Secondo il religioso, “le persone ragionevoli in Cina si rendono conto che la Cina deve fare più attenzione a questo ambito per ottenere il rispetto del resto del mondo, e per avere più responsabilità negli affari mondiali”. A questo proposito, torna molto utile una lettura della dichiarazione della Commissione contro la Tortura delle Nazioni Unite, rilasciata il 22 novembre. Pur ottimista sui progressi compiuti dallo Stato-Partito cinese (e già non dovrebbe essere considerato “normale” uno Stato che coincide con un Partito unico di governo), in una decisione legalmente vincolante, il Comitato ha richiesto un’indagine sulla raccolta illecita di organi da praticanti del Falun Gong, l’ultima di una lunga serie di azioni intraprese da scrittori, avvocati, medici e rappresentanti di governo per ricercare e condannare tali abusi. Dalle altre richieste formulate dalla Commissione, con tutto il tatto diplomatico possibile, si deduce che in Cina si pratica ancora la tortura psichiatrica per i dissidenti, i prigionieri sono costretti a rieducazione e lavori forzati, gli avvocati sono troppo spesso arrestati e non si sa nulla del maltrattamento (e delle morti “accidentali”) nelle carceri. Tutte caratteristiche che fanno della Repubblica Popolare Cinese un regime totalitario, ben diverso dalla vetrina di apertura alla modernità che ha mostrato alle Olimpiadi.
Come era prevedibile, Pechino non ha reagito bene alla visita del Dalai Lama in Europa. Il vertice Cina-Ue che era previsto per il primo dicembre è già stato annullato. Sabato prossimo il leader spirituale tibetano sarà ospite a Danzica (su iniziativa dell’ex presidente Lech Walesa) per un incontro dei premi Nobel per la Pace, occasione in cui dovrebbe incontrare anche il presidente di turno dell’Ue Nicolas Sarkozy. Il commento di ieri del Ministero degli Esteri di Pechino è tanto telegrafico quanto minaccioso: “L’insistenza del leader francese sull’incontro con il Dalai Lama ha provocato una forte insoddisfazione tra i cinesi. Speriamo che la parte francese presti attenzione alla voce del popolo cinese”.
Fonte: http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=263&id_art=9990&aa=2008
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