Il 3 Giugno scorso presso il Tribunale penale di Roma, dopo 20 udienze, il giudice monocratico Dott. Jannolo ha pronunziato la sentenza di colpevolezza nei confronti di tutti gli imputati nel processo per diffamazione a mezzo stampa sul giornale in lingua cinese La Nuova Cina, stampato a Roma.
L’editore e proprietario del giornale Sig. Chen Chengji e il giornalista, autore degli articoli Sig. Qi QingJun, sono stati riconosciuti colpevoli dei reati di diffamazione aggravata e reiterata a mezzo stampa. Le motivazioni saranno depositate entro sessanta giorni.
La querela nei confronti de La Nuova Cina era stata presentata dal Sig. Alfredo Fava Minor in proprio e nella sua qualità di presidente a nome dell'Associazione Italiana Falun Dafa, in seguito ad alcuni articoli diffamatori scritti dal giornalista Sig. Qi QingJun e apparsi sul giornale La Nuova Cina in data 18.12.2001, a margine di una mostra fotografica contro il Falun Gong tenutasi il 14.12.2001, presso l'Ambasciata Cinese di Via Bruxelles 56 a Roma. Questa mostra fotografica aveva un contenuto altamente lesivo della onorabilità del Falun Gong e del suo fondatore, poichè venivano mostrate immagini di crimini odiosi addebitati falsamente a praticanti del Falun Gong e dedicava una intera sezione diffamatoria contro il suo fondatore.
Oltre a La Nuova Cina, anche altri giornali di lingua cinese stampati in Italia erano stati querelati per diffamazione a mezzo stampa: Europa China News; Il Tempo Europa China; Il Tempo della China Europa.
Questa è la seconda sentenza di condanna in primo grado, nel terzo processo il giudice ha ritenuto che gli imputati avevano svolto solo il loro diritto di cronaca. Per questa sentenza è stato presentato appello.
Nel primo processo di Milano la sentenza di condanna, nel primo grado di giudizio, è stata in appello, con una sentenza sorprendente, annullata, si andrà ora al terzo e ultimo grado di giudizio. La strada non è terminata, da oltre sei anni i praticanti italiani sono impegnati a difendere in tribunale l'onore della Dafa e crediamo ci siano riusciti anche quando il tribunale ha assolto gli imputati, perchè risultano in ogni caso evidenti alcuni fatti importanti:
. ● La persecuzione nei confronti del Falun Gong è stata accertata fuori di ogni dubbio.
. ● Il Falun Gong è una pratica spirituale assolutamente pacifica.
. ● Il comportamento dei praticanti è ineccepibile.
. ● I giornali hanno riportato il falso; quando sono stati assolti i giornalisti, i giudici implicitamente hanno ritenuto che fossero state le sedi diplomatiche ad averli indotti a sostenere tesi false.
In questi giorni le legazioni cinesi sono impegnate a diffondere anche all'estero la violenza e l'odio verso il Falun Gong, come a Flushing N.Y. e a Varsavia. Devono cercare di indirizzare la rabbia dei cinesi sul Falun Gong impedendo loro di porsi troppe domande sulle conseguenze del recente terremoto nel Sichuan. In questo contesto i processi italiani sono un monito per il Governo comunista: le democrazie occidentali offrono sempre la possibilità di difendersi dall'arroganza e dalla violenza.
“Pur dovendo attendere il deposito della motivazione – ha dichiarato l’Avv. Giuseppe Rossodivita, difensore del Sig. Fava e dell’Associazione Italiana della Falun Dafa - ritengo di poter sottolineare la particolare importanza di questa sentenza di condanna, giunta al termine di un processo particolarmente tormentato, poichè in quest’occasione per la prima volta è stata acquisita agli atti del giudizio la documentazione fotografica esposta nelle mostre organizzate dall’ambasciata e dal consolato Cinese e gli imputati, pur sostenuti nel giudizio dall’ambasciata Cinese, non sono stati in alcun modo in grado di provare la verità di quanto rappresentato da quella documentazione fotografica che falsamente addebita ai praticanti del Falun Gong crimini in realtà mai commessi. Penso – prosegue l’Avv. Giuseppe Rossodivita – che il Tribunale di Roma abbia ben valutato il punto tanto da comminare agli imputati una pena più grave da quella richiesta dalla stessa Pubblica Accusa ed ordinando, come richiesto dalle parti Civili, la pubblicazione dell’estratto della sentenza di condanna sullo stesso giornale La Nuova Cina cosicché la comunità cinese di Roma possa conoscere quanto false e diffamanti siano le accuse rivolte ai Falun Gong dal governo Cinese e divulgate attraverso il giornale”.
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