Italia, Roma: Commemorazione del 20 luglio in piazza Montecitorio

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Quest’anno a Roma la commemorazione del 20 luglio 1999, data d’inizio della persecuzione dei praticanti della Falun Dafa in Cina, si è svolta davanti a piazza Montecitorio.

Questa piazza di Roma è molto famosa in quanto sede della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ed in questa giornata ha ospitato una manifestazione onorevole e d’importanza unica.

Il sole era alto e batteva forte nel rischiarar un cielo azzurro; tra il gazebo e le immagini sulla persecuzione, i praticanti locali erano intenti a chiarire la verità e a fare gli esercizi, aiutati da altri praticanti provenienti da diverse parti d’Italia.

La scelta della piazza si è rivela ben presto azzeccata; tantissime sono state le persone che passavano di lì e ai turisti curiosi con la testa per aria a guardare i palazzi e le vie della città, si è chiarito la verità scambiando poche parole e lasciando un volantino nella propria lingua… spagnolo, francese, rumeno, cinese, coreano, ecc.

Diversi di loro, con passo spedito, inizialmente hanno rifiutato il volantino offerto, ma quando i praticanti, con compassione, hanno spiegato che si trattava di una cosa molto importante, di una persecuzione malvagia che prosegue ancora oggi, molti hanno accettato il volantino leggendolo con curiosità, mentre continuavano il loro percorso.

Ai moltissimi italiani, non solo romani, che si trovavano a passare per la piazza, chi per motivi di lavoro chi per altro, è stata chiarita la verità sui fatti della persecuzione del Falun Gong.

Si sono incontrate anche persone che conoscevano già la Falun Dafa e la persecuzione, come due italiani che vivono in Norvegia dove gestiscono una palestra, messa a disposizione dei praticanti locali per riunirsi. In quella palestra è stato anche trasmesso e visto, il film documentario Free China.

La praticante che ha parlato con loro ha riferito di averli visti decisi e sorridenti e di aver avuto l’impressione di conoscerli da sempre. La conversazione che c’è stata le è sembrata quasi una condivisione.

Se fossimo in Cina avrei paura di parlare con te

Intanto il sole cominciava a calare e l’attività continuava con una lieta freschezza. Una schiera ordinata di praticanti si è alternata nel fare gli esercizi per dimostrare la disciplina e a fare pensieri retti. Questo ha destato curiosità fra i passanti e ha sprigionato una forza indescrivibile.

Un signore cinese di circa 50 anni, era insieme a sua figlia, una ragazza di dodici. Una praticante li ha avvicinati salutandoli in cinese e chiedendo loro, sempre in cinese, se volevano un volantino. Sentendo parlare in cinese una signora occidentale, l’uomo è rimasto stupito, domandando alla praticante se parlasse cinese. La praticante conosceva solo una piccola parte della lingua cinese, l’essenziale, così il signore ha continuato parlando in inglese.

In questo modo la praticante ha potuto chiarire la verità, lasciando un volantino in cinese a lui e alla figlia; in quel momento il signore ha rivelato alla praticante che se fossero stati in Cina lui non avrebbe potuto parlare a causa del Partito Comunista.

Continuando la conversazione la praticante ha saputo anche che in passato quel signore aveva letto lo Zhuan Falun. La praticante allora mossa da compassione gli ha detto: “Quando torni a casa, ricomincia a leggere lo Zhuan Falun e leggilo assieme a tua figlia. È uno peccato non farlo… vedrai che ti aiuterà, e aiuterà anche tua figlia”. Il signore cinese accorgendosi che quelle erano parole che venivano da un cuore sincero ha risposto con fermezza: “Lo farò!”.

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