Forse Jiang Zemin, l'architetto della persecuzione del Falun Gong, è morto

La morte di un assassino di massa è per molti, occasione per celebrare
 
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6 luglio 2011

Se saranno confermate le voci della morte dell'ex leader del Partito Comunista Cinese Jiang Zemin, nei prossimi giorni i media discuteranno della sua eredità. Per centinaia di milioni di persone, Jiang sarà ricordato soprattutto come l'architetto della più sistematica, fatale e prolungata aggressione contro i cittadini cinesi: la decennale persecuzione del Falun Gong.

Quando l'uomo che lanciò una campagna di violenza, menzogne e arresti di massa lascia questo mondo, le sue vittime e molti cinesi con il senso della giustizia tireranno un sospiro di sollievo. Anche se i suoi scagnozzi continueranno probabilmente le sue atricità, per lo meno Jiang Zemin non sarà più in grado di far del male. Ci sarà un briciolo di malvagità in meno in questo mondo.

Come disciplina spirituale tradizionale appartenente alla scuola buddista, nella prima metà degli anni '90 il Falun Gong divenne velocemente popolare in Cina dopo la sua introduzione al pubblico nel 1992. Attirò gli entusiasti del “qigong” e di chi era attratto dalla sua filosofia morale basata sulle virtù di verità, gentilezza e tolleranza (maggiori informazioni). Il Falun Gong ottenne infatti un considerevole sostegno ufficiale di membri del governo e del Partito Comunista, che lo riconobbero come un modo per migliorare la salute della popolazione.

Verso il 1999, stime della Commissione Statale per lo Sport cinese affermavano che almeno 70 milioni di persone avevano aderito al Falun Gong, una cifra superiore a quella dei membri del Partito Comunista Cinese (ulteriori statistiche)

Anche se il Falun Gong non aderisce ad alcuna ideologia o aspirazione politica, Jiang Zemin vide il Falun Gong come una minaccia per il PCC a causa della sua popolarità, dell'indipendenza dallo Stato e della sua filosofia spirituale tradizionale.

Così nella primavera del 1999, Jiang quasi da solo decise che il Falun Gong dovesse essere “sradicato”. Il 20 luglio 1999, iniziò una campagna di propaganda, roghi di libri, imprigionamenti di massa e “trasformazione” forzata di praticanti del Falun Gong, nello stile della Rivoluzione Culturale.

Secondo varie fonti, Jiang prese la campagna come un fatto personale, quasi al punto di esserne ossessionato. Nel 2001, l'analista della CNN Willy Lam scrisse che alti funzionari criticavano la repressione di Jiang come un modo di “promuovere l'obbedienza a se stesso”. (notizia) Nel 2002, fu riferito che emanò l'ordine di “sparare per uccidere” dopo che i praticanti del Falun Gong erano riusciti ad introdursi nei programmi di una televisione di Changchun per mostrare immagini di come il Falun Gong era praticato liberamente nel resto del mondo.

Le conseguenze della nefasta decisione di Jiang nel 1999 sono state devastanti. Centinaia di migliaia – forse milioni – di innocenti praticanti del Falun Gong sono stati portati via dalle loro case o per strada, e poi rinchiusi illegalmente in prigioni e campi di concentramento, alcuni per un decennio. Oggi in molti campi di prigionia, i prigionieri di coscienza del Falun Gong rappresentano ancora la maggioranza della popolazione carceraria.

Sotto il comando di Jiang, il Partito Comunista sanzionò l'uso sistematico della violenza e della tortura contro i praticanti del Falun Gong per costringerli a rinunciare alla pratica del Falun Gong (vedere l'articolo del Washington Post “La tortura sta spezzando il Falun Gong”). Bastoni elettrici, abuso sessuale e iniezioni di droghe psicotrope divennero la normalità, lasciando un numero sconosciuto di persone permanentemente sfregiate, disabili o folli. Queste tattiche hanno condotto a 3.400 morti confermate. Il numero reale delle vittime è probabilmente molto più alto, considerando anche le prove del fatto che i praticanti del Falun Gong sono uccisi per alimentare la fornitura di organi per l'industria cinese dei trapianti. (rapporto)

Durante l'esecuzione della campagna contro il Falun Gong, Jiang e i leader del PCC hanno sviluppato e raffinato una serie di meccanismi repressivi. Dal 1999 il Partito Comunista ha espanso la rete dei campi di concentramento, ha premiato i torturatori con promozioni e incentivi, ha creato una forza di sicurezza extragiudiziaria chiamata Ufficio 610. Ha affinato le abilità nella disinformazione e nella propaganda, ha sterilizzato il sistema giudiziario e ha creato il più vasto sistema di censura e monitoraggio di internet al mondo. Creati originariamente per colpire il Falun Gong, questi mezzi sono usati ora contro una vasta gamma di cittadini cinesi.

In risposta al ruolo di Jiang nell'orchestrare il tentativo di sradicare il Falun Gong, Jiang è stato oggetto di decine di cause penali internazionali. Nel 2009, i tribunali di Argentina e Spagna hanno incriminato Jiang e altri massimi leader del Partito Comunista con le accuse di genocidio e crimini contro l'umanità. (maggiori informazioni)

La morte di Jiang Zemin non riporterà in vita i migliaia di praticanti del Falun Gong che sono morti negli ultimi dodici anni a causa delle sue azioni. Né probabilmente diminuirà la ferocia con cui i praticanti del Falun Gong continuano ad essere imprigionati e torturati, oggi, in tutta la Cina.

Ma i praticanti del Falun Gong sperano che aprirà una nuova opportunità per la gente in Cina, perchè seguano la loro coscienza e smettano di uccidere.

Il portavoce del Falun Dafa Information Center e praticanti del Falun Gong vittime di torture sono disponibili ad essere intervistati.

Versione inglese: http://faluninfo.net/article/1142/

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