Le Mie Esperienze di Coltivazione Come Venditore per Epoch Times

Esperienza letta alla Conferenza Europea di Condivisione delle Esperienze di Varsavia
 
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Saluti onorabile Maestro!
Saluti amici praticanti!

La decisione di lavorare come venditrice

Nell’estate del 2006, mio marito ha cominciato a dire che avrebbe lasciato il suo lavoro regolare per iniziare a lavorare a tempo pieno come venditore per Epoch Times. All’epoca si occupava già delle vendite e pensava che sarebbe stato giusto avere qualcuno che lo facesse a tempo pieno, e dal momento che nessun altro poteva farlo lo avrebbe fatto lui stesso. Dal momento che la nostra condizione finanziaria era ragionevolmente buona, pensò di poterlo fare per un anno o due usando i nostri risparmi e che poi avrebbe cominciato a guadagnare con le vendite. Mio marito è l’unico a lavorare in famiglia e in quell’estate era nato il nostro primo figlio. Io frequentavo il terzo anno di università e non lavoravo. Quando mi presentò la sua idea ero piena di paura che perdesse una fonte di guadagno buona e sicura. In una delle molte nostre condivisioni, parlammo della nostra mancanza di fede nel giornale. Se non siamo disposti a sacrificarci e a credere che il giornale avrà successo, e che potremo realisticamente guadagnare dei soldi lavorandoci, questa è una grande omissione. In tali circostanze, in nostro giornale non potrà crescere. Continuammo a discutere di questa questione e a cercare delle strade da percorrere. Nel frattempo le vacanze estive erano terminate e io ricominciai i miei studi. Ma non mi sentivo completa, stando a scuola. Cercavo sempre di essere attiva dei progetti della Dafa, cercando di bilanciare le cose in modo armonioso, ma ora con un bambino a casa e molto da studiare non avevo tempo per quasi niente. Ogni giorno quando andavo all’università, mi sentivo come se non fossi dove avrei dovuto essere.

Un giorno lasciai intendere a mio marito che avrei lasciato gli studi e poiché di mattina mia figlia era con la bambinaia, avrei potuto dedicarmi alle vendite. Pensammo che questa fosse una buona soluzione perché così mio marito poteva finanziare la famiglia, mentre io costruivo una base per la vendita del giornale. Anche se dal punto di vista della Fa l’idea sembrava giusta, era difficile per me decidere se lasciare gli studi oppure no. Avevo già dedicato due anni della mia vita allo studio, e se avessi lasciato senza laurearmi sarebbe stato uno shock per la mia famiglia e per gli amici. Ci pensavo e ripensavo così tanto che il mio cuore era pesante e io ero davvero miserabile.

Un giorno mio marito tornò a casa e mi disse che aveva pranzato con sua madre e che le aveva detto che non ero soddisfatta dei miei studi. Lei aveva commentato semplicemente: se non è soddisfatta deve lasciarli il più presto possibile, perché è un peccato sprecare inutilmente del tempo. Per me fu un segno. Iniziai l’iter per interrompere i miei studi. All’inizio c’era resistenza da parte di alcune persone nella mia famiglia e tra i miei amici, perché apparentemente interrompevo la scuola per lavorare come volontaria in un giornale. Ma quando spiegammo che avrei lavorato al giornale e che in questo modo avrei avuto più tempo per la bambina, le cose sembrarono a tutti più ragionevoli. E infatti oggi ricevo un buon salario dal giornale e poco alla volta porterò a termine i miei studi – dedicandoci un giorno o due a settimana.

Iniziare a lavorare

Quando iniziai a lavorare, scoprii che non c’era nulla che potesse indicarmi la direzione da prendere. Anche se in passato c’erano stati dei praticanti che avevano venduto la pubblicità, nessuno lo aveva mai fatto in modo sistematico. Non c’era nessuno che potesse guidarmi in come farlo.

Dal momento che il nostro team che si occupava dello sviluppo commerciale all’epoca era in trattativa con un consulente di marketing esterno per promuovere il giornale, mi chiesero di spettare e di non iniziare il mio lavoro, perché avevano intenzione di dare al giornale un nuovo formato. Nel frattempo iniziai a concentrarmi su alcuni piccoli progetti per la promozione del giornale. Una cosa importante che decidemmo era di concentrarci sulla distribuzione, dal momento che non si concentrava a sufficienza sul nostro pubblico obiettivo e quando la distribuzione non è abbastanza concentrata, è più difficile trovare degli inserzionisti, così era una condizione necessaria per presentare il giornale e vendere degli spazi pubblicitari.

