(Minghui.org) Il 2 giugno 2016 la Corte Suprema del Popolo ha accettato una richiesta di risarcimento per la morte del signor Luo Jiangping avvenuta cinque giorni dopo il suo rilascio dal carcere.
La corte ha comunicato all'avvocato della famiglia che sta indagando sul caso e che avrebbe emesso un verdetto prima del 2 dicembre, ovvero entro il termine di sei mesi.
Torturato e sottoposto ad iniezioni di medicinali tossici
Prima della Corte Suprema del Popolo la moglie del signor Luo aveva presentato denunce e richieste di risarcimento per la morte ingiusta del marito a vari tribunali provinciali e all'amministrazione penitenziaria, ma erano state tutte respinte.
Il signor Luo Jiangping, praticante del Falun Gong della provincia del Sichuan, stava scontando una condanna a quattro anni e mezzo di detenzione presso il carcere n.1 della provincia dello Yunnan per aver distribuito volantini informativi sulla persecuzione del Falun Gong da parte del regime comunista. All'interno della prigione è stato torturato e sottoposto ad iniezioni di medicinali sconosciuti.
Nonostante il peggioramento delle sue condizioni fisiche e la forte opposizione del suo avvocato le autorità della struttura hanno rifiutato di sottoporlo alle cure mediche.
Il 23 dicembre 2013 le autorità della prigione alla fine hanno rilasciato per motivi di salute il signor Luo a causa delle condizioni critiche in cui versava.
Il praticante, emaciato ed estremamente debole, ha raccontato ai suoi familiari che gli erano stati iniettati dei farmaci tossici. Le sue mani mostravano dei rigonfiamenti duri e scuri delle dimensioni di chicchi d'uva. I suoi denti e le gengive erano completamente neri; i denti erano inoltre ricoperti di sangue coagulato. L'interno della bocca era in decomposizione e il suo stomaco rigonfio. L'uomo era in uno stato di estrema sofferenza.
Appena cinque giorni dopo il suo rilascio il signor Luo è deceduto all'età di 51 anni.
Rifiutata la richiesta di risarcimento
Dopo il decesso del praticante i suoi familiari hanno chiesto di esaminare la sua cartella clinica durante la prigionia e domandato alle autorità di indagare sulle cause della sua morte, tuttavia le loro richieste sono state respinte.
Il 25 marzo 2015 i familiari del signor Luo hanno presentato al carcere una denuncia ed una richiesta di risarcimento, ma la struttura ha rifiutato di accettarla senza dare alcuna spiegazione.
Dopo la pressione esercitata sul carcere dall'avvocato le autorità della struttura hanno detto alla moglie del signor Luo di fornire loro la documentazione comprovante che al momento della morte di suo marito era ancora sposata con lui. Nonostante ciò, persino dopo aver fornito i documenti richiesti, la prigione ha continuato a rifiutare la sua richiesta di risarcimento.
Il 5 giugno 2015, più di due mesi dopo, il legale ha cercato di presentare una denuncia contro il carcere presso l'ufficio dell'amministrazione carceraria della provincia dello Yunnan, tuttavia il personale impiegato ha rimproverato gli addetti alla sicurezza per avergli consentito di entrare nel loro ufficio ed ha chiesto all'uomo di andarsene.
L'avvocato si è rifiutato di andare via ricordando al personale che quell'ufficio aveva la responsabilità di supervisionare le violazioni della legge da parte delle prigioni. Allora è stato allontanato con la forza e lui ha cominciato a registrare la scena con il suo telefonino. Dal momento che gli agenti hanno tentato di prendergli il cellulare ne è conseguita una lotta che ha attirato l'attenzione di numerosi altri impiegati degli uffici adiacenti.
Con l'intento di prendere il controllo della situazione un membro del personale dell'ufficio dell'amministrazione ha accettato allora di parlare in privato con il legale. Dopo le trattative l'avvocato ha acconsentito di cancellare il video dal suo telefono e l'ufficio ha accettato la denuncia.
Ricorso respinto dall'ufficio dell'amministrazione carceraria provinciale e dall'Alta Corte
Il 30 novembre 2015 l'ufficio dell'amministrazione carceraria ha informato il legale che il carcere non era ritenuto responsabile della morte del signor Luo e dei suoi problemi fisici.
Il 15 dicembre 2015 l'avvocato ha presentato all'Alta Corte della provincia dello Yunnan un ricorso contro l'ufficio dell'amministrazione carceraria e contro il carcere per aver coperto il crimine.
L'Alta Corte ha accettato l'appello, tuttavia il giudice ha fatto girare a vuoto il legale ed ha rinviato la sua richiesta di indagine sulle torture che il signor Luo ha subito nel carcere, sulla privazione delle cure mediche e sulla negazione delle visite da parte della famiglia e dell'avvocato.
Con il verdetto emesso nella sessione del 14 marzo 2016, in assenza dell'avvocato, l'Alta Corte ha respinto l'istanza e le altre domande di risarcimento presentate a nome della famiglia del praticante.
Nella sentenza ha dichiarato che dopo aver studiato a fondo gli incartamenti del caso ed aver parlato con i testimoni della prigione, ha stabilito che il personale penitenziario e i detenuti non avevano torturato signor Luo e di conseguenza il carcere non doveva fornire alcun risarcimento per la sua morte.
L'Alta Corte ha inoltre respinto la richiesta del legale di rivedere e sottoporre a contraddittorio le prove che erano state usate per raggiungere il verdetto.
L'avvocato ha successivamente presentato una petizione alla Corte Suprema del Popolo, la quale ha accettato il caso e l'ha poi informato che l'indagine è in corso.
Articoli correlati:
Il signor Luo Jiangping muore per le torture e le iniezioni di farmaci tossici
La famiglia del signor Luo Jiangping cita in giudizio per tortura il carcere n.1 dello Yunnan
* * *
Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.