Il Professor Zhang Kunlun è un praticante cinese del Falun Gong che è stato ripetutamente rinchiuso in prigioni e campi di lavoro cinesi per la sua fede nel Falun Gong prima di essere soccorso e di andare in Canada. La sua scultura “Gabbia” è la testimonianza di una delle molte forme di tortura di cui è stato testimone mentre era nelle prigioni cinesi. Questa scultura è una rappresentazione della “Tortura della Piccola Gabbia”, ma è anche una metafora della perdita della libertà da parte dei praticanti del Falun Gong. Scolpendo un praticante del Falun Gong rinchiuso in una piccola gabbia, impossibilitato ad alzarsi in piedi come un essere umano, il Professor Zhang ha voluto trasmettere il messaggio che i praticanti del Falun Gong in Cina sono privati dei diritti e delle libertà più basilari, come la libertà di credo, di parola, di assemblea e di movimento. Inoltre sono privati del lavoro, della casa e persino delle loro vite.
Molti praticanti del Falun Gong che sono stati rinchiusi in prigioni e campi di lavoro hanno subito la “Tortura della Piccola Gabbia” o una delle sue molte varianti. Sono obbligati a stare completamente immobili su piccoli sgabelli con le ginocchia unite e le mani su di esse, dal mattino alla sera. Dopo parecchie ore, cominciano a sentire terribili dolori alla schiena e perdono la sensibilità alle gambe e ai piedi. Dopo giorni le natiche cominciano a sanguinare e a suppurare. La carne putrida delle loro natiche si appiccica ai loro pantaloni e viene strappata via ogni volta che si tolgono i pantaloni. Questo è solo uno dei centinaia di metodi di tortura che il regime cinese usa contro i praticanti del Falun Gong.
Anche i praticanti del Falun Gong che non sono fisicamente rinchiusi nelle prigioni o nei campi di lavoro sono privati della loro libertà di credo, di parola, di assemblea e di movimento. Sono costantemente sorvegliati dalla polizia e in ogni momento possono essere arbitrariamente sottoposti agli arresti domiciliari. I loro telefoni sono controllati. Vengono controllati ovunque vadano. Possono essere rapiti, picchiati e incarcerati dalla polizia cinese in ogni momento. Per i praticanti del Falun Gong in Cina, la Cina stessa è virtualmente una gigantesca gabbia, in cui non c’è un posto dove poter allungare braccia e gambe, proprio come l’uomo della scultura.
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