Un uomo di 33 anni arrestato in Cina per essersi rifiutato di interrompere la pratica di Falun Gong è morto dopo essere stato torturato. Questa notizia è stata diffusa il 2 agosto 2001 da AP, AFP e dalla sede di Hong Kong del Centro Informazioni per i Diritti Umani e la Democrazia.
Li Changjun, un laureato di alto livello, era stato arrestato il 16 maggio 2001 a Wuhan per aver stampato del materiale sugli abusi dei diritti umani perpetrati contro i praticanti di Falun Dafa in Cina. Il 27 giugno, dopo quaranta giorni di tortura, la polizia di Wuhan ha fatto sapere alla famiglia di Li della sua avvenuta morte. Alla madre di Li Changjun, Wei Sumin, è stato permesso di vedere il corpo del figlio poco dopo la morte e ha così descritto le sue condizioni: “…erano rimasti solo la pelle e le ossa. La faccia ed il collo erano neri e blu. I pugni erano serrati. I denti erano spariti. Il viso era distorto. Tutta la parte posteriore del corpo appariva come fosse stata bruciata e cucinata. La scena era orribile.”
Un cronista del Centro Informazioni di Falun Dafa ha tentato di contattare il sindaco della città di Wuhan tramite una linea telefonica riservata per avere maggiori dettagli, ma gli è stato risposto: “Per quanto riguarda Falun Gong, possiamo solo ascoltare, ma non possiamo parlare e facciamo solo quello che è permesso dalla politica del Governo Centrale.”
“Speriamo che questo sfacciato atto criminale non sfugga alla comunità internazionale”, ha dichiarato Erping Zhang, un portavoce di Falun Gong, “Li Changjun non era solo. Molti praticanti di Falun Gong si trovano in situazioni simili e rischiano la stessa fine, come ad esempio la dott.ssa Teng Chunyan, residente formalmente negli Stati Uniti.
“Dobbiamo agire tutti insieme per fare in modo che lei e le migliaia di altri praticanti di Falun Gong non subiscano la stessa immotivata, triste sorte, ed è per questo che lanciamo un urgente appello per la liberazione dei praticanti di Falun Gong perseguitati in Cina”, ha dichiarato Zhang.
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