"Il regime di Pechino sarà ripreso per i suoi crimini"- Discorso pronunciato l'11 dicembre al Forum sui Diritti Umani in Cina nella città di Dole.

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Martedì 11 dicembre 2007, dalle 20:30 alle 23:00 nella sala conferenze dell'hotel della città di Dole nel Jura, si è tenuto un Forum sui diritti umani in Cina, con il sostegno del Sindaco e dei membri del Parlamento. Nelle loro osservazioni, i rappresentanti di molte organizzazioni dei diritti umani, hanno illustrato, analizzato e denunciato la natura malvagia del Regime Comunista Cinese, e le atrocità perpetrate sotto la sua autorità in contemporanea allo sviluppo economico. Lo scopo era di portare all'attenzione generale la persecuzione dei praticanti del Falun Gong, ed i suoi crimini contro l'umanità.

Il seguente discorso è stato pronunciato nell’ambito del Forum da Michel Wu, ex direttore dei programmi cinesi di RFI.

Michel Wu durante il suo intervento l'11 dicembre 2007 a Dole (Li Yuhan/La Grande Epoque)

Signore e Signori,

La questione sulla quale rifletto da anni, è quella di sapere se uno degli aspetti più negativi, nascosti dalla crescita economica nella Cina Comunista, può essere riassunta nella violazione dei diritti umani. Ne ho discusso a Parigi, due settimane fa con un militante cinese a favore della democrazia il sig. PAN Qing che è di trenta anni più giovane di me. Siamo giunti alla stessa conclusione: il regime di Pechino deve rispondere al più presto possibile dei suoi crimini di genocidio e dei suoi crimini contro l'umanità.

Innanzi tutto, che cosa vuol dire genocidio? È, come voi sapete, la distruzione fisica, intenzionale, sistematica e programmata di un gruppo (o di una parte di esso) etnico, nazionale, religioso o razziale.

Le Organizzazioni delle Nazioni Unite, il 9 dicembre 1948 hanno adottato una convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. È scritto all'articolo 2 di questa convenzione:

"Nella presente convenzione, per genocidio si intende uno qualunque degli atti qui di seguito commessi, nell'intenzione di distruggere, del tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, e come tale:"

a) omicidio di membri del gruppo;
b) danno grave all'integrità fisica e mentale di membri del gruppo;
c) sottomissione intenzionale del gruppo e condizioni d'esistenza che mirano a comportare la sua distruzione fisica totale o parziale;
d) misure tendenti ad ostacolare le nascite nell'ambito del gruppo;
e) trasferimento forzato di bambini di un gruppo ad un altro gruppo.

Questa definizione è stata ripresa nel 1998 dallo statuto di Roma nell'articolo 6, l'atto fondatore della corte penale internazionale. Quindi, la corte penale internazionale ha ridefinito ed esposto nei dettagli nell'articolo 7 dello statuto di Roma i seguenti atti come crimini contro l'umanità:

--omicidio;
--distruzione;
--riduzione in schiavitù;
--deportazione o trasferimento forzato della popolazione;
--imprigionamento o altra forma di privazione grave di libertà fisica in violazione delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale;
--tortura;
--violazione, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, sterilizzazione forzata o qualsiasi altra forma di violenza sessuale di gravità comparabile;
--persecuzione di qualsiasi gruppo o di ogni Comunità identificabile per ragioni di ordine politico, razziali, nazionali, etniche e culturali, religiose o sessiste...;
--sparizione forzata di persone;
--la segregazione;
--di altri atti inumani di carattere analogo che causano intenzionalmente grandi sofferenze o danni gravi all'integrità fisica o alla salute fisica e mentale.

Lo Statuto di Roma della corte penale internazionale è entrato in vigore nel luglio 2002.

Alla luce dell'articolo 7 di questo documento sono individuati tre principi del diritto internazionale che disciplinano il crimine contro l'umanità: Può essere commesso sempre. È imprescrittibile; capi di Stato o esecutori, nessuno può usufruire d'immunità. Infine, si tratta tanto di rapporti d'affari legali che illegali nel paese interessato; ciò che può essere dichiarato legale da un certo regime può diventare illegale tenuto conto della legislazione della giustizia internazionale.

Trattandosi della Cina Comunista, fino ad oggi, la Comunità Internazionale ha già rilevato molti casi che devono esseri considerati come genocidi o come crimini contro l'umanità. Sono:

--il Tibet con l'invasione comunista nel 1959 che ha fatto 1,2 milioni di morti.
--Il grande salto in avanti (1959-1962) con 30 milioni di persone morte di fame a conseguenza della politica di Mao Zedong.
--La grande rivoluzione culturale iniziata nel 1966 che ha fatto almeno un milione di morti in nome della radicalizzazione del comunismo.

