AI - Cina: Rapporti sulle torture e maltrattamenti subiti dai praticanti del Falun Gong

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

AI INDEX: ASA 17/054/1999 22 Ottobre 1999

Amnesty International si occupa ampiamente, ed è molto preoccupata, dei rapporti che riferiscono sulle torture e maltrattamenti subiti dai praticanti del Falun Gong tenuti prigionieri in vari posti di detenzione in Cina. Agli inizi di Ottobre 1999, un membro del gruppo, una donna di 42 anni, è stata presumibilmente picchiata a morte dalla polizia durante la sua detenzione nella provincia di Shandong. Molti membri del gruppo sono ancora detenuti in tutta la Cina e si teme che corrano il rischio di essere sottoposti a torture o altri maltrattamenti. Molti praticanti del Falun Gong sono persone di media età o anziani, la maggior parte dei quali donne.

Il Falun Gong, un movimento che unisce l’insegnamento della meditazione agli esercizi pratici come metodo per migliorare lo stato di salute e gli standard morali, è stato bandito dal Governo cinese a Luglio 1999. Il Governo, apparentemente preoccupato per l’alto numero di praticanti in tutti i settori sociali, compresi i dipartimenti governativi, ha dichiarato che era un “culto” e dunque una “minaccia alla stabilità”, lanciando dunque una campagna propagandistica nazionale per combattere lo stesso. La campagna è stata descritta come importante “lotta politica”. Migliaia di membri del Falun Gong, che hanno tentato di protestare pacificamente contro il divieto imposto sul movimento, o hanno continuato a praticare gli esercizi, sono stati detenuti arbitrariamente in tutta la Cina nei giorni e nelle settimane successivi al bando. Molti sono stati presumibilmente picchiati dalla polizia durante il processo. Si pensa che almeno cento siano ancora detenuti. Alcuni sono attualmente in corso di giudizio per reati politici. Saranno probabilmente condannati a molti anni di prigione dopo aver subito processi sleali ed ingiusti.

Quelli che seguono sono alcuni dei rapporti sulle torture e maltrattamenti subiti dai praticanti del Falun Gong, ricevuti da Amnesty International. Alcuni sono racconti sulla brutalità delle forze di polizia contro le persone arrestate subito dopo il divieto imposto sul Falun Gong a Luglio 1999. Sono stati riferiti molti altri casi. Mentre, nell’attuale clima di repressione, è difficile verificare questi rapporti, gli stessi contengono informazioni specifiche, e spesso dettagliate, sui luoghi e sulle circostanze in cui sono avvenute le torture, compresi nomi e dettagli relativi a molte vittime dichiarate, ed in qualche caso anche la loro fotografia. La maggior parte di questi rapporti descrivono schemi di tortura comunemente noti in Cina. Contengono gravi dichiarazioni che dovrebbero essere indagate in maniera imparziale. Ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura ed altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o umilianti, ratificata dalla Cina nel 1988, la Cina ha l’obbligo di analizzare tutti i rapporti e le denunce di tortura, consegnare i responsabili alla giustizia e provvedere al risarcimento delle vittime.

Mentre il presente documento si concentra sui rapporti relativi al Falun Gong, Amnesty International si occupa anche di altri tipi di rapporti sulla tortura in Cina, alcuni dei quali relativi ai Tibetani arrestati o detenuti per motivi politici. Amnesty International è particolarmente preoccupata dei rapporti sulla morte per tortura di Tashi Tsering. Si riferisce che un Tibetano di 39 anni, Tashi Tsering, è morto i primi di Ottobre 1999 per ferite riportate durante i pestaggi della Polizia Armata Popolare al momento dell’arresto. Era stato arrestato a Lhasa il 26 Agosto 1999, dopo aver tentato di sostituire la bandiera cinese con quella tibetana in un luogo pubblico. (Per ulteriori informazioni vedi Aggiornamento notizie T.I.N. e comunicato stampa TCHRD, entrambi pubblicati il 13 Ottobre 1999). Un altro Tibetano, presumibilmente picchiato in prigione dopo l’arresto avvenuto nel 1996, è deceduto all’inizio di quest’anno dopo essere stato rilasciato in seguito al “parere medico” per gravi condizioni di salute. (Vedi Lettera di Amnesty International “Lettera aperta al Presidente della Repubblica Popolare Cinese”, 27 Settembre 1999, AI Index: ASA 17/50/99).