Facemmo delle distinte precise per vedere dove ogni singolo giornale veniva preso e scoprimmo che la maggior parte dei giornali erano distribuiti in un modo che non era utile alla nostra strategia commerciale. Capimmo che dovevamo avere più cassette di distribuzione dei giornali distribuite nelle strade della città, in modo che le persone potessero incontrare più facilmente il giornale e potessero prenderne una copia se volevano. Inoltre capimmo che un distributore di giornali diventa esso stessa un annuncio pubblicitario per il giornale e in più un giornale distribuito in questo modo è più rispettabile. Lavorammo in questo modo: andavamo in giro in motocicletta e ogni volta che vedevamo un posto adatto a posizionare un distributore per i giornali, ci fermavamo. Parlavo con il proprietario della drogheria o del chiosco e gli chiedevo di mettere il distributore dei giornali nel suo negozio. Il suo indirizzo sarebbe stato menzionato sul giornale (che riporta la lista dei maggiori punti di distribuzione). Gli dicevo che poteva dare il giornale a tutti i suoi clienti che avessero piacere a ricevere un giornale gratis. Nella maggior parte dei casi è andata bene e in questo modo siamo riusciti ad avere molti punti di distribuzione senza spendere soldi.

Anche se avevo contribuito al giornale in molti ambiti, ancora non avevo fatto quasi niente per quanto riguarda la vendita delle inserzioni pubblicitarie. Mi sentivo molto male con me stessa e divenni irrequieta, perché volevo vedere dei risultati. Nel frattempo il consulente di marketing cominciò a lavorare con noi. Cambiammo il nostro formato, da Tabloid a Broadsheet e cambiammo il nostro logo con il loro mettendolo in inglese. In più il consulente cominciò ad incontrarsi con me e pensammo a come creare un gruppo di vendita. In quel periodo ebbi a che fare con degli inserzionisti che ci avevano contattati chiedendo di mettere una loro pubblicità sul giornale e così comunica ad imparare come svolgere concretamente il lavoro di vendita.

Creare un Gruppo di Vendita

Ci rivolgemmo ai praticanti chiedendo chi poteva lavorare nel gruppo di vendita. Parecchi praticanti risposero e così cominciammo a organizzare degli incontri per costituire il gruppo. Agli incontri partecipava anche il nostro consulente, che poteva aiutarci a dar vita ad un gruppo per la vendita. Organizzare questi incontri non era facile, ma siamo riusciti a preparare delle simulazioni di vendita e a creare un gruppo che potesse cominciare a lavorare. Ma quando arrivò il momento della verità e dovevamo iniziare a vendere le inserzioni, uno dopo l’altro i praticanti hanno lasciato il gruppo, ciascuno per una differente ragione, e alla fine rimase solo un praticante che si occupava occasionalmente della vendita. Nonostante il desiderio di tutti che il gruppo di vendita avesse successo, sembrò che solo pochi fossero disposti a sacrificarsi e a prendervi parte. In una Domanda e Risposta alla Conferenza di New York 2007, il Maestro fa riferimento a questo:

Discepolo: I nostri media, come NTDTV e Epoch Times hanno un ruolo incommensurabile nella rettifica della Fa. Che cosa si può fare perché i nostri media siano in grado di mantenersi da soli finanziariamente, e non abbiano problemi economici?

Maestro: Dipende da voi. Vi ho parlato molte volte di queste cose, ma ci sarà sempre bisogno di fare la promozione commerciale. Dato che siete discepoli della Dafa, qualunque cosa vi sia chiesto di fare – che sia scrivere articoli, distribuire materiale, o andare per le strade – potete farla bene. Ma sembra che se vi viene chiesto di fare la promozione commerciale, voi non lo vogliate fare.

