Secondo alcuni editorialisti di politica, il 22 dicembre la leadership del regime cinese ha fatto sapere tramite un messaggio di non voler assumersi la responsabilità per i crimini commessi nel perseguitare la pratica spirituale del Falun Gong.
Il messaggio è stato comunicato tramite un'apposita 'apertura' generata nell'altrimenti impenetrabile Grande Firewall della Cina.
Le notizie sulla persecuzione del Falun Gong, che solitamente sono rigorosamente censurate sulla rete cinese, sono diventate improvvisamente disponibili, anche la ricerca per il nome di 'Li Dongsheng' forniva dei risultati.
Fino a pochi giorni fa, Li Dongsheng era a capo dell'Ufficio 610, un'organizzazione extra-giuridica del Partito Comunista Cinese (Pcc), costituita appositamente per sradicare la pratica del Falun Gong.
Jiang Zemin, l'allora leader principale, aveva istituito l'Ufficio 610 il 10 giugno del 1999 in previsione della campagna di persecuzione contro il Falun Gong, da lui lanciata poco più di un mese dopo.
Jiang temeva la popolarità raggiunta dal Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, e aveva paura inoltre che i tradizionali insegnamenti morali del Falun Gong risultassero per il popolo cinese più attraenti dell'ideologia atea sostenuta dal Pcc.
All'inizio Li assisteva Jiang, che lo aveva nominato vicedirettore dell'Ufficio 610 e responsabile della propaganda.
Secondo un breve annuncio del 20 dicembre sul sito web dell'organo disciplinare del Partito, Li è finito sotto inchiesta per «gravi violazioni della legge» senza però specificare quali.
Li è stato indirizzato verso lo speciale e abusivo interrogatorio che il Pcc chiama shuanggui. La privazione del sonno e la tortura lo attendono in qualche luogo sconosciuto.
Espianti forzati di organi
Il 22 dicembre un giornalista di Epoch Times ha effettuato una ricerca su Baidu, il principale motore di ricerca dell'internet cinese, inserendo le parole chiave 'Li Dongsheng, espianto di organi'. Il primo risultato è stato un articolo intitolato 'Lista dei nomi più importanti coinvolti nel colpo di Stato organizzato da Zhou Yongkang', riportato dalla versione cinese di Epoch Times il 10 dicembre.
Zhou Yongkang, l'ex zar della sicurezza nazionale cinese, insieme a Bo Xilai, ex stella nascente ora incarcerato, e altri, avevano tramato un colpo di Stato per impossessarsi del potere.
Il secondo risultato della ricerca evidenziava un rapporto di New Tang Dynasty Television (Ntd) di New York che diceva: «Milioni di persone in tutto il mondo si appellano per fermare l'espianto di organi da parte del Pcc».
Secondo alcuni ricercatori indipendenti, il regime cinese è colpevole dell'espianto forzato di organi da praticanti vivi del Falun Gong; gli organi vengono poi venduti nel mercato nero dei trapianti. I funzionari dell'Ufficio 610 sono stati implicati nell'aver contribuito a fornire praticanti per gli espianti forzati di organi. Si ritiene che in questo modo siano state uccise decine di migliaia di persone.
Hong Wei, un opinionista politico indipendente, ha riferito a Radio Sound of Hope (Soh): «[I risultati ottenibili dalla ricerca 'Li Dongsheng, espianto di organi'] dimostrano che le attuali autorità comprendono come il reato del prelievo forzato di organi sia così grande che dovrà essere giudicato dalla società internazionale. Vogliono che i cinesi sappiano che i responsabili per i quali si è creata questa pressione internazionale sono Zhou Yongkang, Jiang Zemin e Luo Gan (l'ex capo dell'Ufficio 610) e così via».
Autoimmolazione
Il giornalista di Epoch Times ha anche cercato 'Li Dongsheng, falsa autoimmolazione'.
Si crede infatti che Li Dongsheng, vice direttore dell'Ufficio 610, responsabile della propaganda, abbia aiutato a inscenare un incidente in piazza Tiananmen nel gennaio 2001, in cui si voleva far credere che cinque praticanti del Falun Gong si fossero auto-immolati. La China Central Television ha messo immediatamente in circolazione un video di propaganda che mostrava i falsi praticanti in fiamme.
Quell'episodio ha generato un profondo effetto sia sul popolo cinese che sulla gente di tutto il mondo. Le persone erano diventate diffidenti riguardo al Falun Gong e la cosa spiacevole è che quel video riesce purtroppo ancora oggi a influenzare il giudizio di alcune persone sul Falun Gong.
Un documentario dal titolo False Fire [Falsa autoimmolazione, ndt], insieme ad altri articoli di diversi media internazionali, hanno ridimensionato il video di Cctv.
Il primo risultato della ricerca era un articolo intitolato Il video con la verità sull'autoimmolazione di Piazza Tiananmen che spiegava come la Cctv aveva inscenato le autoimmolazioni.
I successivi pochi risultati nella prima pagina erano di Ntd e rivelavano come Li Dongsheng, nel gennaio 2001, avesse diretto la falsa autoimmolazione con lo scopo di diffamare il Falun Gong.
Finora non era mai stato permesso che queste informazioni apparissero sull'internet cinese.
Un messaggio dall'alto
Zhang Sutian, opinionista politico indipendente, afferma che rendendo accessibili questi sorprendenti risultati di ricerca su Baidu, l'attuale leadership del Partito vuole che i Cinesi sappiano della loro intenzione di assumere un atteggiamento diverso nei confronti della persecuzione del Falun Gong.
«Deve essere stato ordinato da funzionari di alto rango. Lo scopo è quello di lasciar fuoriuscire le informazioni e far conoscere ai Cinesi quelle riservate sulla persecuzione del Falun Gong», ha riferito Zhang Sutian a Soh.
«Il contenuto reso accessibile su Baidu riguarda tutti i crimini sulla persecuzione del Falun Gong che il Pcc ha sempre voluto nascondere in passato», ha riferito Zhang. «Significa che nel Pcc ci sono persone che vogliono scrollarsi di dosso le responsabilità per i crimini commessi da Jiang Zemin».
Zhang ha riferito che 'la fuga' di informazioni tramite Baidu ha contribuito inoltre a gettare le basi per un'azione contro altri funzionari.
Una serie di alti funzionari che hanno svolto ruoli importanti nella persecuzione del Falun Gong sono già stati licenziati uno dopo l'altro, afferma Zhang, il ché dimostra come la persecuzione stia diventando sempre più difficile da mantenere.
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