NEW YORK – L’annuncio del governo Cinese riguardo al fatto che avrebbero posto fine al prelievo forzato di organi su prigionieri giustiziati, è uno stratagemma propagandistico per placare le crescenti critiche internazionale e ignora le prove che evidenziano di come la maggioranza degli organi raccolti in Cina vengono presi da prigionieri di coscienza assassinati, principalmente praticanti del Falun Gong.
Per più di un decennio la comunità internazionale ha condannato la Cina per la pratica di prelievo di forzato di organi da prigionieri di coscienza. Nel 2006 vennero redatti per la prima volta rapporti d’indagine riguardo l’uccisione di praticanti del Falun Gong e di altri prigionieri di coscienza per i loro organi. Più le prove venivano mostrate, più i governi del mondo facevano pressione sulla Cina.
Il 6 novembre 2014 la sottocommissione internazionale per i Diritti Umani del parlamento Canadese ha approvato una risoluzione che condanna il prelievo forzato di organi in Cina (rapporto). Un progetto di legge simile, H.Res.281, è attualmente in attesa di essere approvato nel Congresso Americano e ha raggiunto 245 co-sponsor, creando ampio sostegno sia da Democratici sia da Repubblicani. Nel dicembre 2013, il Parlamento Europeo ha adottato la risoluzione che chiede la fine del prelievo forzato di organi in Cina (rapporto), e il 19 marzo 2014 il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha approvato la Risoluzione UE.
La nuova regolamentazione annunciata dai principali media statali Cinesi è l’ultima di una serie di annunci simili che risalgono al 2007, nessuna delle quali ha cambiato la macabra pratica di prelievo organi da prigionieri giustiziati.
La Grande Storia: Quello che non è stato detto
L’annuncio non affronta l’accusa incentrata sul fatto che decine di migliaia di prigionieri di coscienza sono stati uccisi in modo tale che i loro organi prelevati venissero utilizzati come fonte per alimentare il settore in crescita del trapianto di organi in Cina.
Nel marzo 2006 emersero per la prima volta resoconti di funzionari Cinesi che sorvegliano la sistematica uccisione di persone per i loro organi quando una donna divulgò la notizia che 4000 praticanti del Falun Gong vennero uccisi per gli organi nell’ospedale nel quale ha lavorato (notizia). Una settimana dopo, un dottore militare Cinese non solo confermò la considerazione della donna, ma dichiarò che tali atrocità avevano luogo in 36 differenti campi di concentramento in tutto il paese (notizia).
Nel luglio 2006, l'ex Segretario di Stato canadese per l'Asia del Pacifico David Kilgour e il rinomato avvocato per i diritti umani David Matas, hanno pubblicato un rapporto di 140 pagine nel quale si evidenzia "la deplorevole conclusione che le accuse sono vere" (notizia).
Successivamente sono stati pubblicati due libri sul tema:
- Bloody Harvest: Organ Harvesting of Falun Gong Practitioners in China (Prelievo sanguinario: L'uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi - 2009)
- State Organs: Transplant Abuse in China (Organi di Stato: Abuso di Trapianti in Cina - 2012)
Entrambe concludono che decine di migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati uccisi per i loro organi.
Il ricercatore indipendente ed esperto di prelievi di organi in Cina, Ethan Gutmann nel 2014 ha pubblicato un terzo libro intitolato The Slaughter: Mass Killings, Organ Harvesting, and China’s Secret Solution to It’s Dissident Problem ("Il massacro: uccisioni di massa, Prelievo di organi e la soluzione segreta della Cina al problema dei dissidenti). Secondo il signor Gutmann, si stima che 65.000 praticanti del Falun Gong sono stati uccisi per prelevare i loro organi.
Il Falun Dafa Information Center chiede che degli investigatori indipendenti possano avere accesso in Cina in modo che possana condurre un'indagine approfondita, e che i responsabili di questo crimine contro l'umanità siano assicurati alla giustizia. Il FDIC invita anche i media occidentali a riportare le notizie complete e che non lasciarsi guidare dal regime cinese nell'amplificare semplicemente ciò che è sicuramente una falsa promessa.
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