Intervista all'artista YAO Chongqi, pittrice del quadro "Memoriale"

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Reporter: Signora Yao, ci può raccontare del suo retroterra professionale?

Yao: Amo dipingere fin da quando ero bambina. Anche mia madre era una pittrice. Così ho studiato arte e ho lavorato in questo campo per più di 40 anni.

Reporter: Allora lei è una artista professionista?

Yao: Si può dire così. Ho svolta molti lavori in Cina, e tutti nel campo dell’arte. A causa del mio amore per l’arte ho dipinto durante tutta la mia vita.

Reporter: Quando ha iniziato la sua coltivazione nella Falun Dafa?

Yao: All’incirca del 1996 o 1997.

Reporter: La coltivazione ha influenzato o ha portato grandi cambiamenti nella sua pittura?

Yao: Un grande cambiamento è… Anche se non è mai importato molto della fama, amavo la pittura in modo troppo profondo. Negli anni ’60, durante uno dei molti movimenti politici del Partito Comunista Cinese per eliminare gli “indesiderati”, sono stata portata via dal lavoro e dalla mia famiglia e sono stata costretta al lavoro duro in una cosiddetta “Scuola di Cadetti”. La vita là era molto dura, e l’unica cosa che mi ha permesso di farcela è stata la pittura. Senza di essa, avrei perso la volontà di vivere. Dopo aver iniziato la mia coltivazione nel Falun Gong, ho compreso che ero troppo attaccata alla pittura. Così ho deciso di smettere di dipingere per eliminare quell’attaccamento. Ho dato via tutti i miei strumenti per dipingere e ho tenuto solo alcuni dei miei pigmenti preferiti. Recentemente ho compreso che il lavoro artistico è anche un metodo importante con cui possiamo chiarire la verità sul Falun Gong. Così ho iniziato di nuovo a dipingere.

Reporter: Questo vuol dire che è la prima volta che ha dipinto qualcosa da quando ha iniziato a coltivare?

Yao: Questo è fondamentalmente vero. È la prima volta che ho fatto un dipinto ad olio. Prima di questa mostra, durante gli scorsi sette anni, ho solo fatto alcuni semplici disegni, dei cartoni animati e delle caricature quando ce ne è stata la necessità. Le storie dei praticanti che sono stati torturati a morte mi hanno scioccata molto. Quando stavo imparando la grafica computerizzata, ho iniziato a mettere insieme le loro fotografie. Anch’io sono una praticante e so che tutti i praticanti vogliono essere brave persone. Dalle fotografie dei praticanti che sono stati perseguitati a morte, possiamo vedere che alcuni di loro erano molto giovani, la più giovane aveva solo otto anni, e anche alcuni anziani sono stati torturati a morte. Tutti loro volevano solo essere brave persone! So che tutti questi praticanti del Falun Gong erano molto in salute prima, eppure sono stati torturati a morte in quel modo! Questo mi ha resa molto triste. Volevo trovare tutte le loro fotografie e metterle insieme perché la gente le potesse vedere. All’inizio, lo ho fatto sul computer ed è stato abbastanza facile. Ho semplicemente rimosso gli sfondi delle foto originali e le ho messe insieme in un’unica immagine. Tutte le persone in queste fotografie erano un tempo vive e stavano bene. Erano persone gentili, eppure sono stati torturati a morte dal dittatore cinese Jiang e dai suoi seguaci. Spero che chi ha visto questo mio dipinto possa raccontare ad altri la verità sul Falun Gong e che si possa lavorare insieme per fermare questa persecuzione.

Olio su tela, dimensioni 2,79 x 106,68 metri, anno 2004

Questo quadro vuole ricordare alcuni dei centinaia di praticanti del Falun Gong la cui morte in seguito alla violenta repressione è stata documentata. Sono tantissime le persone praticanti del Falun Gong delle quali non si hanno più notizie da quando sono state fermate dalle autorità.


Reporter: Quante persone sono incluse in questo dipinto?

Yao: Ho potuto trovare le fotografie di 280 praticanti che sono stati torturati a morte e ho messo tutti i loro volti nel dipinto. Alcune foto sono piccole come un’unghia e confuse. I loro amici e i loro cari hanno superato molti ostacoli del blocco dell’informazione in Cina per riuscire a trasmettere le loro foto al mondo esterno. Così ha fatto del mio meglio per dipingerli il più possibile simili alle loro fotografie, con la massima precisione che mi era possibile. Quando la banda di Jiang ha perseguitato queste persone a morte, hanno perseguitato anche chi stava loro attorno. Tutti loro avevano una famiglia. I genitori di qualche bambino sono morti e i figli di qualche genitore sono morti. Ho cercato di commemorarli con il mio dipinto. Ma non avevo modo per dipingere i volti di tutte le vittime. Ad esempio una praticante incinta è stata perseguitata a morte, ma non ho potuto ritrarre il volto del bimbo che è morto prima di nascere. Anche qual bambino era una vita! Ora sappiamo che più di mille persone sono state torturate a morte. (Nota del traduttore: l’intervista risale a due anni fa; ad oggi i morti accertati sono quasi tremila) Quando ho iniziato questo dipinto, erano poco più di 200 i casi documentati di praticanti perseguitati a morte. Ora il loro numero è molto salito. In più, non abbiamo modo per stabilire il numero dei praticanti che sono stati perseguitati a morte ma i cui decessi non sono ancora venuti a conoscenza del mondo esterno.

Ho dipinto i volti di 280 praticanti perché tutti potessero vedere queste brave persone e perché potessero aiutare a fermare al persecuzione. Guardate quanto erano felici! Erano tutti membri attivi della società e brave persone. Ogni volta che penso a queste cose, non posso trattenere le lacrime… vede, alcuni di loro avevano solo diciassette o diciotto anni, ma sono stati torturati a morte. Ciascuno di loro ha una storia da raccontare.

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