NEW YORK – Mentre il Comitato Olimpico Internazionale ha ammesso di aver dato il benestare alle autorità cinesi per bloccare l’accesso dei giornalisti stranieri a certi siti internet, il Falun Dafa Information Center, in cooperazione con attivisti della libertà in internet, offre ai giornalisti a Pechino una fonte per ottenere libero accesso all’informazione durante la loro permanenza in Cina.
Gli strumenti, disponibili sul sito del Global Internet Freedom Consortium (GIFC) www.internetfreedom.org consentono un accesso anonimo e sicuro a siti web normalmente disponibili fuori dai filtri imposti dal PCC.
Il Global Internet Freedom Consortium (GIFC) è un’organizzazione fondata da praticanti del Falun Gong che offre strumenti che consentono un accesso anonimo e sicuro a siti web normalmente disponibili fuori dai filtri imposti dal PCC. I servizi di accesso sicuro del GIFC forniscono oltre il 90% del traffico internet anti-censura da Cina e Iran, per un totale di oltre 400 milioni di accessi al giorno.
Gli strumenti disponibili sul sito del GIFC http://internetfreedom.org sono gli stessi strumenti che milioni di cinesi usano per accedere alle informazioni bloccate dal PCC. Operano spargendo le richieste web attraverso una rete dinamica di server fuori dalla Cina, e poi riassemblando i dati in una normale pagina web sul computer dell’utente.
Inoltre per permettere l’accesso a siti altrimenti filtrati, questi strumenti aiutano anche gli utenti in Cina a manterene i dettagli dei loro accessi a internet, incluse le password, al sicuro dai monitoraggi di intenet dell’esercito di Pechino. I ricercatori del GIFC e recenti informazioni fornite dal Senatore Brownback (http://news.faluninfo.net/lists/lt.php?id=Kx1XV1MFDgRICgZIBgAHAwk%3D) indicano che tale sorveglianza è specialmente attiva nel periodo di preparazione alle Olimpiadi e durante i Giochi, perché le autorità tentano di controllare le informazioni dei computer dei giornalisti in visita, dei diplomatici e dei turisti stranieri.
Si raccomanda di scaricare e installare questi strumenti prima di arrivare a Pechino, se possibile, per essere sicuri di accedere senza restrizioni al vero sito di internetfreedom.org. È noto che gli agenti della sicurezza cinesi hanno creato false versioni del sito, che non forniscono tali strumenti e possono al contrario installare virus o programmi di monitoraggio del computer degli utenti. Chi è già a Pechino può visitare questo sito dalla sede principale della loro testata, che normalmente ha un accesso non limitato a internet. Un’altra alternativa è quella di ottenere gli strumenti da un collega giornalista che non si trova in Cina con una connessione virtual private network (VPN).
I siti del Falun Gong Restano Bloccati Anche se Sono State Tolte le Restrizioni su Altri Siti
Dopo l’iniziale protesta dei reporter a Pechino per le restrizioni di internet, i ricercatori del GIFC e i resoconti dei media indicano che il PCC ha iniziato a permettere ai giornalisti l’accesso ad alcuni siti precedentemente bloccati, come quello di Amnesty International o quello della BBC in cinese, ma i siti collegati al Falun Gong restano bloccati.
In base alla nostra esperienza, la ragione prevalente per cui il PCC blocca un sito non è perché esso potrebbe avere contenuti nocivi, come pornografia o violenza” ha detto il principale esperto di tecnologia del GIFC Bill Xia. “La ragione principale per cui bloccano un sito è perché cercano di coprire gli abusi dei diritti umani e altri crimini commessi dallo stato. Così, la vera questione è, penso, perché hanno così paura che i giornalisti abbiano libero accesso all’informazione sul Falun Gong?”
Una possibile ragione è che nei preparativi delle Olimpiadi, c’è stato un aumento degli arresti e della brutalità contro i praticanti del Falun Gong. In un resoconto di luglio, il Center ha mostrato in dettagli la campagna di arresti casa per casa di migliaia di praticanti del Falun Gong, molti dei quali sono stati condannati, senza processo a due o tre anni di lavori forzati.
In verità, fin dall’inizio, molti degli sforzi del PCC nel monitorare Internet, hanno preso di mira soprattutto l’informazione sul Falun Gong. “Falun Gong” e i termini collegati sono parte di una breve lista di parole chiave bloccate, sin dall’inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999.
Vi invitiamo a vedere il Open Net Initiative Report sui filtri in Internet della Harvard University:
(vedi: http://news.faluninfo.net/lists/lt.php?id=Kx1XV1MFDgFICgZIBgAHAwk%3D)
Più recentemente, secondo un articolo del Washington Post del 20 maggio, Cisco System, compagnia con base in California, ha preparato un documento interno nel quale viene indicato che uno dei maggiori obiettivi del “Progetto Scudo d’Oro” cinese – un progetto da miliardi di dollari per limitare e monitorare l’utilizzo di intenet in Cina – era quello di “combattere il Falun Gong”. Cisco Systems è nota come uno dei più importanti fornitori della tecnologia utilizzata nel Progetto Scudo d’Oro.
Il Falun Dafa Information Center
Fondato nel 1999, il Falun Dafa Information Center è una organizzazione con base a New York che documenta le violazioni dei diritti umani contro gli aderenti del Falun Gong (o Falun Dafa) che hanno luogo nella Repubblica Popolare Cinese. Nel luglio 1999 il Partito Comunista Cinese ha lanciato una campagna illegale di arresti, violenza e propaganda con l’intenzione di “sradicare” la pratica apolitica; si suppone che certi leader abbiano temuto l’influenza dei 100 milioni di persone che praticavano in Cina. La campagna da allora è cresciuta in violenza e obiettivi, con milioni di persone detenute o mandate nei campi di lavoro forzato. Il Center ha verificato i dettagli di oltre 3.000 morti e di oltre 63.000 casi di torture durante la custodia. Il Falun Gong è una pratica di ‘qigong’ di scuola buddista profondamente radicata nella tradizione culturale cinese delle pratiche per mente e corpo dedicate al benessere fisico e alla crescita spirituale.
Per maggiori informazioni: http://www.faluninfo.net/
Fonte: http://faluninfo.net/article/753/?cid=84
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