I praticanti che hanno lasciato il gruppo mi scioccarono, perché avevo dedicato così tanto tempo a creare questo gruppo e a preparare il materiale e inoltre avevo pagato il consulente perché ci aiutasse a creare una squadra, invece di guidare una persona o due. Mi sentii come se mi avessero lasciata sola sul campo di battaglia e pensai di abbandonare anch’io. Nelle riunioni amministrative gli altri mi avrebbero chiesto dei miei progressi e io sentivo una grande pressione per ottenere risultati. Mi sentivo intrappolata tra il martello e l’incudine – da una parte potenziali inserzionisti ostili e dall’altra una direzione amministrativa che chiedeva dei risultati.

In una giornata di difficile frustrazione, compresi che potevo fare solo ciò che è in accordo con le mie capacità e che avrei fatto meglio a farlo, senza cercare di andare oltre. Nella terza lezione dello Zhuan FaLun, il Maestro dice,

“L’altezza di questa colonna graduata corrisponde all'altezza della colonna di gong; essa rappresenta il gong che voi stessi avete coltivato, e anche il livello della vostra xinxing. “

Nella seconda lezione il Maestro spiega:

“Io gli ho chiesto di salire ancora più in alto e lui mi ha risposto: «Non posso salire di più; non me la sento di salire più in alto». Questo perché la sua colonna di gong arrivava solo a quell'altezza e lui era arrivato fin là, seduto sopra la sua colonna di gong.”

Compresi di dover fare del mio meglio al livello in cui sono e non dovevo sentirmi frustrata per il fatto di non essere a un livello più elevato. Quando coltiverò la mia xinxing, certamente emergerà una situazione nuova.
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Notai il fatto che durante tutto il tempo in cui ero stata sotto pressione per ottenere dei risultati, non erano più arrivate telefonate da clienti che volevano pubblicare delle inserzioni. In genere c’era sempre stata una telefonata per ogni numero del giornale di persone interessate a pubblicare un loro annuncio, ma non capitava più neppure questo. Compresi che stavo pensando troppo ai risultati e che questo era convalidare se stessi e non convalidare la Fa.

Naturalmente la Fa è sorprendente e un giorno dopo aver avuto questa comprensione e aver ritrovato il mio desiderio di coltivare, fu come se una diga si fosse rotta e improvvisamente arrivò una telefonata di qualcuno interessato a mettere un’inserzione. Vidi che lavorare senza un ambiente di praticanti, e soprattutto nelle vendite, era troppo difficile. Decisi di aprire casa mia (non abbiamo un ufficio e ciascuno lavora da casa sua) e permettere a tutti coloro che lavoravano al giornale di venire a lavorare con me in un ambiente di lavoro comune. E infatti parecchi praticanti vennero e questo ci permise di condividere e di sostenerci l’un l’altro nei momenti difficili. Quando l’ambiente si è riempito con il lavoro dei praticanti, ho scoperto che è diventato più semplice anche per me, e sono diventata di nuovo diligente e entusiasta per quel lavoro. Recentemente alcuni praticanti hanno avuto del tempo libero e sono venuti ad aiutare con il lavoro di vendita: per telefonare alla gente e promuovere le vendite. Anche se è stata una situazione temporanea, ha comunque dato un grande contributo.

Quando andai al primo appuntamento per vendere, mi sentivo insicura. Pensavo che avrebbero capito che non ero professionale, che mi sarei messa in ridicolo e che le persone avrebbero anche pensato che il giornale non era serio. Alcuni hanno guardato con sufficienza al giornale e alla sua capacità di avere successo, ma un incontro dopo l’altro, ho scoperto che le persone che incontravo non avevano nulla di spaventoso. Ebbi l’impressione che pensassero che il mio atteggiamento da coltivatore fosse piacevole e nuovo per loro. All’inizio temevo che pensassero che ero troppo giovane e inesperta, e invece gli inserzionisti più anziani mi hanno trattata come una figlia, con molto rispetto.

Una delle sfide più grandi è venuta dall’edizione cinese di Epoch Times. Le poste israeliane erano interessate a mettere un’inserzione che riguardava il servizio di spedizione del denaro. Dopo molte telefonate fu organizzato un incontro della donna responsabile per il marketing della società delle poste con l’editore dell’edizione cinese, il nostro consulente e me. Vennero tutti appositamente dalla capitale per incontrare l’editore cinese, ma il giorno dell’appuntamento, egli chiamò dicendo che non poteva venire.