Questi recenti rapporti si aggiungono all’abbondanza di prove che dimostrano quanto la tortura dei sospetti per reati penali o politici e dei prigionieri condannati sia ancora ampiamente diffusa in Cina. Mentre la legge cinese vieta l’uso della tortura, la legge viene regolarmente ignorata, molti casi di tortura sono tenuti nascosti e pochi dei responsabili sono puniti.

MORTE DI ZHAO JINHUA:

Zhao Jinhua, donna, contadina 42enne del villaggio di Zhaojia, contea di Zhangxing, provincia di Shandong, è presumibilmente deceduta il 7 Ottobre 1999 in una stazione di polizia della contea di Zhangxing. Praticante del Falun Gong dal 1995, Zhao Jinhua era stata portata via dalla polizia della contea di Zhangxing, il 27 Settembre 1999, mentre lavorava nei campi. Durante la prigionia, è stata presumibilmente messa sotto pressione perché rinunciasse alla pratica del Falun Gong ed era stata ripetutamente picchiata con manganelli e bastoni elettrici per essersi rifiutata di sottostare agli ordini. Il 7 Ottobre, fu ricoverata due volte d’urgenza all’ospedale provinciale, ma morì prima di arrivare all’ospedale la seconda volta. L’11 Ottobre 1999, un portavoce della polizia della contea di Zhangxing confermò la sua morte, ma si è rifiutato di commentare la causa, secondo quanto riferito da una cronaca di Agence France Presse a Beijing quel giorno.

Fonti ufficiose riferiscono che la polizia locale ha informato la famiglia di Zhao Jinhua sulla sua morte l’8 Ottobre, avvertendo i familiari di non discuterne. Secondo le fonti, da un’autopsia, effettuata l’8 Ottobre da periti medico-legali della città di Zhaoyuan e Yantai, è emerso che Zhao Jinhua presentava ferite ed ematomi in varie parti del corpo, tranne la testa. Il referto autoptico indicava che il decesso era avvenuto in seguito a pestaggi con oggetti ottundenti. Sembra che la polizia o altre autorità avessero disposto che il suo corpo fosse cremato immediatamente dopo l’autopsia. Le sue ceneri sono state consegnate alla famiglia il 9 Ottobre. La velocità con la quale il cadavere è stato cremato suggerisce che le autorità stavano tentando di occultare le circostanze del decesso, come accade spesso per le morti in prigione in Cina.

Un altro praticante del Falun Gong, detenuto nella provincia di Liaoning,
Zhu Shaolan, è presumibilmente morto il 7 Ottobre 1999, molti giorni dopo aver praticato lo sciopero della fame come forma di protesta contro la sua detenzione arbitraria. Zhu Shaolan, una donna cinquantenne della città di Jinzhou, era stata detenuta il 28 Settembre insieme ad altri praticanti del Falun Gong che avevano raccolto firme per un appello alle autorità contro il bando imposto sul gruppo. Durante il periodo di detenzione, 40 praticanti prigionieri avevano presumibilmente iniziato lo sciopero della fame il 29 Settembre: tra questi vi era anche Zhu Shaolan. Si dice che la stessa si sia ben presto indebolito ed abbia iniziato a vomitare dopo aver continuato lo sciopero della fame per quattro giorni. Il 5 Ottobre, la polizia la faceva ricoverare in ospedale dove sarebbe morta la mattina del 7 Ottobre. Per quanto ne sappiamo, non ci sono indagini pubbliche sulle circostanze della sua morte.

