OTTAWA (AFP) – Secondo quanto riferito, l’esercito cinese espianta gli organi dei prigionieri detenuti, soprattutto da praticanti del Falun Gong, al fine di usarli nei trapianti su larga scala, anche per riceventi stranieri. Lo riferisce uno studio.
L’ex Segretario di Stato per la regione dell’Asia Pacifico David Kilgour e l’avvocato dei diritti umani David Matas hanno reso noto un rapporto su tali trapianti dopo aver intervistato persone in 30 paesi che hanno ricevuto un trapianto d’organo.
Hanno anche intervistato il personale di un ospedale canadese che ha avuto in cura centinaia di pazienti che si erano sottoposti a trapianto d’organo in Cina.
“Il coinvolgimento dell’Esercito di Liberazione del Popolo in questi trapianti è molto diffuso,” ha detto Kilgour alla conferenza stampa.
Il rapporto afferma che, come molti ospedali civili della Cina rurale, gli ospedali militari sono passati alla vendita di organi per riparare ai tagli dei finanziamenti governativi degli anni ’80.
Ma il personale militare opera con molta più segretezza, ha aggiunto.
“Coloro che hanno ricevuto organi spesso ci hanno detto che anche quando hanno ricevuto un trapianto in un ospedale civile, chi eseguiva l’intervento era personale militare,” ha affermato il rapporto.
È il secondo rapporto pubblicato da Kilgour e Matas, che nel luglio 2006 hanno pubblicato i risultati di due mesi di indagini, in cui hanno implicato nello scandalo dei trapianti dozzine di ospedali e prigioni.
Queste accuse sono state vigorosamente negate dai funzionari cinesi.
Gli ospedali delle maggiori città del Canada, Vancouver, Calgary e Toronto hanno nel frattempo confermato che “un considerevole numero” di canadesi si è recato in Cina per trapianti d’organo sospetti, ha detto Kilgour.
"Siamo a numeri a tre cifre, più di 100 (ogni anno dal Canada) e la tendenza sta accelerando,” ha detto Matas.
Per frenare ciò che hanno chiamato una “ripugnante forma di malvagità”, entrambi hanno chiesto pubblicamente alle case farmaceutiche di non vendere più farmaci anti-rigetto alla Cina.
Hanno anche sollecitato gli stati a pubblicizzare degli avvertimenti per avvisare che gli organi provenienti dalla Cina possono essere stati espiantati da donatori non volontari; hanno chiesto agli stati di astenersi dal fornire cure post-operatorie a pazienti che abbiano subito trapianti di organi sospetti; e hanno chiesto ai medici stranieri interrompere i legami con i loro colleghi cinesi sospettati di coinvolgimento in queste pratiche.
Gli stati dovrebbero anche emanare una legislazione che proibisca ai loro cittadini di recarsi in Cina per trapianti d’organo da donatori coatti, anche se gli autori dello studio ammettono che una tale accusa è difficile da provare.
Il gruppo con base negli Stati Uniti denominato “Coalizione per Indagare sulla Persecuzione del Falun Gong in Cina” ha chiesto a Kilgour e Matas di indagare le accuse in questo senso di parecchi dei suoi membri.
La Cina ha bandito il gruppo spirituale nel 1999 e ha negato con veemenza le accuse di espianti di organi, accusando il Falun Gong di diffondere voci con lo scopo di indebolire le relazioni internazionali del paese e la “stabilità sociale”.
Kilgour e Matas hanno ammesso che molte delle affermazioni erano si seconda mano, ma hanno affermato che c’erano prove sufficienti per “ritrarre il quadro”.
Hanno descritto il caso di un uomo che si recò a Shanghai nel 2003 per un trapianto di rene all’Ospedale civile del Popolo No.1 e che ha passato la convalescenza all’Ospedale No.85 dell’Esercito di Liberazione del Popolo.
Per trovare il rene compatibile ne furono provati otto. Il rapporto afferma che, secondo il chirurgo che eseguì l’intervento, solo l’ultimo, proveniente “da un prigioniero giustiziato”, risultò compatibile.
Wang Xiaohua, un praticante del Falun Gong che ora vive a Montreal, ha detto ai giornalisti di aver “subito persecuzioni inumane” in un campo di lavoro dove solo i praticanti del Falun Gong, e non gli altri prigionieri, erano sottoposti sistematicamente a esami del sangue per verificare la compatibilità dei loro organi con quella dei riceventi.
Nel loro rapporto precedente, Matas e Kilgour hanno intervistato parecchi aderenti del Falun Gong e l’ex moglie di un chirurgo che le raccontò di aver rimosso cornee da almeno 2000 praticanti del Falun Gong anestetizzati nel nordest della Cina nei due anni precedenti l’ottobre 2003.
Hanno detto di aver ascoltato, con l’aiuto di interpreti, più di 30 telefonate mascherate dal Canada e dagli Stati Uniti condotte con funzionari cinesi che hanno riconosciuto questi interventi chirurgici.
Più di una dozzina di ospedali cinesi e prigioni sono state implicate nelle trascrizioni di nuove chiamate telefoniche, inclusa una di un ospedale dell’aviazione della città di Chengdu, nella quale un ufficiale ha detto che “non c’era problema” ad avere organi di praticanti del Falun Gong giovani e in salute per i trapianti.
Versione inglese: http://news.yahoo.com/s/afp/canadachinahealth;_ylt=Ag7x6I8wjk_9vU23A0qLEo
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