La risposta del Sottosegretario del Ministero degli Esteri, l'On Boniver, all'interrogazione urgente del Senatore D'Amico

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Il testo:

On Boniver

L'8 ottobre 2001, l'imprenditore italiano Alfredo Fava Minor, che gestisce in Cina un'industria manifatturiera, è stato bloccato alla frontiera cinese ed espulso dalla Cina - pur essendo fornito di visto annuale e di un permesso di soggiorno valido - in quanto adepto del movimento spirituale Falun Gong.

L'Ambasciatore d'Italia a Pechino è immediatamente intervenuta presso la competenti Autorità cinesi in favore del nostro connazionale. A seguito del passo, è stato comunicato che il Sig. Fava può rientrare in Cina quando lo desideri, a condizione che durante il suo soggiorno osservi, come sono tenuti a fare tutti i residenti stranieri, le disposizioni della legge cinesi. Al tempo stesso, le Autorità cinesi hanno esplicitamente ricordato che il movimento Falun Gong è illegale in Cina e che eventuali attività connesse allo stesso costituiscono comportamenti penalmente sanzionabili. Quanto precede è già stato portato a conoscenza del Sig. Fava.

Nell'ottica delle Autorità cinesi il movimento Falun Gong non è messo al bando per motivi religiosi, ma per motivi di ordine pubblico, legati alla pratica del culto della personalità, al controllo spirituale che i vertici del movimento eserciterebbero sui propri adepti, isolandoli dal contesto sociale, ed al grave danno alla salute pubblica che il movimento arreca ai propri aderenti vietando loro l'assunzione di farmaci convenzionali. In realtà, il vero motivo dell'ostilità nei confronti del movimento sembrerebbe piuttosto risiedere nel timore che lo stesso possa costituire un elemento di destabilizzazione degli assetti politici interni, specialmente nell'attuale delicata fase di transizione.

La legge cinese conferisce peraltro ampia discrezionalità alle autorità di pubblica sicurezza nell'adozione di provvedimenti di respingimento alla frontiera o di espulsione di stranieri, anche in possesso di un permesso di residenza, quando vi siano motivi di ordine pubblico o di sicurezza nazionale. La decisione di respingere il Sig. Fava, pertanto, sembra potersi ricollegare anche alle eccezionali misure di sicurezza adottate nell'imminenza del vertice delle Cooperazione Economica Asia-Pacifica (APEC) a Shanghai.

Per quanto riguarda la tutele degli interessi economici dei nostri connazionali, il Governo italiano ha sempre posto in essere tutti i passi ufficali ritenuti necessari per tutelare i cittadini italiani che si recano in Cina per provvedere alla cura dei loro interessi economici. Le stesse Autorità di Pechino, nel rispondere all'intervento italiano in favore del Sig. Fava, hanno tenuto a sottolineare la "particolare intensità e cordialità" dei rapporti fra Italia e Cina, nonchè il fatto che la presenza di nostri operatori economici "è particolarmente gradita".

Il Governo italiano continuerà inoltre ad adoperarsi affinchè la questione del rispetto dei diritti umani e della libertà di fede seguiti ad essere argomento di dibattito, nelle sedi appropriate, nell'ambito del cosidetto "dialogo critico" in essere fra la Cina e l'Unione Europea.

Boniver
(Firma)

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