ALTRI RAPPORTI SULLE TORTURE:

La maggior parte delle dichiarazioni di cui sopra proviene da fonti del Falun Gong (FLG) in varie località della Cina.
Dalian city, Provincia di Liaoning:
A Dalian city, come in altri posti, gruppi di praticanti del FLG sono stati arrestati in date diverse negli ultimi tre mesi per aver rivolto un appello al Governo contro il divieto imposto sull’FLD o di pratica degli esercizi di FLG in parchi pubblici. Molti sono stati detenuti per 15 giorni di detenzione “amministrativa” – una pena imposta dalla polizia o da disposizioni di ordine pubblico. Alcuni sono stati presumibilmente torturati o malmenati durante la detenzione. I casi che seguono riguardano persone detenute presso il Centro di Detenzione di Yaojia, situato a Nanguanling, Dalian, tra la fine di Agosto e Settembre 1999.


Zhang XiaoHong, una donna trentottenne di Dalian, era stata arrestata il 30 Agosto 1999 mentre praticava gli esercizi nel Villaggio di Youjia nel Quartiere di Shahekou. Era stata accusata di “sovvertimento dell’ordine pubblico mediante l’uso della superstizione medioevale”; era stata condannata a scontare 15 giorni di detenzione ed era stata detenuta presso il Centro di Detenzione di Yaojia. Il 9 Settembre, alla sua richiesta di praticare gli esercizi FLG, era stata presumibilmente legata con le manette ad un altro praticante ed entrambi erano stati costretti a sedere, girati di spalle, su di una panchina dura per 23 ore. In questo periodo, non avevano potuto mangiare, dormire o andare in bagno. Quando i due praticanti furono slegati, la sera del 10 Settembre, furono ammanettati individualmente con le mani dietro la schiena, e rimasero così fino al 14 Settembre. In quest’arco di tempo potevano stare sul fianco, ma non potevano dormire, perché le manette avevano dei dispositivi di restringimento automatico e si stringevano, tagliando la pelle, se si addormentavano. Dovevano contare sull’aiuto dei compagni di prigione per mangiare e fare i propri bisogni. Il 14 Settembre, le manette furono spostate sul davanti. I due praticanti sono stati rilasciati il 15 Settembre.

Sun Lanfang, una donna 28enne di Dalian, anche lei tenuta a Settembre presso il Centro di Detenzione di Yaojia, è stata presumibilmente torturata per aver praticato gli esercizi FLG in cella. È stata presumibilmente incatenata in un dispositivo detto “Di Lao” (alla lettera: “prigione sotterranea”), che comprende un paio di manette e catene ai piedi legati con catene di acciaio incrociate. L’uso di questi strumenti, che rendono estremamente difficile, e talvolta impediscono, il camminare o mettersi a sedere, è comunemente noto nelle prigioni in molte località della Cina. Nel caso di Sun Lanfang, il dispositivo era stato presumibilmente legato ad una piastra di acciaio, che le aveva impedito di muoversi per circa 99 ore.

Zhang Chunqing, una donna 58enne di Dalian, era stata arrestata il 3 Settembre 1999 per aver praticato gli esercizi del FLG in un parco pubblico ed era stata detenuta per 15 giorni presso il Centro di Detenzione Yaojia per “aver sovvertito l’ordine pubblico”. Durante la detenzione, il 5 Settembre, era stata presumibilmente incatenata nel “Di Lao” alla sua richiesta di praticare gli esercizi del FLG. Secondo un suo racconto dopo il rilascio, non riusciva a camminare con quel dispositivo, e quando le veniva applicato, era costretta a strisciare per recarsi nella propria cella. E’ rimasta incatenata in questo modo per due giorni e due notti e ci è stata rimessa il 9 Settembre in seguito alla scoperta, da parte del personale carcerario, di lei ed altre due donne che praticavano gli esercizi in cella durante la notte. Secondo il suo racconto, il 10 Settembre, 30 donne detenute erano state picchiate quando avevano iniziato a recitare alcuni passaggi da un libro del FLG. Molte di loro erano state ammanettate alle sbarre delle finestre nel corridoio per molte ore, mente altre erano state ammanettate in coppia schiena contro schiena. Le manette erano state rimosse l’11 Settembre.

