(Minghui.org) Il praticante del Falun Gong Xu Xijun è scomparso a maggio 2002, all'età di 32 anni, costretto a vagabondare per evitare ulteriori persecuzioni.
Ad ottobre del 2000 era stato arrestato mentre si recava a Pechino per fare appello al governo. In seguito è stato condannato a tre anni di lavori forzati dove ha subito brutali torture che lo hanno reso inabile a nutrirsi. Ha avuto inoltre problemi ai polmoni.
Ad ottobre del 2001, un anno più tardi, Xu è stato rilasciato per motivi di salute ed è morto sette mesi dopo.
Xu non è l'unico della sua famiglia ad aver sofferto dalla persecuzione del regime comunista cinese contro il Falun Gong. I suoi genitori, sua sorella, i suoi due fratelli e le loro mogli sono state anch’esse più volte arrestate perché praticavano il Falun Gong.
La madre del signor Xu e una delle sue cognate sono state entrambe condannate ad un anno di lavori forzati. Un'altra cognata è stata inviata due volte nei campi di lavoro per un totale di 2 anni e 3 mesi. Il padre ed uno dei suoi fratelli sono stati arrestati per due settimane ciascuno, mentre un altro fratello è stato condannato ad un anno e mezzo di lavori forzati.
A giugno 2015 i membri sopravvissuti della famiglia Xu hanno presentato una denuncia penale contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin, ritenendolo responsabile della morte del signor Xu e delle sofferenze della famiglia.
Di seguito riportiamo alcuni dettagli aggiuntivi presenti nella denuncia:
Xu, il figlio minore della famiglia, ha iniziato a praticare il Falun Gong per primo ed ha introdotto la pratica al resto della famiglia.
La famiglia è venuta a conoscenza dell’arresto e della detenzione di Xu solo nel 2000 dopo aver perso i contatti con lui. Ai familiari non è stato comunque permesso fargli visita. Egli è stato rilasciato solo ad ottobre 2001, ormai in punto di morte.
Dopo il ritorno a casa è riuscito a rimettersi parzialmente ma i suoi genitori, sorella, fratelli e cognate subito dopo sono stati arrestati uno dopo l'altro. Non avendo più nessuno che si prendeva cura di lui e con le ripetute vessazioni da parte della polizia, a maggio 2002 egli ha lasciato la casa ed è morto in ospedale non essendo riuscito a guarire completamente.
I sette membri sopravvissuti della famiglia del signor Xu sono stati arrestati di nuovo 7 mesi dopo la sua morte. Il padre è stato denudato, picchiato e colpito con bastoni elettrici. La moglie non ha osato guardare, ma la polizia le ha tenuto aperti gli occhi forzatamente e ci ha soffiato dentro del fumo e l'ha picchiata per molte ore.
Sulla testa del fratello maggiore del signor Xu i poliziotti hanno posto molti sacchetti di plastica, lo hanno nutrito a forza, colpito con bastoni elettrici e fatto sedere sulla panca della tigre.
Anche una delle cognate del signor Xu ha subito scosse elettriche ed altre forme di tortura.
Alla sorella di Xu hanno fatto colare della cera bollente sul suo corpo, le sono stati inseriti dei chiodi di ferro nelle narici ed è anche stata percossa.
Scenario
Nel 1999 Jiang Zemin, come capo del Partito Comunista Cinese, contro la volontà degli altri membri del comitato permanente del Politburo, lanciava la violenta repressione del Falun Gong.
Nel corso degli ultimi 16 anni migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte. Il bilancio attuale è probabilmente più alto poiché tale informazione viene strettamente censurata in Cina. Molti sono stati torturati per la loro fede e molti altri uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile di aver dato inizio e condotto questa brutale persecuzione.
Il 10 giugno 1999, sotto la sua personale direzione, il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, l'Ufficio 610. Quest'organo ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario nello svolgimento degli ordini di Jiang per quanto riguarda il Falun Gong: “Rovinare la loro reputazione, distruggerli economicamente ed eliminarli fisicamente”.
La legge cinese permette che i cittadini ricorrano alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto sporgendo denunce penali contro l'ex dittatore.
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