Onorare l'Appello del 25 Aprile 1999 fatto dai praticanti del Falun Gong a Pechino.

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Il 25 Aprile 1999 migliaia di praticanti del Falun Gong si riunirono in modo tranquillo e ordinato a Pechino per chiedere la liberazione di quei praticanti che erano stati picchiati e imprigionati in una città vicino. Cercavano di sensibilizzare i capi del governo affinchè una manciata di funzionari di alto rango non continuasse a perseguitare il Falun Gong.

L'evento catturò i titoli di prima pagina sui giornali di tutto il mondo, ma la cosa più importante per coloro che si trovavano là, era la possibilità di spiegare alla dirigenza cinese come il Falun Gong avesse portato salute e armonia nelle loro vite, e che gli attacchi da parte di qualche funzionario cinese erano ingiustificati.

A distanza di Undici anni, i praticanti del Falun Gong e i loro sostenitori stanno onorando lo spirito di pace, giustizia e compassione con cui quell'appello venne fatto allora. Egualmente importante, stiamo ricordando il prezzo tremendo che i praticanti del Falun Gong e le loro famiglie in Cina stanno pagando per la loro incrollabile dedizione alla loro fede ed ai suoi principi di onestà, gentilezza e tolleranza, mentre sopportano un'incessante brutalità.

Centinaia di migliaia—se non milioni—rimangono illegalmente detenuti nei campi di lavoro e nelle prigioni cinesi, il più grande numero di prigionieri di coscienza per un singolo gruppo religioso nel paese. Decine di migliaia hanno subito torture per mano della polizia e degli agenti di pubblica sicurezza. Più di 3.200 praticanti identificati hanno perso la vita, anche se il conto delle vittime nel corso di questa persecuzione decennale è certamente più grande. Milioni di altri hanno dovuto affrontare licenziamenti, perdite di posizioni, espulsioni dalle scuole e altre forme di sistematica discriminazione.

Con la macchina statale volta verso di loro in modo più violento che mai, i praticanti in Cina continuano a mettere a repentaglio quotidianamente la propria vita, non solo per praticare gli esercizi del Falun Gong e studiare i suoi insegnamenti per il proprio miglioramento personale, ma anche per informare gli altri dell'ingiustizia fatta a loro, delle atrocità commesse proprio nel cortile dietro casa loro. Al di fuori dalla Cina, i praticanti in tutto il mondo organizzano veglie e raduni, distribuiscono volantini, raccolgono firme, e prendono qualunque strada non violenta per aiutare ad accrescere la consapevolezza su ciò che sta accadendo ai colleghi praticanti nel Regno di Mezzo (antica definizione della Cina).

Lo scopo finale di queste azioni rimane lo stesso oggi come lo era 10 anni fa: porre fine alla persecuzione, convincere le persone a non partecipare alla persecuzione contro le proprie sorelle, i propri mariti, madri e amici. Questo non solo per proteggere i nostri cari, ma anche per il bene di tutte le altre persone, che volenti o nolenti partecipano a questi orribili crimini, anche solo per essere costretti forzatamente al silenzio. I praticanti agiscono con un occhio verso il bene della società intera, con lo scopo di mettere fine al ciclo di violenze contro gente innocente di cui la Cina si è macchiata per troppo tempo.

Per questa ragione, speriamo che in questo giorno la gente del mondo intero si unisca a noi per onorare, ricordare e mantenere vivo lo spirito di quel giorno di primavera a Pechino, dieci anni fa; non possiamo permettere che questa ingiustizia sia accettata a causa della presunta, ferrea presa del Partito Comunista Cinese; è necessario che ognuno compia uno sforzo per vedere attraverso il velo della propaganda del partito e capisca da solo che cos'è il Falun Gong; ognuno dovrebbe sostenere il nostro sforzo pacifico di ristabilire speranza, dignità e i diritti fondamentali per decine di milioni di Cinesi.

Con un tale impegno collettivo, potremmo magari ritrovarci fra dieci anni a celebrare la libertà ritrovata del Falun Gong in Cina e con quella, il sollievo per la società cinese di non dover più sopportare il peso di una violenta e incessante campagna di persecuzione.

Antefatti

Nel luglio del 1999 l'autocratico Partito Comunista Cinese lanciò un'illegale campagna di arresti, violenza e propaganda con l'intento di “sradicare” il Falun Gong – una pratica apolitica; si crede che alcuni capi temessero l'influenza di una pratica che poteva contare su 100 milioni di praticanti. La campagna, da lì in poi, ha assunto connotati sempre maggiori di violenza, ampliando sempre di più il suo raggio d'azione, con milioni di persone detenute o mandate nei campi di lavoro. Il Centro di Informazioni della Falun Dafa ha registrato dettagliatamente più di 3.000 decessi e più di 87,000 casi di tortura sotto custodia. Il Falun Gong è una pratica della scuola buddista di stile tradizionale, che affonda le sue radici nell'eredità spirituale cinese di coltivazione della mente e del corpo, per ottenere il benessero fisico e una crescita spirituale.

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