Sa Yusong, una donna 36enne prigioniera nel Centro di Detenzione Yaojia di Dalian a Settembre 1999, era stata presumibilmente ammanettata al tubo di un impianto di riscaldamento dalle h. 11.00 del 4 Settembre alle h. 8.00 del giorno successivo. Era stata quindi legata alle sbarre di una finestra fino alle h. 16.00 del 5 Settembre. Considerata un’ostinata dalla polizia, era stata presumibilmente riammanettata con le mani dietro la schiena dal 9 Settembre fino al momento del rilascio avvenuto l’11 Settembre.

Yi Xingqin, una donna 34enne, anche lei detenuta a Dalian il 30 Agosto 1999, era stata presumibilmente costretta a restare in piedi per 21 ore, ammanettata alle sbarre di una finestra dall’8 al 9 Settembre 1999. Era stata quindi legata, schiena contro schiena, ad un altro praticante per circa 24 ore tra il 9 e 10 Settembre. In seguito, era rimasta in manette la notte fino al suo rilascio il 15 Settembre.

Yang Xiujian, una donna 33enne detenuta a Dalian il 30 Agosto 1999, e tenuta nel Centro di Detenzione di Yaojia, era stata presumibilmente ammanettata alle sbarre di una finestra il 4 Settembre e costretta a rimanere in piedi ininterrottamente in quella posizione per 30 ore circa, per aver comunicato alla guardia la sua intenzione di praticare gli esercizi di FLG. Quando riformulò la sua richiesta, l’8 Settembre, era stata presumibilmente messa nel “Di Lao” (vedi sopra) e costretta a sedere su dei mattoni in una cella fino alla sera del 9 Settembre. Quella sera era iniziato il suo ciclo mestruale, ma non le era stato concesso di cambiarsi, né di uscire dal “Di Lao”. Al contrario, era stata presumibilmente costretta dalla guardia a camminare da una cella all’altra indossando il dispositivo che si conficcava nei piedi. La sera del 10 Settembre, il “Di Lao” era stato tolto, ma era rimasta in manette fino al momento del rilascio.

Zhu Hang, donna, Professore Associato del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Scienza e Tecnologia di Dalian, era stata arrestata durante l’esercizio della pratica del FLG in un parco il 30 Agosto 1999, accusata di aver “turbato l’ordine pubblico con la superstizione medioevale” e tenuta presso il Centro di Detenzione YaoJia. Anche lei era stata presumibilmente torturata: era stata incatenata in un dispositivo “Di Lao” che le impediva qualsiasi movimento. Di conseguenza, non poteva andare al bagno o mangiare. Aveva presumibilmente iniziato il digiuno, perché non voleva creare problemi ad altri praticanti detenuti ed anche perché non c’era sufficiente cibo per tutti. Sette giorni dopo, le autorità carcerarie cominciarono apparentemente a preoccuparsi di possibili “incidenti pericolosi per la vita” ed ordinarono a varie guardie di sottoporla ad alimentazione forzata aprendole forzatamente la bocca con dei cucchiai che provocarono gravi ferite alla bocca medesima. Successivamente, le inserirono presumibilmente una sonda nel naso per farle assumere dei liquidi. Perse infine coscienza e fu ricoverata all’Ospedale Popolare N°2 di Dalian City. A causa delle catene, il suo piede sinistro si era gonfiato diventando quasi il doppio delle dimensioni normali e la donna aveva anche delle ferite al piede destro. Non riusciva ad aprire la bocca e parlava a fatica.

