Ultimamente, le attività di chiarimento della verità e l’eliminazione delle forze malvagie a Roma sono state insufficienti, tanto da determinare prima, la perdita della posizione migliore di fronte all'entrata dell'ambasciata, e poi altre interferenze, come le minacce da parte del personale dell’ambasciata cinese, subite dai negozianti cinesi che avevano esposto il materiale informativo offertogli dai praticanti della Falun Dafa.
Chiarire la verità a Colosseo | Chiarire la verità al centro della città di Roma | Dimostrazione gli esercizi nel centro della città di Roma |
I praticanti italiani della Falun Dafa, dopo aver valutato la situazione, hanno deciso di manifestare dall'8 al 12 marzo, per diversi giorni consecutivi sia all'ambasciata sia nel quartiere cinese, esponendo con grossi striscioni e fotografie la vera natura del Partito Comunista Cinese.
I praticanti hanno continuato ad inviare forti pensieri retti e praticare gli esercizi del Falun Gong chiarendo la verità ai passanti e agli agenti di polizia in servizio all’ambasciata.
Nel quartiere cinese molti negozianti inizialmente ostili non volevano ritirare altro materiale dai praticanti della Falun Dafa. Dicevano che ciò che gli veniva proposto non era veritiero. Vedendo però che molti cinesi si fermavano a parlare con i praticanti e prendevano volentieri i volantini, hanno iniziato ad ascoltare le loro conversazioni, con il risultato di modificare il loro atteggiamento iniziale.
La paura e la propaganda del PCC troppo spesso impediscono ai cinesi di Roma di avvicinarsi alla verità, ma quando essi ritrovano un pò di fiducia e coraggio, allora il desiderio di liberarsi dall'oppressione del culto malvagio prende il sopravvento.
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