Un dissidente cinese racconta le torture subite

Avvocato e attivista candidato al Nobel 2008, Gao racconta sevizie e umiliazioni senza fine
 
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Nel momento più caldo del botta e risposta tra Pechino e Washington sul tema dei diritti umani è interessante leggere il documento diffuso dal movimento spirituale Falun Gong, messo al bando in Cina dove pure conta molti praticanti, che testimonia il calvario di Gao Zhishen, avvocato autodidatta cinese difensore dei diritti umani, tra i candidati al Nobel per la pace l'anno scorso. L'uomo, di fede cristiana e attivista impegnato nella tutela dei diritti delle minoranze e dei dissidenti, dopo anni di denunce della politica del partito comunista cinese seguite da arresti e persecuzioni, nei giorni scorsi è stato nuovamente preso e trasferito in una località sconosciuta.

Il Falun Gong, di cui Gao ha spesso preso le difese, divulga ora una lettera aperta in cui il dissidente racconta le modalità della sua precedente detenzione quando, dopo l'invio di una lettera aperta ai membri del Congresso degli Stati Uniti, il 21 settembre 2007 fu arrestato e torturato per oltre cinquanta giorni. «Queste mie parole un bel giorno potranno finalmente circolare - scriveva Gao - Riveleranno la vera faccia della Cina odierna. Riveleranno l’incredibile spietatezza e le incredibili caratteristiche del partito che domina la Cina. Queste parole inevitabilmente procureranno disagio e disturberanno gli attuali "buoni amici globali" e i "buoni amici in affari" del Partito comunista cinese, se questi buoni amici globali e buoni amici in affari hanno ancora qualche timore nei loro cuori nei confronti della coscienza umana». La lettera continua poi con la descrizione del rapimento di Gao e i lunghi giorni di torture: picchiato con bastoni elettrici, denudato e percosso a lungo, lasciato senza cibo e costretto a firmare una confessione in cui ha dovuto narrare nel dettaglio relazioni sessuali con più donne. Dopo averlo costretto a sottoscrivere cose non vere, i suoi aguzzini gli dissero: «Se facciamo uscire di qui queste cose, diventerai un cane rognoso in sei mesi». E ancora: «Tu sei un traditore che deve essere picchiato, tu lo sai meglio di noi in cuor tuo». Gao viene poi deriso per aver osato scrivere della repressione cinese al Congresso americano: «Il Congresso americano non conta nulla. Questa è la Cina, territorio del Partito Comunista Cinese, prenderti al vita è altrettanto semplice che calpestare una formica».

Egli fu costretto inoltre a giacere nudo sul pavimento per tredici giorni e notti, mentre era torturato con scosse elettriche e punture negli organi genitali "Le scosse dei manganelli elettrici - scrive - sono state usate su tutto il mio corpo, e il mio intero corpo, il mio cuore, i polmoni e i muscoli ballavano incontrollati sotto la pelle". “Mi sono contorto sul pavimento dal dolore, cercavo di allontanarmi strisciando. Wang (uno degli aguzzini), infine, mi ha scaricato nei genitali il manganello elettrico".

Dalla Guantanamo quotidiana e diffusa della Repubblica "popolare" cinese arrivano poche testimonianze. Meglio così, forse per gli "affari globali".

Fonte:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=90&ID_articolo=371&ID_sezione=163&sezione=#

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