Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 20 Febbraio 2007 |
SU SCALA GLOBALE
Spettacolo accusato di «propaganda», ma parte in grande stile il tour mondiale
NEW YORK - È lo show che Pechino ha cercato in tutti i modi di bloccare, ottenendo esattamente il contrario. In soli quattro anni di vita il "Chinese New Year Spectacular» è passato da oscuro musical visto da un pugno di americani di origine cinese ad elaboratissima stravaganza da 180 dollari al biglietto. La sua ultima reincarnazione, che ha appena chiuso i battenti a Radio City Music Hall, è stata acclamata dai critici alla vigilia dell'anno del maiale nello zodiaco cinese e di una tournée internazionale in ben 30 città, tra cui Vancouver, Parigi, Londra e Sydney.
Lo sfarzoso varietà musicale si avvale di un'orchestra dal vivo di 45 elementi e di un cast di oltre 150 tra attori, ballerini e cantanti abbigliati in preziosissimi costumi d'epoca che si esibiscono di fronte al megaschermo dove scorre la magnifica scenografia di templi buddhisti, muraglie cinesi e pianure mongole. A testimonianza e celebrazione di 5 mila anni di storia e civiltà cinesi.
Ma dietro la sontuosa festa dei sensi si cela un messaggio politico fortissimo: la denuncia delle spietate persecuzioni perpetrate dal Partito comunista cinese nei confronti di Falun Gong. La religione sincretica nata nel 1992 in Cina combina elementi del Buddhismo e del Taoismo alla dottrina introdotta dal fondatore stesso, Li Hongzhi; nel 1999 il governo Cinese, preoccupato dalla sua straordinario diffusione, la proclama «culto malefico», rendendola fuorilegge. Una pratica illustrata in uno dei numeri di danza più drammatici dello show che ritrae un gruppo di poliziotti cinesi, con un'enorme falce e martello stampata sul retro della loro uniforme, mentre picchiano ed uccidono una seguace di Falun Gong. Ma più tardi sono puniti da spiriti soprannaturali. Un altro segmento intitolato «Veglia al lume di candela» e dedicato «a tutti i bambini cinesi resi orfani dal governo» mostra dei ballerini in bianco (il colore della morte in Cina) che danzano sullo sfondo di un cimitero di luci.
Immagini forti che hanno spinto il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington Jian Huali a denunciare lo show come «propaganda anti cinese» e a chiederne la chiusura. «TI nostro spettacolo celebra la cultura e i valori tradizionali della Cina distrutti dopo che i comunisti sono saliti al potere nel 1949», ribatte Samuel Zhou, vicepresidente di New Tang Dynasty Television.
Per farlo naufragare, secondo il quotidiano sino-americano Epoch Times, Pechino avrebbe organizzato una massiccia campagna di telefonate per intasare Radio City. L'operazione è però fallita e la «quattro giorni» newyorchese ha fatto il tutto esaurito. Ma le pressioni di Pechino in certi casi hanno funzionato. «Alcuni attori si sono ritirati per paura di rappresaglie - spiega Vmg Chen, manager dello show -. Molti di loro per sopravvivere hanno bisogno di lavorare anche nella madrepatria». E la scorsa settimana la stampa sudcoreana ha criticato aspramente la decisione del proprio governo di annullare lo spettacolo
.pochi giorni prima della trasferta al National Theatre di Seoul. Il motivo: l'intervento del Partito comunista cinese che minacciava «devastanti ritorsioni commerciali».
. Alessandra Farkas
IL PROBLEMA
La difesa della religione «proibita» Falun Gong provoca le contestazioni
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