L'elenco dei crimini del regime di Pechino è molto più lungo, per tutti coloro che conoscono poco o molto la storia del Partito Comunista Cinese (PCC). Sono senza eccezione dei crimini commessi in nome di uno Stato che pratica una politica ideologica d'egemonia. Essendo capace di portare a fine e in ogni modo le sue imprese, anche con i cannoni, il regime di Pechino ha lanciato dal 1950 le campagne di terrore seguenti:

--Campagna contro i contro-rivoluzionari: è prevista la messa a morte, da una direttiva del partito, di 1 persona ogni mille abitanti; 2.400.000 persone sono state giustiziate secondo le statistiche ufficiali.
--Campagna di riforma agraria "per cambiare il rapporto di produzione nella campagna": circa 100.000 proprietari terrieri furono giustiziati.
--Campagna di trasformazione socialista delle imprese private che mirano "a cambiare il rapporto di produzione in città"; è durante questo periodo che il sindaco di Shanghai chiedeva tutti i giorni il resoconto: "Quante persone sono saltate dalla finestra oggi?" .
--Prima campagna contro le confessioni religiose che, secondo le accuse del potere, fungevano da plancia per i contro-rivoluzionari: più di 10.000 credenti giustiziati.
--Campagna contro i destristi, intellettuali che raccomandano il pluralismo e criticano il partito. È dopo l'eliminazione delle proprietà private, il primo tentativo di imporre il pensiero unico: 500.000 intellettuali sono abbassati e sminuiti al rango di reietti.
--Grande salto in avanti e rivoluzione culturale, sono le due campagne più conosciute all'estero. Sono state lanciate in un quadro di "corsa accelerata verso il comunismo" e di continua rivoluzione sotto la dittatura del proletariato. I loro bilanci sono molto più pesanti e più sanguinosi.

Secondo diverse fonti che concordano, fino agli anni 70, da 60 a 80 milioni di Cinesi sono morti a causa della follia rivoluzionaria: l'equivalente della popolazione francese è stato così eliminato in tempo di pace.

La sterilizzazione forzata, applicata in nome della pianificazione familiare, è una campagna permanente che continua a produrre drammi soprattutto nelle zone rurali. A questo titolo, nessuna statistica è disponibile sugli infanticidi. L'avvocato CHEN Guangcheng, che ha denunciato questi drammi, è a tutt’oggi in prigione.

Per il fatto che un numero importante di quadri del partito fu sacrificato a nome della dittatura proletaria, il partito ha convocato nel 1981 la sesta sessione del comitato centrale derivato dall’undicesimo congresso, e ha adottato una "risoluzione che riguarda alcuni problemi storici apparsi dopo la nascita della repubblica". Egli riconosceva che "alcuni errori di sinistra" erano stati commessi durante la rivoluzione culturale e negli anni precedenti, affermava che andavano fatti degli sforzi per correggere questi errori, e sottolineava che il partito era risoluto a prevenire e ad impedire in futuro gli stessi errori.

Nel felice giubileo provocato dalla caduta della "banda dei quattro" (i quattro grandi istigatori della rivoluzione culturale – escluso Mao Zedong), i Cinesi hanno creduto a questo pentimento, pensando che la pace sociale potesse finalmente ritornare. Tuttavia, nei dieci anni appena trascorsi, ci furono gli avvenimenti della piazza centrale di Pechino dove alcuni studenti si erano mobilitati per mettere su un movimento studiato a favore della democrazia: ci furono diverse migliaia di morti e decine di migliaia di persone fermate, di cui alcune sono ancora in prigione. Dieci anni dopo, è il movimento spirituale Falun Gong ad essere soggetto ad una persecuzione la cui crudeltà è senza precedenti.

