragione per cui le vecchie forze e il vecchio cosmo devono essere eliminati? Se cerchiamo di proteggere le cose che non vogliamo lasciare andare quando abbiamo un problema, non è proprio questo il problema fondamentale che dovremmo rettificare? Perché? I demoni e gli spettri corrotti che le vecchie forze hanno disposto al livello più basso stanno ancora giocando un ruolo. Mi sono illuminato al fatto che alcune delle idee delle vecchie forze sono ancora nelle nostre menti, cioè parte delle vecchie forze “stanno” ancora nelle nostre menti.

Parlando del qigong delle arti marziali, il Maestro ha detto,

" Se si vuole colpire qualcuno, non c’è bisogno di dirigere il qi o di pensarci, poiché il gong è già arrivato là; e quando sono gli altri ad attaccare e si vuole alzare la guardia per parare i colpi, anche in quel caso, il gong è già arrivato là. Per quanto sia veloce il vostro colpo, l’energia si muove più rapidamente, poiché il tempo è concettualmente diverso nelle due dimensioni. "(Zhuan Falun)

Mi sono illuminato al fatto che quando rimuoviamo davvero le nozioni delle persone comuni ad un livello fondamentale, tutte le nostre cose sono veramente separate da questo mondo e le cose di questo livello non possono raggiungerci.

Naturalmente, per essere responsabili verso la Dafa, è completamente necessario che facciamo attenzione alla nostra sicurezza e alla sicurezza degli altri praticanti, mantenendo i nostri pensieri retti.

Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/emh/articles/2006/10/6/78694.html