Martedi 21 dicembre si è svolto a Roma l’evento “Il problema cinese e il made in China” organizzato dal gruppo “Noi Oltre” in collaborazione con la “Laogai Research Foundation Italia Onlus”.
L’evento, mirato a dare un segnale d’allarme riguardo l’invasione dei prodotti fabbricati in Cina per il mercato italiano, ha riunito i membri delle associazioni organizzatrici e anche rappresentanti dei gruppi perseguitati dal governo comunista cinese, come i membri del Falun Gong ed i tibetani.
Sono intervenuti la dottoressa Maria Vittoria Cattania e la dottoressa Francesca Poleggi – rispettivamente vicepresidente e Membro del Consiglio Direttivo della “Laogai Research Foundation Italia Onlus”, Ugo Cassone – Consigliere del Comune, l’avvocato Marco Proietti, Dana Betlevy – praticante del Falun Gong, insieme a due giovani tibetani uno dei quali monaco, scappati dal Tibet per sfuggire alla persecuzione da parte del regime cinese e che vivono attualmente nel nord dell’India.
Il pubblico ha avuto l’opportunità di sapere cosa c’è dietro ai prezzi bassi dei prodotti fabbricati in Cina, qual è la motivo della qualità scadente degli stessi ed il modo in cui il governo comunista cinese sfrutta e perseguita coloro sui quali il lavaggio del cervello non funziona.
Due praticanti del Falun Gong sono stati invitati ad intervenire alla conferenza |
Oltre ai campi di lavoro forzato nei quali vengono fabbricati prodotti di bassa qualità, con donne, bambini ed anziani affamati e sottoposti a orari di lavoro prolungati, un’altra atrocità del governo comunista cinese è il commercio illegale di organi per i trapianti, espiantati contro il loro volere ai praticanti del Falun Gong ancora in vita (http://organharvestinvestigation.net/). I praticanti del Falun Gong, prigionieri di coscienza, sono detenuti in carceri o in campi di lavoro forzato senza alcun accesso ad un processo giudiziario, e qui diventano, contro la loro volontà, parte di una banca di organi per i trapianti che il governo cinese vende per profitti molto alti. I praticanti del Falun Gong sono persone innocenti che credono in Verità, Compassione, Tolleranza, principi per i quali sono anche sottoposti ad una persecuzione atroce da parte del partito comunista cinese e dei suoi sottoposti.
In realtà, i prodotti “Made in China” sono solo la punta dell’iceberg che ha alla base la mancanza del rispetto per i diritti umani, verso la natura umana e l’ubbidienza totale al governo comunista cinese di fronte al denaro e al potere.
Le società democratiche potrebbero rifiutare questo compromesso, obbligando lo stato cinese a rispettare veramente i diritti umani, ponendolo come una condizione necessaria per effettuare transazioni economiche con la Cina. Farlo è in nostro potere ed i governi dei nostri paesi dovrebbero soltanto desiderare davvero di applicare questa politica che potrebbe avere dei risultati eccezionali: il commercio con la Cina, condizionato al rispetto dei diritti umani.
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