Arrivai all’incontro dopo aver fatto i compiti riguardo alla popolazione cinese nel paese, al mercato delle spedizioni di denaro, ecc. Mi scusai per il nostro editore e assicurai che avrei potuto rispondere a tutte le loro domande che riguardassero il pubblico cinese. E infatti dimostrai una buona preparazione sul soggetto. Ci chiesero di mandare un offerta e ci dissero di essere in ritardo e che dovevano andare. Quando l’incontro fu concluso, la donna che gestiva il marketing chiese se qualcuno di noi andava nella direzione di un certo incrocio, perché lei era senza macchina e doveva prendere un bus là. Naturalmente mi offrii di aiutarla. Durante il nostro breve incontro non avevo quasi avuto il tempo di parlarle del nostro giornale. Ma ora eravamo insieme in macchina e avrei guidato per un po’. Cominciai a parlarle profusamente del giornale e della situazione in Cina oggi sotto il malvagio regime comunista. Alla fine mi ringraziò per averla aiutata a prendere il bus.

Sento che la ragione del nostro successo in questa vendita fu il fatto che il mio cuore non fu mosso. Avendo una fede assoluta nell’edizione cinese di Epoch Times, e sapendo che ha una base solida nel paese, era impossibile interferire e turbarmi. Questo episodio mi ha insegnato che quando siamo sicuri e determinati, le interferenze non possono in alcun modo avere effetto. In “Spiegazione della Fa alla Conferenza della Fa degli USA Occidentali, durante il Festival della Lanterna 2003” il Maestro dice:

“Se volete che sia buono, allora sarà buono; ma se non intendete fare bene, o se la vostra mente vacilla, allora non sarà facile rettificare le cose. In altre parole, voi avete bisogno di forti pensieri retti.”


Anche se è difficile ammetterlo, non ho avuto sempre un cuore determinato mentre vendevo inserzioni, e così i risultati non sono stati sempre buoni. Ricordo che una volta ero seduta con il manager del giornale e gli raccontavo tutte le risposte negative sul giornale che avevo avuto dalle persone. Mi disse che era interessante, perché il nostro capo editore era abituato a sentire solo cose buone sul nostro giornale. Mi difesi, dicendo che quando le persone non hanno bisogno di mettere i soldi dove mettono la bocca, sono disposti a fare complimenti – ma quando devono spendere cantano una canzone diversa. Mi disse che avrei dovuto capire la ragione per cui ricevevo solo risposte negative. Allora vidi la mia omissione e compresi che io stessa ero occupata a criticare duramente il nostro personale, e così queste erano le cose che sentivo venire da fuori.

Da allora ebbi molte reazioni positive sul giornale e poco dopo chiamò una segretaria, chiedendo di fare un abbonamento per il suo capo. Mi disse che una mattina era arrivato, aveva gettato il giornale sulla sua scrivania e le aveva detto, “Voglio che questo giornale arrivi a casa mia.” Mi disse che era un alto funzionario dei una ben nota compagnia israeliana. Ancora una volta scoprii il potere dei nostri pensieri.

Metodi di Lavoro

Iniziai a costruire un metodo di lavoro sistematico con cui chiamare le persone per presentare il giornale e sollecitarli a fare un’inserzione. All’inizio era difficile, perché pochi conoscevano il giornale e molti mi davano risposte negative. Ma compresi che non avrei dovuto essere turbata da ciò che le persone mi dicevano. Anche se qualcuno non è interessato, posso comunque essere gentile con lui e posso offrire di inviargli una copia del nostro giornale per permettergli in ogni caso di conoscerci. Così può conoscere il nostro giornale e così magari in futuro potrà essere interessato a pubblicare un’inserzione. Inoltre leggerà i nostri articoli e il chiarimento della verità rappresentato dal giornale, e magari potrà diventare un lettore regolare.

Come principio, cerco sempre di pensare a qualcosa di creativo, a ciò che possiamo fare, e cerco di non fissarmi su un unico modo di agire. Se un potenziale inserzionista non ha intenzione di spendere dei soldi, posso fare un scambio con lui, concedendogli un’inserzione in cambio dei suoi prodotto – e così il giornale avrà dei regali da fare ai lettori o ai nuovi abbonati. Penso che in futuro possiamo fare degli scambi anche con i nostri fornitori – così invece di pagarli possiamo offrire loro delle inserzioni.