Huang Hongqi, uomo, 29 anni, studente universitario all’Università di Meccanica nella Provincia di Liaoning, era stato imprigionato insieme ad altri 10 praticanti del FLG il 28 Agosto 1999 per aver fatto degli esercizi in un parco di Dalian. Era stato detenuto per due settimane senza capo di accusa. In un’intervista con l’agenzia Agence France Presse (AFP) successiva al suo rilascio, aveva riferito che erano stati picchiati in varie occasioni durante la detenzione. La prima volta era accaduto il 6 Settembre, durante la pratica degli esercizi spirituali durante la notte in cella. “Le guardie ci hanno abbassato i pantaloni e ci hanno dato 15 frustate con una frusta di cuoio. Le nostre natiche si erano insanguinate”, ha riferito all’AFP. Secondo il suo racconto, il 12 Settembre, le guardie li avevano anche costretti a togliersi le scarpe e li avevano colpiti sul viso prima di ammanettarli ad una finestra per ore. Due giorni dopo, erano stati picchiati con dei manganelli di gomma, aveva detto. Era stato rilasciato in seguito all’intervento della sua università (AFP, Beijing, 6 Ottobre 1999).

In un racconto a parte, che conferma ampiamente quello precedente, Wang Renguo, uomo, un altro praticante del FLG, di Dalian, detenuto nello stesso momento in cui era tenuto prigioniero Huang Hongqi, ha riferito che lui ed altri cinque praticanti erano stati picchiati con manganelli di gomma quando avevano tentato di parlare al direttore del centro di detenzione. Erano stati anche colpiti al visto con delle scarpe lanciate e legati alla finestra per cinque ore, ha detto, mentre un altro praticante del FLG, detenuto in un altro corridoio, era stato incatenato per quattro-cinque giorni per ave praticato gli esercizi di FLG.

Provincia di Hunan:

Quando l’FLG venne messo al bando a Luglio 1999, la polizia della provincia di Hunan aveva presumibilmente arruolato delle persone, descritte da fonti dissidenti come “delinquenti”, per aiutarla nella ricerca dei numerosi centri d’insegnamento della pratica del FLG e siti di pratica della provincia e nell’arresto dei membri chiave del FLG. Accaddero presumibilmente molti incidenti durante le ricerche e gli arresti. In concomitanza con detti incidenti, sono state rilasciate le seguenti dichiarazioni:

Il 22 Luglio, a Changsha city, un Corpo Speciale di Polizia dell’Ufficio di (polizia) di Pubblica Sicurezza di Changsha, scortato da un corpo armato, faceva irruzione nel Centro Generale di Assistenza del FLG della Provincia di Hunan, presumibilmente picchiando e ferendo le persone di riferimento dell’FLG lì presenti.

Il 24 Luglio, a Yeyang city, durante un raid della polizia in una società pubblica che aveva stampato dei libri sul FLG, al titolare della società, identificato come Mr. Yu Hanxin, proveniente dalla provincia di Hubei, erano state presumibilmente rotte le gambe da un funzionario senior dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Yueyang.

Il 25 Luglio, nella contea di Anhua, la Sig.ra Li Juhua, praticante del FLG nel sito di pratica Meicheng Town della Contea di Anhua, era stata presumibilmente portata via dal Gruppo Congiunto di Difesa locale e violentata dai membri del gruppo medesimo, riportando di conseguenza un grave trauma psicologico.

Il 25 Luglio, a Changde city, Zhou Zhi, uomo, praticante nel sito di Quartiere Dincheng a Changde City, era stato presumibilmente colpito brutalmente dalla polizia per aver discusso con la stessa alla ricerca della sua abitazione. La polizia aveva presumibilmente confiscato tutto il denaro ed altri beni.

IL 26 Luglio, a Xiangtan city, Mr. Yang Junhua, la persona di riferimento del sito di pratica di FLG a Xiangtan city, era stato presumibilmente picchiato e ferito dai membri del Gruppo Congiunto di Difesa di Xiangtan City.

Changchun city, Provincia di Jilin:

A Changchun, i praticanti del FLG detenuti a fine Agosto 1999 presso il Centro di Detenzione della Contea di Yushu, erano stati presumibilmente colpiti con bastoni elettrici, colpiti allo stomaco, incatenati e costretti ad ingoiare acqua sporca. Non sono disponibili dettagli su chi è stato presumibilmente sottoposto a questo tipo di trattamento. Alcune centinaia di praticanti del FLG erano presumibilmente ancora detenute in vari centri a Changcun i primi di Ottobre.

