(Minghui.org) Dopo tre mesi di indagini e discussioni, il 21 novembre 2015 il New Zealand Press Council ha stabilito che il Chinese Times ha violato i principi di correttezza, equità ed oggettività nell'articolo sul Falun Gong pubblicato a luglio 2015. Il 19 dicembre, quasi un mese dopo la sentenza, il Chinese Times ha pubblicato in cinese la sentenza completa del consiglio a pagina C2 del giornale.
Scenario
Il 16 luglio 2015 circa 40 cinesi pro Partito Comunista, coordinati dall'Unione Associazioni Cinesi della Nuova Zelanda, hanno molestato ed insultato i praticanti del Falun Gong davanti al consolato cinese ad Auckland.
Il Chinese Times ha pubblicato un articolo intitolato "Praticanti del Falun Gong si riuniscono regolarmente davanti al consolato". Il sottotitolo diceva: "Gruppi di comunità cinesi uniscono le proprie forze per protestare contro di loro". Sabato 18 luglio l'articolo è stato pubblicato a pagina B4 del Chinese Times.
L'articolo, composto di un unico paragrafo, riporta di una protesta davanti al consolato cinese da parte dei praticanti del Falun Gong e di un gruppo di persone che cerca di convincerli ad andarsene.
Tuttavia l'articolo è accompagnato da una "dichiarazione comune" di oltre cinque gruppi di comunità cinesi provenienti da tutta la Nuova Zelanda, che definiscono il Falun Gong una "setta" che "calunnia il governo cinese, danneggia l'immagine del popolo cinese e blocca il marciapiede". L'articolo dice che i gruppi si sono lamentati davanti al Consiglio di Auckland in merito alla "occupazione a lungo termine del marciapiede davanti all'ingresso del Consolato Generale" da parte dei praticanti della Falun Dafa.
Il 23 luglio i praticanti del Falun Gong hanno contattato il giornale per parlare del resoconto impreciso ed hanno avuto un incontro con uno dei redattori. Egli ha detto loro che il giornale non avrebbe riportato la versione del Falun Gong, dal momento che il contenuto doveva essere approvato dal consolato cinese e tale approvazione non sarebbe stata imminente. Il giornale ha poi rifiutato ulteriori comunicazioni.
L'Associazione Falun Dafa, rappresentata da Kerryn Webster dello Studio Legale Wilson Harle di Auckland, ha presentato una denuncia al New Zealand Press Council.
Sentenza del New Zealand Press Council
Il Consiglio ha concluso che l'articolo cinese violava il Principio 1: precisione, correttezza ed oggettività: "L'articolo viene meno ai suoi obblighi di accuratezza ed oggettività. Dà voce alle rimostranze e parla persino del meteo, non bilancia invece la storia con il punto di vista dei membri della Falun Dafa. Si generalizza sostenendo che le rimostranze parlino 'per conto della comunità cinese' nel suo insieme, mentre tutti noi possiamo presumere una diversità di opinione.
"Il punto di vista del redattore sul fatto che le azioni dei praticanti fossero emotive, non pertinenti e neanche una novità, non giustificano la non oggettività dell'articolo. Non è giusto criticare i praticanti senza dare loro un diritto di replica, che poteva esser dato in un articolo successivo o in una lettera al direttore. In questo modo il Chinese Times non è inoltre riuscito a garantire la precisione dell'articolo; esso afferma che 'la protesta è stata pacifica e ragionata in ogni momento', sebbene la Falun Dafa dica che è stata chiamata la polizia e che i protestanti hanno chiesto loro di andarsene. L'editore non contesta questa cosa, da questo non possiamo fare altro che ascoltare solo la versione dei praticanti sull'evento. La denuncia contro il Principio 1 viene accolta".
Anche se il Chinese Times ha affermato che la dichiarazione congiunta era una pubblicità, il Consiglio ha stabilito: "La dichiarazione congiunta è un annuncio e va oltre il nostro mandato controllarne il contenuto. La denuncia contro il Principio 4 non viene accolta. Tuttavia il Consiglio è preoccupato del fatto che non sia stato chiaramente etichettato come annuncio, ma è stato fatto per mettere in risalto una parte di questo articolo. L'editore è responsabile di tutti i contenuti di un giornale, ed è suo obbligo far capire ai lettori quando ciò che è pubblicità a pagamento e ciò che è giornalismo. Il Chinese Times non è riuscito a far questo".
Il signor Fang, presidente dell'Associazione Falun Dafa della Nuova Zelanda, ha commentato: "Il contrasto tra il giusto e l'ingiusto è evidente. La persecuzione del Falun Gong in Cina da parte della banda di Jiang è illegale. I praticanti del Falun Gong in Cina vengono brutalmente perseguitati. Questo è indiscutibile. Negli ultimi 16 anni i praticanti all'estero hanno tenuto manifestazioni pacifiche davanti alle ambasciate e ai consolati cinesi. I governi locali e l'opinione pubblica comprendono appieno e li supportano. Questo tipo di protesta e di chiarimento della verità continuerà fino alla fine della persecuzione. Gli organizzatori e i partecipanti della cosiddetta 'rimostranza' sono stati influenzati dalla propaganda diffamatoria del PCC. Spero che possano rendersene conto il più presto possibile, che passino dalla parte della giustizia e che non facciano nulla che potrebbero rimpiangere per il loro futuro".
Kerry Gore, un noto avvocato della Nuova Zelanda, ha detto che il New Zealand Press Council ha preso una decisione eccezionale. L'articolo del Chinese Times ha violato i principi di correttezza, imparzialità ed oggettività, che sono essenziali per un servizio giornalistico. Crede che il Chinese Times perderà credibilità, per non parlare della sua incapacità di servire il pubblico. La decisione del Consiglio, a suo parere, è "una buona lezione legale" per tutti i media cinesi sul rispetto dei principi di divulgazione delle notizie.
Allegato: Versione originale inglese e traduzione in cinese della sentenza del New Zeland Press Council sulla denuncia dell'Associazione Falun Dafa della Nuova Zelanda contro il Chinese Times
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