Che Cosa è il Falun Gong? È semplice ai miei occhi di giornalista. Si tratta di tre parole piene di saggezza, e di un metodo che permette di migliorare la salute fisica. Nella Cina comunista posteriore alla caduta del muro di Berlino, i Cinesi stanchi della filosofia di lotta di classe, e dovendo disciplinare le relazioni umane, hanno aderito in massa a "Verità, Benevolenza e Tolleranza", ed hanno trovato efficace il metodo del Falun Gong in materia di salute, soprattutto quando difetta la copertura sociale. Allarmato dallo scoppio del campo socialista ma senza voler evolvere, il partito comunista cinese vide la cosa diversamente. Non ha mai tollerato la presenza di un'altra organizzazione parallela, in questo caso il Falun Gong, trascinando così nella sua scia più persone che membri del partito. Nel 1999, un sit-in organizzato, a seguito di un inizio di divieti e di arresti, ha dato un pretesto al Partito Comunista Cinese per lanciare su scala nazionale la campagna contro il Falun Gong. Diffamazione tramite media, incursioni, imprigionamenti, torture in attesa del lavaggio del cervello, deportazione, esecuzioni sommarie, e in questo momento del mercato, in cui tutto si può vendere e tutto si può comprare, viene effettuato il prelevamento degli organi dai praticanti del Falun Gong vivi per un traffico illecito. Cosa impensabile e vietata dalle nostre democrazie. Questo è l’argomento oggi più imbarazzante per le autorità di Pechino. Sotto la roulette di un ufficio interministeriale, il noto 610, le istruzioni sono date così: I praticanti del Falun Gong sono considerati come i nemici peggiori, il loro decesso può essere dichiarato come suicidio, e per quelli che rifiutano di abbandonare la pratica, si possono tagliare loro le risorse finanziarie, possono essere screditati sul piano sociale oppure sterminati e i loro corpi possono passare direttamente nei forni crematori senza registrarne l'origine. Non è questa, Signore e Signori, la peggiore "soluzione finale" che i nazisti avevano riservato agli Ebrei?

Mentre il Falun Gong è liberamente praticato a Taiwan, a Hong Kong ed in più di 80 paesi nel mondo, la persecuzione che continua tutt’oggi in Cina ha già fatto, secondo informazioni verificabili, più di quattro milioni di morti, decine di migliaia di imprigionati ed un numero indeterminato di dispersi. Siccome è un argomento tabù per le autorità di Pechino, nessun dirigente occidentale in visita tuttavia, ha avuto il coraggio di sollevare pubblicamente il problema della persecuzione del Falun Gong, eccetto il sig. Edward McMillan-Scott, vicepresidente del Parlamento Europeo, che si è informato direttamente ed ha incontrato sul posto dei praticanti. Anche il sig. Manfred Nowak, che indaga sulle torture, per cui la tortura è "moneta corrente" in Cina.

Alla fine di novembre, la Corte Costituzionale di Spagna ha annunciato che autorizza il trattamento dei reclami portati dai praticanti del Falun Gong per genocidio, torture e crimini contro l'umanità anche se non implicano cittadini di nazionalità spagnola. Ricordiamo che dal 2002, più di 50 reclami sono stati portati davanti alla giustizia di molti paesi contro l'ex presidente cinese JIANG Zemin, il capo dell'ufficio 610 LUO Gan e di altri responsabili della persecuzione in corso. Prima della decisione spagnola, la giustizia australiana ha anche risposto favorevolmente ad un reclamo contro l'ex ministro del commercio Bo Xilai, fortemente implicato nella persecuzione.

Mi è impossibile esporvi qui nei dettagli tutte le vittime del Comunismo in Cina. Attualmente, fra quelli che soffrono così atrocemente citerei, i monaci buddisti del Tibet che venerano il Dalaï Lama, i cattolici fedeli a Roma, i contadini privati della terra e molti altri che sono rovinati dall'arricchimento dei funzionari corrotti.

Un fenomeno unico al mondo è la persecuzione e la carcerazione degli avvocati in Cina. Questi difensori dei deboli di cui la figura principale è GAO Zhiheng tuttora in prigione, sono trattati selvaggiamente dalle autorità, e anche le loro famiglie lo sono.

Ecco, Signore e Signori, la verità di questo regime al quale si sono affidati i prossimi Giochi Olimpici. So che sotto ci sono grandi interessi e che la vita competitiva di un atleta è breve. Ma sono anche sicuro che i luoghi di competizione saranno abitati dagli spiriti attraverso le mani degli innocenti che il Comunismo ha fatto soccombere. Avreste la coscienza tranquilla andando all'appuntamento del 2008? Non avete sentito che una rete televisiva, di Hongkong finanziata da Pechino, grida tutti i giorni ad alta voce: Vi do i giochi e voi tacete per il resto. Sarete soltanto le comparse di uno spettacolo che permetterà, al regime di Pechino, di riaffermare la sua legittimità intollerabile di raccogliere denaro illecito, e sarà la riedizione dei giochi di Berlino nel 1936.

Chi dice repressione dice resistenza e le ruote della storia accelerano. Le vittime di molte generazioni del comunismo in Cina hanno appena lanciato a New York il loro progetto di formare un governo di transizione in esilio. Siamo alla vigilia di un evento che fa epoca ed io desidero semplicemente che gli innamorati della Cina possano distinguere il paese dal regime, evitare una trappola come la Rivoluzione Culturale e soprattutto, che non siano confrontati un giorno dalla storia sul banco dei collaboratori.

Dôle, 11 -12- 2007

Versione originale: http://fr.clearharmony.net/articles/200712/36949.html

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