Jiaozhou city, Provincia di Shandong:

Oltre 50 praticanti del FLG sono stati posti sotto la sorveglianza della polizia a Jaozhou l’8 Settembre 1999. Alcuni di loro erano stati presumibilmente picchiati, privati del sonno per cinque giorni e del cibo per tre giorni, per indurli a non appellarsi a Beijing contro il divieto imposto sull’FLG e costringerli a “confessare” i propri errori. Prima di essere rilasciati, sembra che la polizia li abbia ammoniti di non riferire ad altri del proprio trattamento in prigione.

Alcuni praticanti del FLG di Jiaozhou sono stati presumibilmente rinchiusi dalla polizia in un ospedale psichiatrico e tenuti insieme ad altri malati mentali. Due di questi sono stati identificati come Wei Huayu, impiegato della Società Contabile di Jiaozhou, e Tan Guihua, operaio del Terzo Calzaturificio di Jiaozhou. Entrambi erano stati presumibilmente costretti ad assumere sedativi nell’ospedale dove erano rimasti per oltre 20 giorni.

Municipalità di Beijing:
Molte donne, praticanti del FLG, che si erano recate a Beijing ad Agosto 1999, per presentare un appello alle autorità contro il bando imposto sul gruppo, erano presumibilmente state tenute prigioniere tra fine Agosto e Settembre nella sezione femminile del Centro di Detenzione di Qiliqu, contea di Changping, Beijing. Circa 60 avevano iniziato lo sciopero della fame il 7 Settembre ed erano state dunque punite nei giorni successivi. Il 9 Settembre, dopo un digiuno di due giorni, alcune erano state costrette a restare in piedi sotto il sole cocente e picchiate ripetutamente quando non riuscivano più a stare in piedi. Ad una donna, identificata come Ms Zhang Xihong, dopo dieci giorni di sciopero della fame, erano stati presumibilmente incatenate le mani ai piedi, in modo tale da poter camminare soltanto piegata in due. Altre dieci donne erano state ammanettate per tre giorni. Altre erano state picchiate con cinture ed oggetti di varia natura, o costrette a rimanere per lunghi periodi con il corpo piegato a 90 gradi e le braccia sollevate dietro la schiena. Una donna, identificata come Ms Guo Fenren, era stata presumibilmente colpita al viso con un mazzo di chiavi fino a che il sangue non aveva ricoperto completamente il viso.

Gao Shanshan, una ragazza 16enne di Qiqihaer, provincia di Heilongjang, era stata presumibilmente rinchiusa nel carcere di Beijing il 24 Settembre 1999 dopo essere stata denunciate dalla polizia per essere stata trovata in possesso di un libro sul FLG. In un appello, fatto circolare i primi di Ottobre, sua madre, Zhou Yingjie, diceva che sua figlia si era recata a Beijing da Qiqihaer il 20 Settembre per incontrarla. Zhou Yingjie era venuta in visita a Beijing dal Giappone, dove risiede. La madre ha riferito che la giovane ragazza era stata malmenata dalla polizia, compresa la costrizione ad assumere del cibo in cui era stata mescolata una sostanza indefinita che le veniva fatta ingoiare mentre un poliziotto le tirava indietro i capelli. L’appello suggeriva che Gao Shanshan era ancora detenuta arbitrariamente il 2 Ottobre. Diceva inoltre che suo padre, Gao Deyong, un ingegnere 50enne di Quqihaer e praticante del FLG, era illegalmente detenuto in quella città dal 23 Settembre 1999.

Amnesty International chiede alle Autorità cinesi di iniziare immediatamente indagini imparziali sui rapporti di torture e maltrattamenti citati nel presente documento ed altri rapporti o altre denunce di torture subite. Chiede inoltre alle Autorità di pubblicare i risultati delle indagini, punire i responsabili delle torture o dei maltrattamenti inflitti ai detenuti e prendere provvedimenti adeguati per garantire che coloro che restano detenuti siano tutelati per non subire torture ed altri trattamenti crudeli, disumani o umilianti.

copiato da: http://web.amnesty.org/library/index/ENGASA170541999

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.