La sera dell'8 Aprile, all'interno di una sala di Palazzo Vecchio a Firenze, si è tenuto il consueto incontro mensile tra i gruppi religiosi e spirituali che partecipano al ciclo di incontri interreligiosi organizzati dall'associazione "Un Tempio per la Pace", dove anche tutti i cittadini possono assistere. Praticanti locali della Falun Dafa si sono recati all'appuntamento per introdurre i principi di Verità-Benevolenza-Tolleranza e i cinque esercizi alle persone presenti.
Il tema della serata era "pace e solidarietà" e gli organizzatori hanno deciso di dedicare la serata alla persecuzione dei monaci tibetani da parte del Partito Comunista Cinese (PCC). Il discorso dei praticanti della Falun Dafa è stato rivolto alla persecuzione del Falun Gong, consci del fatto che non riceve l'attenzione che dovrebbe, a pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi di Pechino.
Nei minuti a disposizione per il discorso i praticanti hanno descritto la pratica della Falun Dafa per poi parlare della persecuzione iniziata in Cina il 20 Luglio 1999 e tutt'ora in atto, in particolare hanno parlato della terribile notizia riguardo al prelievo di organi su praticanti ancora vivi da parte del PCC; organi che poi vengono rivenduti a caro prezzo fuori dalla Cina.
Al termine della serata molte persone si sono avvicinate ai praticanti per saperne di più. Tutti hanno ammesso di essere all'oscuro di tale persecuzione e non riuscivano a capire come è possibile che una persecuzione del genere venga taciuta dai mezzi di comunicazione, anche nelle società occidentali. I presenti hanno quindi preso volentieri i volantini con la descrizione della pratica e con i siti internet di riferimento per leggere in modo approfondito sulla persecuzione e sul prelievo di organi.
Il signor Marco Romoli, fondatore e presidente dell'associazione "Un Tempio per la Pace", si è intrattenuto a parlare con i praticanti. "Sono venuto a conoscenza della persecuzione dei praticanti del Falun Gong, e del prelievo coatto di organi da parte del PCC su praticanti ancora vivi alcuni anni fa", ha detto. "Penso che non sia possibile vivere felici quando si conoscono fatti del genere: è un obbligo morale parlarne alla gente, di modo che tutti ne siano a conoscenza."
Paola, Marco e Graziella dell'associazione "Un Tempio per la Pace" |
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