Un avvocato Americano per i diritti umani ha accusato oggi i militari cinesi di espianto di organi a prigionieri membri del Falun Gong per venderli a clienti stranieri.
Secondo il rapporto i praticanti del Falun Gong, arrestati perché membri di un gruppo spirituale bandito nel paese, sono selezionati per i trapianti e molti di loro muoiono.
David Matas ha presentato le sue scioccanti prove ad un incontro pubblico presso il Trinity College di Dublin e lo farà domani ad un sotto comitato per i diritti umani di Oireachtas.
Secondo il rapporto, inoltre, le operazioni di trapianto sono eseguite regolarmente in ospedali gestiti da militari o i cui impiegati sono militari in Cina, nonostante non esistano regole per la donazione di organi in Cina.
Dice che i praticanti del Falun Gong sono sottoposti a regolari analisi del sangue e a visite mediche, mentre alcuni ospedali hanno ammesso di avere organi dei praticanti per la vendita.
Il rapporto, scritto insieme all’ex segretario di stato canadese per asia- pacifico, David Kilgour, accusa la Cina di sponsorizzazione di stato della pratica.
Sostiene che il governo ha giustiziato un elevato, ma sconosciuto, numero di membri del Falun Gong imprigionati negli ultimi cinque anni, vendendo i loro organi a clienti stranieri a prezzi esorbitanti.
Accusa pure il governo di avere costruito degli edifici appositi per i trapianti di organi, senza però qual'è la loro fonte di organi, a parte i prigionieri condannati a morte.
Matas ha chiesto una serie di viaggi informativi del governo e campagne informative per il pubblico per spiegare che la fonte degli organi in Cina, con alcune eccezioni, sono i prigionieri.
"Il mercato di organi in Cina è determinato dal rapporto domanda offerta. L’offerta è locale, ma la domanda, per la maggior parte, è straniera. Dobbiamo fare di tutto per fermare questa domanda” ha detto.
Kilgour ha aggiunto: "Le nostre indagini hanno scoperto che i canadesi che vanno in Cina per I trapianti partono da Calgary, Vancouver e Toronto. I numeri sono crescenti".
L’ambasciatore cinese, Zhang Xinsen, nel frattempo, ha rifiutato l’invito del Comitato riunito per gli Affari Esteri per rispondere alle accuse.
L’ambasciatore Zhang Xinsen aveva incontrato il presidente del comitato Michael Woods TD lo scorso novembre per parlare della posizione della Cina rispetto alle accuse. Tuttavia, il funzionario ha poi detto che non avrebbe partecipato all’incontro del comitato e che non aveva altri commenti da fare sulle accuse.
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