La Commissione Europea risponde alla questione sulle accuse di espianto degli organi ai praticanti vivi del Falun Gong in Cina

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Domanda scritta E-3453/06 di Charles Tannock (PPE-DE), Simon Coveney (PPE-DE) e Edward McMillan-Scoot (PPE-DE) alla Commissione

Oggetto: Accuse di espianto di organi dai praticanti vivi del Falun Gong in Cina

Il 6 luglio 2006, David Matas e David Kilgour, entrambi canadesi, hanno pubblicato il loro “Rapporto sulle accuse di espianto di organi dei praticanti vivi del Falun Gong in Cina”, a seguito di un’indagine indipendente che ha portato alla prova che in Cina sono stati asportati gli organi di innocenti praticanti del Falun Gong ancora in vita e che altri sono stati giustiziati senza giusto processo per poi asportarne gli organi. I corpi mutilati venivano poi cremati per distruggere le prove. Le accuse parlano di innumerevoli casi eseguiti in maniera deliberata e sistematica.

L’espianto di organi che ha ad oggetto un involontario gruppo definito di persone costituisce un orrendo crimine che viola tutte le norme internazionali a difesa dei diritti umani e il governo cinese nega con fermezza queste accuse. La Commissione è a conoscenza di queste serie accuse, ha letto il rapporto citato e chiederà alla Commissione Delegata in Cina di indagare che ci sia qualche verità dietro queste accuse?

Risposta E-3453/06EN data da Ferrero-Waldner per conto della Commissione (15.09.2006)

La Commissione è a conoscenza di queste accuse di traffico di organi espianti a prigionieri condannati a morte in certi campi in Cina. Non ha trovato, finora, alcuna concreta prova a supporto di queste accuse e indagherà ancora. Nel caso in cui queste accuse fossero confermate, la Commissione solleverà immediatamente la questione con la sua controparte Cinese nei modi più appropriati.

Nel frattempo, l’UE ha focalizzato l’attenzione sulla procedura usata dal governo cinese per asportare gli organi da usare per i trapianti e ha sollevato la questione contro la base della nuova regolamentazione sui trapianti di organi emanata dal Ministro della Salute cinese, che è divenuta effettiva dall’1 luglio 2006. Secondo l’opinione dell’UE, questa legislazione non chiarisce adeguatamente il punto sul consenso del donatore, in particolare di coloro che muoiono mentre in custodia o che sono stati giustiziati.

L’UE ha reso e renderà note le proprie preoccupazioni al governo cinese sia attraverso il dialogo bilaterale sui diritti umani sia attraverso canali politici. Seguirà questa questione in modo da assicurarsi che qualsiasi donatore di organi acconsenta alla donazione.

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