Un esempio creativo capitato di recente è stato quando ho contattato una catena di negozi d’abbigliamento d’alto livello perché comprassero della pubblicità da noi. Sono molto “socialmente consapevoli” e per questo non producono in Cina. Fanno la pubblicità su grandi giornali, ma non molta. Pensai che se avessimo stabilito un rapporto e una relazione amichevole di cooperazione, allora forse in futuro avrebbero comprato delle inserzioni pubblicitarie da noi. Chiesi loro di mettere dei distributori di giornali nei loro negozi. Forse può non essere comune il fatto di distribuire un giornale in un negozio di abbiagliamento, ma questo è il motivo per cui è così interessante. Li chiamai per mesi, e ogni volta mi dicevano di richiamare la settimana seguente. Non ho ceduto e alla fine mi hanno risposto che avremmo potuto cominciare in uno dei loro negozi, nel loro negozio più grande nel centro di Tel Aviv. Là c’è anche un ristorante e avere il giornale là comporta grandi vantaggi e forse a lungo termine porterà a qualcosa di più che una singola inserzione pubblicitaria.


Conclusione

Lavorare per Epoch Times è completamente diverso da ciò che ho sempre fatto in passato, sia che si tratti della mia vita personale che di progetti della Dafa. In passato ho coordinato delle parate, dei raduni o delle mostre d’arte. C’erano sempre delle difficoltà, ma alla fine andavano sempre bene e una volta accaduti tutto finiva lì. Lavorare al giornale invece richiede continuità.

All’inizio cercato il successo e i risultati. Mi era difficile pensare a lungo termine. In un incontro con il nostro consulente di marketing, egli mi disse che il più grande errore dei venditori è che non riescono ad accettare le risposte negative e che cercano risultati immediati. All’inizio mi è capitato di aver fatto troppa pressione un potenziale inserzionista e alla fine l’inserzione per lui non funzionava. Se gli avessi dedicato più tempo e gli avessi venduto un pacchetto per lui più attraente, forse avrebbe funzionato. E anche se magari non avrebbe comprato l’inserzione pubblicitaria, almeno non avrebbe pensato che fare pubblicità con Epoch Times non funziona.

Perseguire la velocità e i risultato è la più grande illusione. Durante tutta la mia vita mi è piaciuto fare grandi cose in cui potevo vedere velocemente dei risultati. E improvvisamente durante questo processo ho compreso che nella vendita, e in generale negli affari, c’è bisogno di pazienza. Prima di tutto, bisogna costruire una infrastruttura e creare le relazioni, e poi ogni cosa viene naturalmente. Ho compresa che la mia più grande omissione è in Ren, nella Tolleranza. Oggi quando qualcuno mi dice di richiamarlo nella prossima stagione o dopo qualche festività, non sento più la pressione come prima. Inoltre oggi apprezzo molto di più il giornale e non ho più fretta di vendere a qualunque prezzo. Se il prezzo è troppo basso, non svaluterò il giornale solo per mettere in tasca pochi soldi in più. Ho anche visto che in un’occasione in cui sono stata felice per una vendita, il cliente ha finito per non pagare e ora stiamo sprecando tempo e risorse per riscuotere il suo debito.

Quando mi sono seduta per pensare a cosa avevo da condividere con i miei amici praticanti, ho pensato che la conclusione della mia condivisione è che non ho successi o fallimenti di cui parlare. Non c’è un punto culminante, solo un movimento di crescita determinato. Anche se a volte sembra che ci siano alti e bassi, la mia comprensione oggi è che si dovrebbe coltivare con un cuore imperturbabile come “uno stagno d’acqua immobile, con nulla dentro…” (Zhuan Falun – Terza Lezione ) L’unica cosa che è garantita è il processo, nonostante tutto. Non si dovrebbe diventare eccitati o turbati, non si dovrebbe enfatizzare la vittoria o la sconfitta, perché alla fine della giornata sono solo punti lungo la strada. L’eccitamento per un successo è ciò che ci porta a fallire.

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